Basilicata, dopo la vittoria la Lega alza la posta per sbancare a maggio, torna lo spettro della crisi

Lunedì 25 Marzo 2019 di Marco Conti
Basilicata, dopo la vittoria la Lega alza la posta per sbancare a maggio, torna lo spettro della crisi
Torna la sfida tra centrodestra e centrosinistra. Il risultato della Basilicata questo dice, ribadendo ciò che è già emerso di recente in Sardegna e in Abruzzo oltre che in Friuli e Trentino. Ma la novità del voto di ieri è che l'asticella del candidato M5S si è fermata sulla soglia del venti per cento - malgrado solo a novembre Antonio Mattia venisse dato ampiamente in testa - e il Movimento è andato anche peggio.

LE ATTESE
Una sconfitta pesante per Mattia, dovuta non ad errori compiuti in campagna elettorale, vittima di un vento non lucano ma nazionale che sembra decisamente cambiato e che, dopo aver gonfiato le percentuali della Lega, soffia un po' anche in quelle del centrosinistra. M5S terza forza, quindi, che non sembra in grado di rialzare la testa malgrado stavolta il registro della campagna elettorale fosse diverso. Eccessive le attese riposte solo qualche settimana fa in Alessandro Di Battista, come le responsabilità poi attribuite all'ex parlamentare per il risultato abruzzese simile a quello lucano.

Ora la strada per il governo si fa ancor più in salita, ma non certo per colpa dei grillini che faranno di tutto per evitare di andare a casa, ma per l'asticella che Salvini alzerà ancor più nel tentativo di piegare i grillini o di ottenere da loro una reazione che faccia saltare l'esecutivo. Il presidente del Consiglio da mesi è costretto a fare i conti con una campagna elettorale permanente che proseguirà sino al 26 maggio. Le percentuali di ieri sono destinate a scaricarsi sull'esecutivo, come dimostrano le polemiche continuate anche ieri sulla Tav, il Memorandum cinese o il congresso delle famiglie di Verona. Conte una mano all'alleato più in difficoltà aveva provato a darla nei giorni scorsi, ma ieri deve essersi anche lui arreso all'evidenza, quando ha ribadito che la sua esperienza politica finisce con questo governo. Un chiaro messaggio a chi nel Movimento, da mesi, pensa di puntare sull'avvocato per cercare di invertire il trend. Conte deve aver intuito che il problema non è il leader, ma che si tratta di una crisi ben più profonda e che, se confermata dalle elezioni Europee, è destinata a riportare all'opposizione il Movimento. Conte non è un politico, tanto meno da opposizione, e si chiama fuori, escludendo anche un ipotetico Conte-bis.
Senza nemmeno un possibile candidato premier da proporre o riproporre in caso di crisi di governo, al M5S non resta che resistere, resistere, resistere. Ovvero rimanere attaccati al governo nella speranza che prima o poi il vento cambi e che alle elezioni europee il M5S possa stare almeno sopra il 20%. La serie di sconfitte messe insieme in tutte le tornate amministrative rischiano però di rendere complicato il traguardo anche perché ieri sera Salvini ha brindato alla vittoria un'ora prima della chiusura dei seggi, dicendo che «la Lega», e non il centrodestra o il candidato di FI, «governerà anche la Basilicata». Il tentativo egemonico sul centrodestra Salvini lo esporterà presto in Europa, dove i temi della campagna elettorale dividono ancor più gli alleati di Roma.

IL RINVIO
E' quindi facile pronosticare che - di rinvio - in rinvio Conte tenterà di arrivare a maggio e Di Maio dovrà evitare che le provocazioni dell'alleato facciano saltare il banco portando il Paese alle urne prima dell'estate. Gli argomenti non mancano e molti sono in sospeso: dallo sblocca cantieri alla Tav, dalla legittima difesa alla flat tax, passando per il decreto crescita e i contenuti del Def. Una lunga serie di appuntamenti rimandati che potrebbero rappresentare occasione o pretesto per un tutti a casa. Tra i due non c'è dubbio che sia Salvini il più interessato a un ritorno alle urne sia per capitalizzare sul piano nazionale le percentuali che gli assegnano sondaggi e elezioni regionali, sia per evitare di doversi intestare - con il M5S - la complicatissima manovra di bilancio di fine anno.
 
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