Autonomia, l'allarme di sindacati e costituzionalisti: «Divide l'Italia in piccole patrie»

A lanciarsi contro il progetto autonomista disegnato dalla bozza Calderoli che arriverà in cdm a breve, è il presidente merito della Corte Costituzionale Ernesto Maria Flick

Venerdì 20 Gennaio 2023 di Francesco Malfetano
Autonomia, l'allarme di sindacati e costituzionalisti: «Divide l'Italia in piccole patrie»

La Costituzione non può essere «chiamata in causa per formare una procedura» basata sull'idea «del premio ai più bravi o del castigo ai cattivi», così com'è concepito «l'aumento delle competenze» nella riforma dell'autonomia differenziata. A lanciarsi contro il progetto autonomista disegnato dalla bozza Calderoli che arriverà in cdm a breve, è il presidente merito della Corte Costituzionale Ernesto Maria Flick.

Durante un lungo intervento alla conferenza "Tra autonomia differenziata e presidenzialismo" organizzata dalla Cgil, a Roma, questa mattina, il giurista si è scagliato contro l'intesa politica con cui i partiti della maggioranza stanno provando a barattare l'autonomia con la riforma in senso presidenzialista dello Stato.

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«Un meccanismo che fa paura» spiega, perché rischia di autorizzare «una forma di trasformazione in piccole patrie». E di farlo «non attraverso ciò che vuol dire l'articolo 116 della Costituzione» ma con «una nuova edizione della parabola dei due pesci, dodici pani e e cento poltrone». In altri termini Flick chiede «una maggior riflesisone». Il progetto Calderoli infatti «non è autonomia nell'ambito della realtà indivisibile e unitaria» sancita dalla Costituzione. Anzi crea «squilibrio tra chi va bene e vorrebbe andare meglio e chi va male», cioè «rischia diventare autonomia senza solidarietà». E per di più «taglia completamente fuori il Parlamento» attribuendogli «solo un compito di notaio» e valorizzando, al contrario, il ruolo di una cabina di regia. «Non mi ha entusiasmato la tentazione di ricorrere ad un comitato di saggi - ha concluso Flick - Perché ho sempre temuto che prima o dopo si risolvano in commissioni di "seggi"».

IL SINDACATO

Parole pesanti che, trovano l'eco in quelle dei molti esperti presenti dei diversi esponenti del sindacato presenti. Tra questi non solo Maurizio Landini («Distruggeranno sanità e scuola») o il segretario confederale Christian Ferrario («C'è il rischio che il combinanto disposto prefiguri addirittura un superamento della Carta costituzionale del ‘48») ma anche il segretario generale Francesco Sinopoli che ha parlato di uno «scambio immorale» tra le due riforme, che risponde «al crescere del disagio tra le persone» con «l'illusione che l'uomo forte al capo dello Stato o della Regione possa risolvere i problemi». Tutti hanno posto l'accento sulle criticità legate alle materie che potrebbero essere attribuite ai governatori. In particolare sulla scuola che, «oltre a mandare in soffitta il contratto collettivo del lavoro» trasformando i docenti in dipendenti della Regione e differenziando i salari e aumentando lo squilibrio nell'accaparrarsi i più preparati, può diventare «pesante strumento di consenso politico» mediante la definizione di programmi ad hoc. 

«Non siamo d'accordo né con l'autonomia differenziata né con il presidenzialismo che vengono proposti. Dobbiamo fare opposizione e determinare la costruzione di un movimento, di una nuova idea di società, un nuovo modello sociale» è  invece la chiusura del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Un progetto che «contrastiamo. Abbiamo bisogno in questa battaglia di costruire nel Paese una discussione e mobilitazione di massa», ha detto. Anche perché «Abbiamo chiesto al ministro Calderoli di confrontarci ma ancora non ci ha risposto», ha concluso Landini.

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