Avanti, con giudizio. E senza lasciare indietro nessuno. Il governo Meloni frena sull'autonomia differenziata. E traccia una roadmap serrata - un anno - per definire i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Ovvero, così recita la riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 rimasta in parte inattuata, la soglia minima di «diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale».
LA CABINA
La cabina di regia, si legge ancora nella bozza, sarà presieduta dal ministro delle Autonomie (Calderoli) e riunirà i ministri degli Affari europei (Fitto), Economia (Giorgetti), Riforme (Casellati. Insieme all'Anci, all'Upi e alle Regioni. Il segnale è chiaro: l'Italia a due velocità, Nord avanti, Sud indietro, è un problema da affrontare. E pure in fretta: la cabina a Chigi avrà infatti sei mesi di tempo per predisporre «uno o più schemi di decreto del Presidente del Consiglio con cui sono determinati i Lep e i correlati costi e fabbisogni standard». Come? Il primo passo: una ricognizione delle funzioni esercitate da Stato e Regioni nelle materie ricomprese nell'articolo 116 della Costituzione così come della «spesa storica a carattere permanente dell'ultimo triennio sostenuta dallo Stato in ciascuna regione». Secondo passo: la Commissione tecnica per i fabbisogni standard individua «le materie o gli ambiti di materie riferibili ai Lep». E se non lo fa entro sei mesi, il governo nomina un commissario ad hoc.
LE REAZIONI
«Abbiamo la certezza dei ritardi evidenti da parte di alcune Regioni di prestazioni essenziali che non sono adeguate - ha spiegato ieri Fitto - vogliamo mettere in campo misure in grado di coprire queste sperequazioni». Da Forza Italia arriva la benedizione di Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri. L'autonomia? «Non può essere differenziata nel senso che il Sud è diverso dal resto d'Italia - risponde il numero due del partito - Forza Italia vuole che il Sud sia tutelato e possa beneficiare della scelta di andare verso le riforme». Ma sulla novità in manovra non mancheranno convergenze in aula. A partire dal Terzo Polo. La definizione dei Lep, diceva lo scorso giugno l'allora ministra per il Sud Mara Carfagna intervenendo alla Camera, è «una strada obbligata per superare le diseguaglianze».
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