Beppe Grillo riscopre la gogna: «Ecco gli zombie ex M5S». Il comico mette all’indice chi ha lasciato

Il comico mette all’indice chi ha lasciato: il primo dell’elenco è il ministro Di Maio. La mossa per coprire le liti sui candidati: Conte potrebbe spuntarla sui capolista

Martedì 2 Agosto 2022 di Caris Vanghetti
Beppe Grillo riscopre la gogna: «Ecco gli zombie ex M5S»

Il Movimento 5 Stelle alza la cortina fumogena per coprire le spaccature che lo dilaniano da mesi e che continuano a farlo precipitare nei sondaggi e, per offuscare la nascita del partito di Luigi Di Maio. Così ieri Grillo ha pubblicato sul suo sito un post che sa del Beppe vecchio stile, quando sul suo blog postava articoli al fulmicotone con il nome e la foto del giornalista del giorno, che per qualche motivo risultava sgradito al Movimento.

Ma anziché prendersela con i media, stavolta il comico ha deciso di attaccare frontalmente Luigi Di Maio e i 70 parlamentari ex grillini che passati con il ministro degli Esteri, mettendo le loro foto e definendoli degli zombie: «Sapevamo fin dall’inizio – il messaggio – di dover combattere contro zombie che avrebbero fatto di tutto per sconfiggerci o, ancor peggio, contagiarci. E così è stato: alcuni di noi sono caduti, molti sono stati contagiati. Ma siamo ancora qui, e alla fine vinceremo, perché abbiamo la forza della nostra precarietà: siamo qui per combattere, non per restare, e questa nostra diversità è spiazzante per gli zombie». 

LE GRANE

Nelle stesse ore in casa 5 stelle scoppiava la nuova grana sulle modalità di selezione dei candidati alle prossime elezioni politiche, le parlamentarie. Il metodo con cui i grillini fanno votare ai loro iscritti i nomi da candidare alle elezioni, sistema che Conte vorrebbe bypassare per riuscire a piazzare qualche fedelissimo nelle liste, visto che il suo tentativo di ottenere delle deroghe che consentissero ai suoi uomini di essere rieletti è stato bocciato da Grillo. Così ha iniziato a circolare la notizia che entro oggi dovrebbero essere rese note delle nuove regole di ingaggio per selezionare gli aspiranti deputati e senatori M5S, in modo da favorire Conte, ma su cui Grillo nei giorni passati aveva espresso la propria contrarietà. E invece pare che Grillo sia ora pronto a cedere sui capilista, lasciando all’ex premier la possibilità di indicarli, e anche sul principio di territorialità, vale a dire la vecchia regola grillina per cui ci si candida nelle file del Movimento solo nella propria regione di residenza. Si tratta di una norma, quest’ultima, che avrebbe messo a rischio la corsa di alcuni dei pochi big rimasti dopo la “tagliola” del doppio mandato: Stefano Patuanelli e Chiara Appendino solo per fare alcuni nomi. Mentre la candidatura di Alessandro Di Battista dovrebbe ormai essere sicura. Secondo fonti vicine a Conte, il principio di territorialità dovrebbe essere superato, con il placet del comico ma dallo staff del genovese non sono dello stesso parere. 

Ci sarebbe il disco verde di Grillo alla possibilità per Conte di indicare i nomi da mettere ai primi posti nei listini proporzionali. Resta, invece, incerto chi sarà a decidere per gli uninominali. Tutte scelte che per i sostenitori del presidente di M5S servono a garantire la sopravvivenza elettorale dei grillini, ma che certamente non piacciono al Garante che vede ogni cambio in corsa delle regole come qualcosa che fa vacillare la sua strategia di un ritorno alle origini. Intanto, sempre ieri, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico d’Incà, e l’ex capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, Davide Crippa, i due big del Movimento 5 Stelle che hanno appena lasciato il partito di Grillo e, che nelle ultime settimane si erano spesi di più per salvare il governo guidato da Mario Draghi, hanno annunciato la nascita del proprio contenitore elettorale. Si chiamerà Ambiente 2050 e D’Incà ha spiegato che «è un elemento di unione tra la politica e le istanze del territorio, dei cittadini e dei consumatori. Ambiente 2050 è un’associazione, un contenitore, un laboratorio che guarda a cittadini, associazioni, insegnanti. Vogliamo mettere il civismo in fortissimo collegamento con il legislatore». Per Crippa, l’Associazione, il cui simbolo contiene dodici stelle e due tricolori, nasce dal bisogno di «offrire un contributo in vista di una nuova transizione ecologica ed energetica da qui al 2050». Praticamente un contenitore per dare una casa a quegli ambientalisti che non si riconoscono nei Verdi italiano e che guarda al Pd e a quello di Di Maio, in contrapposizione all’estrema sinistra e come sponda dell’Agenda Draghi. 

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