Berlusconi dimesso oggi, Marta Fascina infermiera e il partito allo sbando. Lui: «Non vedo l’ora di indossare un doppiopetto »

Intanto Matteo Salvini già festeggia con un tweet: “Bentornato Silvio”.

Venerdì 19 Maggio 2023 di Mario Ajello
Berlusconi dimesso oggi, Marta Fascina infermiera e il partito allo sbando. Lui: «Non vedo l’ora di indossare un doppiopetto »

Ogni sorpresa è possibile ma tra poche ore Silvio Berlusconi potrebbe essere dimesso dall’ospedale San Raffaele di Milano.

Ci siamo? Pare di sì. Così assicurano fonti familiari e di partito. Anche se i medici fino all’ultimo istante studieranno le carte cliniche. Intanto Matteo Salvini già festeggia con un tweet: “Bentornato Silvio”. E in Forza Italia, tra i dirigenti e i parlamentari, non si fa che dire: «Il presidente Berlusconi sta finalmente per uscire dall’ospedale». Potrebbe essere dimesso già subito.  I medici sono cauti ma insieme dicono che Silvio il super paziente sta sempre meglio (fatto salvo che la malattia del sangue è cronica). Le probabili dimissioni - dopo 45 giorni di degenza tra terapia intensiva e normale ricovero - sono comunque il tema dominante in queste ore nei Palazzi della politica. 

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Marta infermiera

Berlusconi era arrivato il 5 aprile nel nosocomio milanese in via Olgettina - al sesto piano c’è la sua suite che ormai è una seconda casa - e adesso sembra  esserci la svolta o quella che lui chiama «la liberazione» o «la resurrezione». Il partito lo vuole subito di nuovo in campo. Lui smania per riesserci. La famiglia sembra arresa alla voglia del Cav di tornare in scena. E anche Marta Fascina ormai è convinta che il suo amore possa tornare alla normalità (quella però come è ovvio di un anziano di 86 anni malato di leucemia). Lei è diventata centrale in questi 45 giorni e lo sarà anche nella fase che si sta per aprire, quella del ritorno ad Arcore. Marta la semi-moglie è ormai un po’ madre (anche se Mamma Rosa è indimenticabile), un po’ infermiera, un po’ consulente politica insieme al padre di lei: don Orazio, campano ed ex cancelliere al tribunale di Salerno, a cui Silvio si è affezionato (chiama «papà» o «papi» il suo suocero, anche se è molto più giovane di lui) e che ascolta quasi fosse un Letta o un Confalonieri.  I medici stanno studiando con particolare attenzione la situazione. Fanno sapere che «ci sono buone probabilità» per le dimissioni del paziente dall’ospedale. La via verso Arcore, destinazione Villa San Martino, può essere (al netto di controindicazione dell’ultimissimo momento) imboccata.

Il partito allo sbando

E da lì, una volta che sarà arrivato a casa, Silvio sarà ancora più presente - dicono i suoi collaboratori - nella vita del partito che ha enormemente bisogno di lui e non c’è successione possibile, se non quella della gestione pratica,  ma non carismatica e non spirituale né strategica, affidata alla triarchia formata dalla figlia Marina, dal ministro Tajani e da Marta la quasi consorte diventata (parole di Silvio) «l’alfa e l’omega della mia vita».  Tornare alla guida diretta del partito non sarà una cosa semplice per Berlusconi. Perché il partito è in difficoltà e non nasconde di esserlo. La tenaglia formata da FdI da una parte e dal super-attivismo di Salvini dall’altra, rende lo spazio per Forza Italia non molto agevole. Ma Tajani è uno tosto ed è convinto delle potenzialità degli azzurri. Idem Berlusconi. Si narra che il calabrese Mario Occhiuto potrebbe sostituire Licia Ronzulli come capogruppo al Senato e questo sarebbe l’ennesimo colpo di ridimensionamento per l’ex plenipotenziaria azzurra. Ma magari si tratta soltanto di gossip e malignità. Mentre un’altra voce riguarda Maria Stella Gelmini: non è che torna da noi?, si chiedono molti big forzisti. L’ipotesi non è dell’irrealtà, perché il terzo polo calendian-renziano si sta sfaldando, gli equilibri in Forza Italia non sono più quelli che spinsero la ex ministra a cambiare aria e per lei gli estimatori in Forza Italia non mancano anche se Marta Fascina non ama in generale chi ha dato una delusione a Silvio - «La persona con il cuore più grande del mondo» - e poi vuole essere perdonato. Ma questo si vedrà. Intanto, la questione clinico-politica è quella centrale. 

Come sta

Problemi polmonari più la leucemia mielomonocitica cronica avevano portato 45 giorni fa Silvio in terapia intensiva. Poi il Cavaliere era stato trasferito in degenza ordinaria, domenica 16 aprile. Risolta l’infezione respiratoria, sono proseguite le cure per la malattia ematologica e i controlli costanti dei parametri.  Già l’altroieri, in Transatlantico, a Montecitorio, erano cominciate a circolare le voci sull’imminente ritorno a casa del Presidente. Il quiale scalpita: «Mi sento bene, pronto a essere dimesso». Se lo sarà, la sua intenzione è di celebrare con un nuovo video il ritorno a casa. Un video registrato, a differenza degli altri due di queste settimane, non dalla stanza dell’Ospedale ma dalla scrivania in cui annunciò nel ‘94 la discesa in campo. E comunque da 45 giorni si rincorrono le voci: adesso esce. Anche due settimane fa si era diffusa l’indiscrezione che avrebbe lasciato il San Raffaele per chiudere i lavori della convention forzista di Milano ma alla fine tutto è sfumato e Silvio ha proseguito la degenza nel reparto ordinario, limitandosi a mandare il video di saluto alla kermesse di partito. Adesso, sono due settimane che non viene diffuso il bollettino medico. E lui è lì, guarda la televisione, immagina la riorganizzazione del partito, s’informa su tutto e cerca volti da lanciare in vista delle europee. Ma ha alcuni timori riguardanti l’azienda: non vorrebbe mai che venisse venduta, né con lui in vita (ma è improbabile) né con quando non ci sarà più (a quel punto non è da escludere affatto la cessione e tra i figli la discussione c’è, anche se riservatissima).  Questioni politiche, questioni di famiglia, questioni d’azienda: tutto ciò s’intreccia nelle giornate ospedaliere del Cav (ormai arrivate agli sgoccioli) con gli esercizi di riabilitazione respiratoria, per recuperare la capacità polmonare che la malattia aveva compromesso, con le passeggiate in corridoio per riprendere il movimento, con la spola dentro la stanza dove alloggia insieme a Marta Fascina tra il letto, la poltrona e la scrivania. Ogni tanto, si mette la giacca ma non più la cravatta ma la veste da camera è la sua divisa ormai. «Non vedo l’ora di indossare un doppiopetto e di passeggiare lungo i giardini di Arcore innaffiando i fiori»: questo il suo desiderio di normalità. Forse sta per realizzarsi. Forza Italia ha bisogno di lui e lui di lei. La ricongiunzione ora pare quasi fatta

Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 16:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA