Ballottaggi, rimonta del centrosinistra: vince in 7 città su 13. Tommasi conquista Verona, cdx primo a Lucca

Ballottaggi, al voto solo il 42%. La Russa: sconfitta colpa di FI. Al primo turno il centrodestra aveva conquistato 9 sindaci su 13

Domenica 26 Giugno 2022 di Francesco Pacifico
Federico Sboarina e Damiano Tommasi al ballottaggio a Verona

A Verona si registra un ribaltone di portata storica. Con il centrosinistra che con l’ex campione della Roma Damiano Tommasi strappa al centrodestra la roccaforte scaligera. Sempre l’asse Dem-M5S incassa un buon risultato nei grandi centri del Nord e a Catanzaro e toglie cinque comuni agli avversari. Invece lo schieramento guidato da Lega e Fratelli d’Italia paga le divisioni interne - le già citate Verona e Catanzaro - ma sembra reggere meglio nelle piazze del Centrosud e porta a casa Lucca. Si va verso un sette a quattro per il centrosinistra sul centrosinistra, con due primi cittadini eletti da liste civiche. Questi i primi elementi che arrivano dai ballottaggi per le Comunali di ieri. È certo, invece, che ha votato meno della metà degli aventi diritto in questa tornata: l’affluenza si è fermata al 42,20 per cento. In calo del 13 per cento rispetto al 54,73 registrato al primo turno. 
Ieri si è votato in 65 Comuni, 13 dei quali capoluoghi di provincia.

E già meno di due ore dopo la chiusura dei seggi si sono conosciuti con sicurezza i nomi dei sindaci eletti. Dalle prime analisi sembra che tranne i Cinquestelle e per certi aspetti la Lega, reggano le forze che appoggiano il governo. Il campo largo lanciato da Enrico Letta, poi, va meglio al Nord. Continua il rush registrato invece da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, stando alle prime rilevazioni primo partito del Paese. Ma, in quest’ottica, va ricordato che al primo turno il centrodestra aveva strappato 9 città (tra le quali Palermo, Genova e L’Aquila) contro le tre del centrosinistra.

LA SFIDA SCALIGERA

Le attese di tutti erano concentrate su Verona, storico feudo del centrodestra negli ultimi 15 anni. Qui già al primo turno il più votato era risultato l’ex calciatore Damiano Tommasi (39,8 per cento). Al secondo turno ha invece battuto il sindaco uscente Federico Sboarina con il 53,34 per cento dei consensi. L’ex primo cittadino si è fermato al 46,66. Sboarina paga le spaccature nel suo schieramento. Non a caso, fino alla fine, Matteo Salvini ha stigmatizzato la sua scelta di rifiutare l’apparentamento con l’ex primo cittadino Flavio Tosi (23,9 al primo turno), espulso in passato dalla Lega e ora candidato da Forza Italia. Ieri, nel centro scaligero il risultato era nell’aria: soltanto la mattina l’improvviso picco dell’affluenza sembrava far stravolgere tutte le previsioni. Anche perché Sboarina, la scorsa settimana, ha incassato l’appoggio del clero locale, dopo che il vescovo di Verona Giuseppe Zenti - pur senza citarlo - aveva suggerito in una lettera destinata ai sacerdoti della sua diocesi di premiare quelle «sensibilità e attenzioni» che sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender; dal tema dell’aborto e dell’eutanasia». Ma non gli è bastato. Ignazio La Russa se le prende con gli alleati, soprattutto azzurri: «Forza Italia ha voluto rompere».
Test nazionali anche quelli nei due capoluoghi, dove si è votato nel Lazio: Viterbo e Frosinone, entrambi, di fatto, al centrodestra. Nella città dei Papi ha avuto la meglio la “civica”, ma con un passato a destra, Chiara Frontini, che ha superato con quasi il 63 per cento la candidata del centrosinistra Alessandra Troncarelli, e assessore in Regione con Nicola Zingaretti. Frontini al primo turno aveva tenuto fuori dal ballottaggio i candidati ufficiali di FdI, Lega e Forza Italia. Fratelli d’Italia l’ha appoggiata solo la scorsa settimana. Riccardo Mastrangeli mantiene Frosinone al centrodestra distanziando di 10 punti Domenico Marzi, appoggiato da tutto il campo largo lettiano.
 

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Il centrodestra invece esce male da Catanzaro, dove paga le sue divisioni. Nella sfida tra giuristi Nicola Fiorita (centrosinistra) sfiora il 60 per cento contro Valerio Donato, un ex Pd che si definisce un civico trasversale ma che ha ottenuto i voti anche di Lega e Forza Italia (senza però i loro simboli). Nonostante l’appoggio di Wanda Marra, alla fine non è arrivato l’apporto degli elettori di FdI, che due settimane ha corso da solo con Marra, e di quelli sempre nell’alveo del centrodestra, che avevano puntato su Antonello Talerico.
I Dem registrano buoni risultati al Nord. A Piacenza ribaltone con Katia Tarasconi che dà uno scarto di quasi dieci punti alla prima cittadina uscente del centrodestra, Patrizia Barbieri. Decisivi per Tarasconi i consensi raccolti due settimane fa dal grillino Stefano Cugini (10,7 per cento). Sempre al Nord il centrosinistra conquista Monza, ribaltando il dato del primo turno: Paolo Pilotto distanzia nella “capitale” della Brianza, l’uscente Dario Allevi, che sempre al primo turno aveva approfittato di una FI con il 16,3 per cento e con numeri non lontani dal passato. Poi la bassa affluenza di ieri ha cambiato le cose. 
Sempre nel settentrione il centrosinistra va verso una riconferma a Parma, dove l’ex sindaco Federico Pizzarotti, il primo dei tanti grillini epurati si era avvicinato a questo schieramento nel suo secondo mandato. Suo successore Michele Guerra con il 66 per cento e già assessore di Pizzarotti. Dietro, per il centrodestra, l’ex sindaco Pietro Vignali, che dalla città ducale fu disarcionato dalla magistratura. Il centrosinistra, e sempre al Nord, conquista Cuneo con Patrizia Manassero, che aveva sfiorato la vittoria già al primo turno. Ad Alessandria, nonostante uno scarto iniziale di meno due punti percentuali Giorgio Angelo Abonante ha avuto la meglio su Gianfranco Cuttica Di Revigliasco dopo l’intesa al ballottaggio con il calendiano Giovanni Barosini, che ha sfiorato il 15 per cento al primo turno. 

I due fronti

Il centrodestra si conferma a Gorizia e Barletta. Nel capoluogo friulano, dove è stato allestito un seggio speciale “volante” per le persone affette da Covid grazie ai volontari della Croce Rossa, Rodolfo Ziberna ha battuto con il 52,23 per cento Laura Fasiolo. Torna a guidare Barletta Cosimo Cannito, che ha raggiunto il 65 per cento nella sfida contro Santa Scommegna, che pure aveva stretto un accordo con il centrista Carmine Doronzo. Con una certa sorpresa lo schieramento conquista Lucca: in un serrato testa a testa Mario l’imprenditore Mario Pardini, molto conosciuto in città perché organizza il Lucca Comics and game, sconfigge con meno di 700 voti Francesco Raspini del centrosinistra. A Pardini (34,3 per cento il 12 giugno) ha giovato l’apparentamento con Fabio Barsanti, ex CasaPound, che sotto le insegne del partito di Gianluigi Paragone, ItalExit, aveva portato a casa il 9,46 per cento dei voti. 
Può essere, per certi aspetti, inserita nel novero dei successi del centrodestra anche l’esito di Como, dove nessun candidato di FdI, Lega e Forza Italia aveva raggiunto il secondo turno. Il centrosinistra pensava di vincere con Barbara Minghetti, ma a sorpresa ha avuto la meglio il “civico” Alessandro Rapinese: dieci punti di scarto tra loro. Con lui anche il leader del Carroccio Matteo Salvini: «Se fossi a Como non voterei sicuramente centrosinistra».

Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 13:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA