Balneari, via il termine delle concessioni a fine 2023. L'emendamento di Fdi al Milleproroghe

La proposta cancella l'attuale termine del 31 dicembre 2023 per l'efficacia delle concessioni

Venerdì 20 Gennaio 2023
Balneari, Fdi: «Via il termine delle concessioni a fine 2023». L'emendamento al Milleproroghe

Estendere l'efficacia delle concessioni degli stabilimenti balneari fino al varo della riforma complessiva di settore con uno stop al termine del 31 dicembre 2023. A prevederlo è un emendamento di FdI - prima firma Mennuni - al decreto Milleproroghe, che - secondo quanto si apprende - dovrebbe essere tra i segnalati del partito.

La proposta cancella l'attuale termine del 31 dicembre 2023 - fissato dalla legge sulla concorrenza e confermato dal Consiglio di Stato - per l'efficacia delle concessioni, stabilendo che «continuano ad avere efficacia fino all'approvazione della legge di riforma organica della relativa disciplina».

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La proposta

L'emendamento introduce un articolo sulla «cessazione di efficacia dei termini delle proroghe stabilite per le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per l'esercizio di attività turistico-ricreative e sportive nonché dei rapporti di gestione relativi ad attività con finalità turistico - ricreative e sportive». Al momento, le concessioni demaniali e dei rapporti di gestione per finalità turistico-ricreative e sportive, in essere sulla base di proroghe o rinnovi, «continuano ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023, se in essere alla data di entrata in vigore della legge (sulla concorrenza, ndr.) sulla base di proroghe o rinnovi».

Fiba-Confesercenti: apire un tavolo e fare mappatura

«È indispensabile aprire un tavolo fra governo e balneari, e va fatta la mappatura delle coste, non per eludere la direttiva Bolkestein ma per riconoscere i giusti diritti delle imprese». Lo afferma Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba-Confesercenti, che «sostiene con forza e determinazione l'emendamento di Lega e Forza Italia al Milleproroghe in cui si fa proprio riferimento all'istituzione immediata di un tavolo di confronto fra i ministeri di competenza e le associazioni categoria, che deve essere in sede di Ministero delle Infrastrutture».

«Il tavolo - ha spiegato all'ANSA - è fondamentale, deve ripartire il percorso di confronto che ha come obiettivo il rispetto della Bolkestein e verificare, con la mappatura, se c'è o non c'è scarsità della risorsa, ossia delle aree demaniali già censite come insediamento turistico ricreativo balneare ma non ancora assegnate. Perché la direttiva va applicata solo se c'è scarsità. Solo la scorsa settimana è stato istituito al Mef il Siconbep, il nuovo sistema informatico per mappare le coste italiane, previsto da una legge dello scorso governo. Se dovesse emergere che la risorsa è scarsa, si dovranno stabilire i valori certi delle imprese balneari e i parametri per le gare. Ma a noi risultano centinaia di lotti disponibili in Italia».

Rustignoli chiarisce che «non si tratterebbe di una proroga fine a se stessa a vantaggio dei balneari, con 12 mesi in più non cambia l'esito della nostra agonia: lo scopo è dare il tempo al governo di riuscire a fare quello che non è stato possibile fare perché c'erano altre priorità, come la guerra e l'emergenza energia. La sentenza del Consiglio di Stato, per definire la scarsità della risorsa, ha usato parametri non istituzionali presi da Legambiente. Lo Stato invece deve avere dei dati istituzionali per legiferare nel giusto modo. Chi vuole screditarci cita il Papeete e il Twiga, che per me sono due eccellenze, fra l'altro. Quelle sono solo due delle 30mila concessioni. Le altre hanno dietro famiglie che si sono ipotecate la casa, e non sono disponibili a farsi espropriare l'impresa».

Ultimo aggiornamento: 16:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA