Balneari, niente proroga alle concessioni: FdI ci ripensa. Il governo tratta con la Ue

L'emendamento non è più tra i segnalati. Ma Forza Italia e Lega: noi andiamo avanti

Domenica 22 Gennaio 2023 di Francesco Bechis e Alberto Gentili
Balneari, niente proroga alle concessioni: FdI ci ripensa. Il governo tratta con la Ue

Dietrofront. Una proroga delle concessioni balneari non vale uno scontro frontale con la Commissione Ue. È la convinzione che ha spinto ieri la pattuglia di Fratelli d'Italia in Parlamento e al governo a inserire la retromarcia.

Togliendo dal pacchetto di emendamenti segnalati al decreto Milleproroghe la proposta a firma della senatrice di FdI Lavinia Mennuni che chiedeva di cancellare tout-court la scadenza del 31 dicembre 2023 come termine ultimo per mettere a gara le concessioni.

LE TRATTATIVE
Mentre il governo tenta di lasciarsi alle spalle il caso accise, ecco all'orizzonte un nuovo, possibile intoppo nella maggioranza. Divisa sul destino delle spiagge italiane. Pragmatica l'ala governativa di FdI. Così come Raffaele Fitto, il ministro degli Affari europei che del dossier ha discusso giovedì in un incontro a Bruxelles con il Commissario al Mercato interno Thierry Breton. La messa a gara degli stabilimenti entro la fine dell'anno è infatti prevista dalla normativa Ue sulla concorrenza. E sui ritardi dei precedenti governi italiani la Commissione ha già aperto una procedura di infrazione contro l'Italia. Per di più da quest'anno, come anticipato dal Messaggero, a causa dell'inflazione le multe Ue costeranno il 20% in più. Di qui la scelta di non includere l'emendamento Mennuni - senatrice vicina al veterano del partito Fabio Rampelli - nel pacchetto finale che sarà consegnato lunedì.

Scelta però non condivisa dagli alleati di FI e Lega. Tanto che la pattuglia di senatori azzurri è pronta a segnalare lunedì due emendamenti, a firma della capogruppo Licia Ronzulli e di Maurizio Gasparri, che chiedono di spostare in là i bandi per le concessioni, rispettivamente al 2024 e al 2025. La Lega, da parte sua, segnalerà un emendamento, a firma del capogruppo Massimiliano Romeo (e co-firmato da Gasparri), in cui si chiede da una parte la proroga, dall'altra un tavolo di confronto delle associazioni al ministero delle Infrastrutture. Da dove ieri il leader e ministro Matteo Salvini ha cercato di chetare gli animi: «Ho parlato ieri con Giorgia Meloni e abbiamo un'idea che coincide, spero che il tema balneari venga chiuso positivamente con l'ok delle associazioni prima dell'estate, una volta per tutte». Lo stallo però resta. Non solo sulle concessioni. Promette di far discutere l'emendamento della maggioranza al Milleproroghe che aumenta a 72 anni l'età massima per i medici in corsia e prevede la possibilità, fino al 31 dicembre 2026, di trattenere in servizio il personale medico e i docenti universitari in medicina e chirurgia fino al settantaduesimo anno di età. Anche qui, le associazioni di categoria sono pronte a mettersi di traverso.

IL DECRETO
Quanto ai balneari il governo, ha anticipato ieri la stessa Mennuni, è deciso a intervenire con un decreto per venire incontro ad alcune richieste. L'idea, filtra da fonti vicine alla premier, è dare corpo a «un'interpretazione estensiva della Bolkestein», la direttiva Ue sui servizi detestata dalla categoria. Prevedendo una serie di rimborsi per i concessionari uscenti e dunque penalizzati. La sostanza però non cambia: «Gridare oggi alla proroga significa schiantarci domani contro la Commissione», spiegano dai piani alti di FdI . Tradotto: una mediazione si può trovare, ma nel recinto delle regole Ue. Resta da convincere Forza Italia, di tutt'altro avviso. I senatori azzurri chiedono infatti di procedere subito a una mappatura del demanio. E di verificare se davvero le spiagge italiane rientrino sotto l'ombrello della legge sulla Concorrenza Ue, che ha un solo presupposto per entrare in azione: la «scarsità» dei servizi offerti. Di indietreggiare non se ne parla, «Giorgia ha promesso di difendere i balneari...» mugugnano dal partito di Berlusconi decisi a mettere il cappello su un bacino elettorale di tutto rispetto. Tra di loro c'è chi ricorda con malizia che la delega ai balneari (negata alla ministra del Turismo Santanché per evitare un conflitto di interesse), non è stata ancora assegnata. E dunque è nelle mani della premier, cui spetterà un'altra volta il compito di trovare il bandolo della matassa.


 

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