Berlusconi, messaggio da FdI: «L'unico governo è con il centrodestra»

Fitto: non c’è altra maggioranza. Salvini: Giorgia e Silvio chiariranno. Mercoledì le consultazioni del Colle. Rampelli: «Saremo uniti»

Domenica 16 Ottobre 2022 di Francesco Bechis
Berlusconi, messaggio da FdI: «L'unico governo è con il centrodestra»

Come in ogni maratona l'ultimo miglio è il più difficile. A una manciata di giorni dall'incarico per il governo il centrodestra è in affanno. Il week end serve allora a rifiatare, raffreddare le tensioni. Ci provano Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, al centro di uno stallo che ora rischia di allungare le distanze da Palazzo Chigi.

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Due giorni di ritiro dai palazzi della politica - la leader di FdI a Roma, il Cavaliere rientrato ad Arcore - utili a schiarirsi le idee.

Il clima tra alleati resta teso. Brucia ancora lo showdown al Senato di giovedì, con l'elezione di Ignazio La Russa senza i voti di Forza Italia. Così come gli appunti vergati da Berlusconi il giorno del suo ritorno a Palazzo Madama contro un'alleata dall'atteggiamento «prepotente». Ma non «ricattabile», ha risposto lei a distanza.

 


I PONTIERI
Per questo sono scesi in campo i pontieri. Raffaele Fitto, consigliere fidato di Meloni con un lungo trascorso tra le fila azzurre, assicura che «prevarrà il senso di responsabilità». L'elezione di Lorenzo Fontana alla presidenza della Camera venerdì, senza strappi dell'ultimo minuto, è stata «un passo avanti», spiega. «Il voto ha consegnato a Meloni la guida della coalizione. Siamo in una fase di rodaggio, supereremo le difficoltà iniziali». Squadra che vince non si cambia, dunque. E non esiste un'altra maggioranza, anche se così è parso a chi giovedì ha osservato il tabellone del Senato. Ancora Fitto: «L'unico governo possibile è quello della coalizione di centrodestra». Gli viene incontro Matteo Renzi. Per una volta il leader di Italia Viva, grande indiziato dell'operazione in aula che ha dato fuoco alle polveri (lui nega), non rottama, aggiusta. «Noi del Terzo polo in maggioranza? Lo escludo categoricamente. Se ci sarà un governo Meloni, che è un'avversaria che rispetto, non la voterò mai».


Caso chiuso. Un caso. L'altro, la composizione della squadra di governo, tiene ancora banco. Da una parte le richieste di Berlusconi e i suoi - Mise e Giustizia in cima - convinti che Giorgia abbia varcato una linea rossa volendo indicare nel dettaglio anche i nomi in quota FI (da Pichetto Fratin a Paolo Barelli come capogruppo). Senza contare il caso di Licia Ronzulli, fedelissima del Cav lasciata fuori dal Cdm. Dall'altra i paletti della premier che al Paese vuole consegnare «il migliore governo possibile» lavorando «spediti». Anche perché i tempi stringono. Mercoledì potrebbero iniziare le consultazioni del Quirinale. Sulla carta il centrodestra andrà unito, «assolutamente» garantisce da FdI Fabio Rampelli. Un pellegrinaggio diviso è uno scenario da scongiurare. Per farlo bisogna prima trovare la quadra sulle caselle di governo. E sull'elezione delle vicepresidenze di Camera e Senato, oltreché dei rispettivi capigruppo, entro martedì.


LA MEDIAZIONE DI SALVINI
Intanto Matteo Salvini si propone per mediare. Il leader della Lega può dirsi soddisfatto delle trattative: ha incassato l'elezione di Fontana (placando la fronda veneta del partito), un ministero di peso per sé (Infrastrutture, dicono) e il Mef per Giancarlo Giorgetti (scelta subita, ma non per questo sgradita). Eccolo allora in campo a mediare, anche lui. Fine settimana a Roma, fa sapere in una nota, «impegnato per la squadra di ministri e per i dossier economici». Poi si lancia in un pronostico benaugurale: «Sono sicuro che fra Giorgia e Silvio tornerà quell'armonia che sarà fondamentale per governare bene e insieme per i prossimi cinque anni».

 

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