Affari correnti, cosa può fare Draghi? Le direttive di Palazzo Chigi: «Nomine solo se strettamente necessarie». Pdf

Venerdì 22 Luglio 2022
Affari correnti, le direttive Draghi: «Si procederà a nomine solo se strettamente necessarie»

«Soltanto nomine strettamente necessarie». Sono queste le direttive del presidente del Consiglio Mario Draghi ai componenti del Governo sul disbrigo degli affari correnti. «Ogni nuova iniziativa in merito - viene precisato - dovrà essere preventivamente sottoposta all'assenso del presidente del Consiglio al fine di assicurare uniformità di comportamenti.

Ciascun ministro dovrà curare che enti, aziende e società dipendenti, vigilati o direttamente controllati, si attengano agli anzidetti criteri, anche per quanto riguarda le procedure. Il Ministero dell'economia e delle finanze eserciterà i diritti dell'azionista nelle società partecipate, previo assenso del presidente del Consiglio. Resta salva l'autonomia di soggetti disciplinati da statuti o regole privatistiche che li sottraggono a direttive o a indirizzi del Governo».

Affari correnti, cosa sono

Per «affari correnti» si intendono tutte quelle funzioni che il governo può continuare a esercitare nonostante sia caduto. Le dimissioni del presidente del consiglio Mario Draghi non fermano quindi l'esecutivo. Ma quali sono i poteri che rimangono? Nella circolare firmata ieri si legge: l'attuazione del PNRR, le decisioni sulla situazione epidemiologica (quindi relative a mascherine, vaccini e green pass) e quelle relative al piano nazionale per gli investimenti complementari. Ma non solo. 

«Primo: l’esecutivo potrà firmare decreti legge se servissero. Le Camere, infatti, anche se sciolte, sono appositamente convocate per la conversione. Il rischio, però, è che non vi sia conversione per una situazione parlamentare particolarmente polarizzata e pre-elettorale. In questo contesto il ‘decreto accise’ annunciato per fine mese, è possibile. Secondo: dovrà portare a compimento gli ‘atti indefettibili», ovvero quegli obblighi dettati da un meccanismo automatico: ad esempio, l’Italia non può smettere di pagare il debito pubblico spiega il costituzionalista Francesco Clementi all’agenzia Ansa.

Terzo: potrà e dovrà emanare tutti i decreti legislativi attuativi di deleghe già approvate dal Parlamento, che è una quota parte importante dell’attuazione del Pnrr. Quarto: deve portare avanti tutto ciò che consente di far funzionare la macchina amministrativa del Paese, per esempio non si può smettere di fare passaporti… La quinta facoltà è stata introdotta durante la crisi del governo Gentiloni: l’attuazione del diritto comunitario e degli obblighi europei”.

Clementi preannuncia anche che a giorni dovrà essere emanata una direttiva della presidenza del Consiglio dei ministri che definirà in concreto gli ambiti di intervento del governo dimissionario. “Al suo interno, per quanto spiegato prima, non potranno non esserci le soluzioni a 4 emergenze: economica, pandemica, sociale, e quella legata alla guerra. Dunque, agli impegni che l’Italia ha preso con gli alleati per sostenere l’Ucraina, compreso eventualmente il prossimo decreto armi”. Di contro, essendo esclusi “tutti gli atti politici come i disegni leggi e le richieste politiche, saranno preclusi anche gli atti discrezionali”.

Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 10:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA