Autonomia, un altro stop di Comuni e Province. Scontro sulle modifiche

La Conferenza unificata si spacca: il no delle Regioni pd, duro documento dei sindaci

Giovedì 2 Marzo 2023 di Andrea Bassi
Autonomia, un altro stop di Comuni e Province. Scontro sulle modifiche

Le Regioni spaccate. Le Province dubbiose. I Comuni contrari. Mai Conferenza unificata è stata più divisa di così. Ma sulla legge quadro per l’Autonomia differenziata, il ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli, ha comunque deciso di tirare dritto per la sua strada.

Il provvedimento sarà riportato prima nel pre-consiglio dei ministri per “valutare” le proposte di modifica presentate dall’Anci, l’associazione dei Comuni, e dall’Upi, quella delle Province. Poi chiederà di mettere la versione definitiva del testo all’ordine del giorno del prossimo consiglio dei ministri per l’approvazione finale prima della trasmissione alle Camere.

Autonomia, i sindaci frenano: «Meno potere alle Regioni»

«Dopo aver già accolto le richieste delle regioni nel precedente ottalogo», ha detto Calderoli, «anche le proposte emendative dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) e dell’Unione delle Province italiane (Upi) sono state ricevute e verranno portate in pre-Consiglio per una valutazione del loro inserimento nel ddl definitivo», mentre ulteriori modifiche potranno poi «essere presentate come proposte emendative durante l’esame del Parlamento». Un modo, insomma, per dire che buona parte delle richieste di sindaci e presidenti di provincia non saranno recepite. Nel testo finale ci sarà solo qualche “contentino” per rafforzare la partecipazione degli enti locali all’iter legislativo, ma nessuna risposta arriverà sui pesanti correttivi chiesti dai sindaci. 


Eppure le preoccupazioni espresse dai primi cittadini per voce del presidente dell’Anci Antonio Decaro, ma anche dal sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri, sono rilevanti. «Ci sono punti che per i rappresentanti delle autonomie locali», ha detto Decaro, «devono essere totalmente rivisti. Il documento presentato», ha aggiunto il presidente dell’Anci, «raccoglie le preoccupazioni dei Comuni sull’individuazione e finanziamento dei livelli essenziali di prestazione (Lep) e su un processo che prevede la devoluzione alle Regioni di funzioni non solo legislative ma anche amministrative e gestionali, senza tenere conto del ruolo e del contributo che in tutti questi anni i Comuni italiani hanno offerto in termini di servizi ai territori e alle comunità». I Comuni insomma, temono di essere schiacciati da un nuovo centralismo regionale, da governatori che inizieranno a occuparsi anche della gestione dei servizi oltre che di proporre leggi e, soprattutto, temono che per far partire l’autonomia di Veneto e Lombardia, vengano prosciugate le risorse necessarie a finanziare i servizi comunali nel resto del Paese. Un giudizio, insomma severo.


IL PASSAGGIO
Calderoli ha invece incassato un parere positivo, ma a maggioranza, da parte delle Regioni. Toscana, Emilia Romagna, Puglia e Campania, tutte quelle guidate dal Pd, hanno votato contro. Ma nonostante il voto favorevole, anche da alcune Regioni di centrodestra sono arrivati dei distinguo. Il disegno di legge del ministro Roberto Calderoli, ha detto il governatore della Calabria Roberto Occhiuto durante la Conferenza della Regioni, «è soltanto l’avvio di un percorso» che, oltre all’Autonomia, «dovrà anche superare la spesa storica e garantire i diritti sociali e civili su tutto il territorio nazionale». Pur esprimendo insomma un parare favorevole, Occhiuto ha voluto sottolineare che «non rappresenta una cambiale in bianco».


Dura invece la presa di posizione del dem Francesco Boccia. che ha parlato di una grave “falsificazione” di Calderoli, perché nella Conferenza non è stata raggiunta nessuna intesa. «Il ministro Calderoli», spiega Boccia, «non pago della spaccatura prodotta nel Paese, ora divide le Conferenze e spacca i tavoli di Regioni e Comuni». Il risultato di ieri, secondo Boccia, «è che il governo Meloni anziché ottenere l’intesa (così come avviene per ddl condivisi e provvedimenti che incidono sulla vita di Regioni, Province e Comuni) ha spaccato le Conferenze finendo con il voto a maggioranza tra le Regioni e senza alcun voto per Comuni e Province che, invece, hanno sospeso il parere».
 

Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 10:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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