«Ora bisogna amministrare il vantaggio, l’importante è non dividerci». Mentre il tavolo degli sherpa del centrodestra completa la mappa dei collegi da distribuire sul territorio. i leader convengono sulla necessità di evitare attacchi reciproci per non dare una sponda alla sinistra. Per questo motivo il tema della leadership che aveva acceso l’inizio della campagna elettorale della coalizione è stato rinviato a dopo le elezioni. Ma i toni sono in ogni caso più morbidi, soprattutto quelli di Berlusconi che sembra aver abbandonato l’idea di un premier terzo.
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LA STRATEGIA
L’obiettivo dell’ex premier è anche di proteggere in qualche modo la Meloni da settimane sotto attacco per l’eventualità che possa essere lei la prima donna a governare l’Italia.
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I CALCOLI
Sul derby Salvini-Meloni, ieri è sceso in campo anche Zaia per tirare la volata all’ex ministro dell’Interno che nel suo comizio in Valle d’Aosta ha sottolineato come la Lega abbia una squadra di governo capace di «coprire tutti i ministeri». Ogni leader di partito sta facendo i suoi calcoli. E se in Fdi c’è il convincimento di poter arrivare vicini al 30% dei voti, nella Lega e in FI i calcoli sono diversi. Il ragionamento è che sarebbe in ogni caso difficile per la Meloni rivendicare per se stessa la poltrona della sede del governo se Fdi dovesse attestarsi intorno al 20%, anche superando le altre forze politiche dell’alleanza. Si fa riferimento al 2018 quando la Lega di Salvini arrivò al 18% e non ebbe comunque la possibilità di ambire a palazzo Chigi. Ecco perché gli alleati di Fdi insistono sul fatto che la palla in ogni caso passerà al Capo dello Stato Mattarella. «Pensiamo ora a vincere, poi si vedrà chi farà il presidente del Consiglio», tagliano corto dalla Lega. La preoccupazione è legata soprattutto .all’astensionismo. «Il Pd è stato sempre in grado di portare i suoi alle urne e Fdi e FI non hanno la struttura sul territorio per fare altrettanto», osserva un esponente di primo piano del partito di via Bellerio. «Il risultato del centrodestra dipenderà proprio dalla tenuta della Lega», replicano da Fdi. E Forza Italia? «Con me in campo possiamo arrivare anche al 20%», rilancia dal canto suo Berlusconi.