25 aprile, Giorgia Meloni: «Sia la festa della libertà, noi incompatibili con qualsiasi nostalgia del fascismo»

La lettera della premier al Corriere della Sera: "I valori democratici ora difendiamoli in Ucraina"

Martedì 25 Aprile 2023
25 aprile, Giorgia Meloni: «Sia la festa della libertà, noi incompatibili con qualsiasi nostalgia del fascismo»

Secondo Giorgia Meloni, dal 25 aprile, in Italia è nata «una democrazia nella quale nessuno sarebbe disposto a rinunciare alle libertà guadagnate.

Nella quale, cioè, libertà e democrazia sono un patrimonio per tutti, piaccia o no a chi vorrebbe che non fosse così. E questa non solo è la conquista più grande che la nostra Nazione possa vantare ma è anche l'unico, vero antidoto a qualsiasi rischio autoritario».

Così la premier in una lettera al Corriere della Sera in occasione della festa della Liberazione. «Per questo non comprendo le ragioni per le quali, in Italia, proprio fra coloro che si considerano i custodi di questa conquista vi sia chi ne nega allo stesso tempo l'efficacia, narrando una sorta di immaginaria divisione tra italiani compiutamente democratici e altri — presumibilmente la maggioranza a giudicare dai risultati elettorali — che pur non dichiarandolo sognerebbero in segreto un ritorno a quel passato di mancate libertà», aggiunge la presidente del Consiglio che chiede di difendere i valori democratici anche «in Ucraina».

«In questo nuovo bipolarismo l'Italia la sua scelta di campo l'ha fatta, ed è una scelta netta. Stiamo dalla parte della libertà e della democrazia, senza se e senza ma, e questo è il modo migliore per attualizzare il messaggio del 25 Aprile. Perché con l'invasione russa dell'Ucraina la nostra libertà è tornata concretamente in pericolo. E, questa, una convinzione che ho rafforzato grazie all'incontro con una donna straordinaria, Paola Del Din», spiega poi nella lettera accompagnata dalla foto del suo incontro con la partigiana che combatteva con le brigate Osoppo.

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«Da molti anni, e come ogni osservatore onesto riconosce, i partiti che rappresentano la destra in Parlamento hanno dichiarato la loro incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo», dice ancora Meloni. «Nel gestire quella difficile transizione, che aveva già conosciuto un passaggio significativo con l'amnistia voluta dall'allora ministro della Giustizia Togliatti - scrive ancora la presidente del Consiglio -, i costituenti affidarono dunque alla forza stessa della democrazia e della sua realizzazione negli anni il compito di includere nella nuova cornice anche chi aveva combattuto tra gli sconfitti e quella maggioranza di italiani che aveva avuto verso il fascismo un atteggiamento passivo». «Specularmente - continua Meloni -, chi dal processo costituente era rimasto escluso per ovvie ragioni storiche, si impegnò a traghettare milioni di italiani nella nuova repubblica parlamentare, dando forma alla destra democratica. Una famiglia che negli anni ha saputo allargarsi, coinvolgendo tra le proprie fila anche esponenti di culture politiche, come quella cattolica o liberale, che avevano avversato il regime fascista». «E' nata così - aggiunge - una grande democrazia, solida, matura e forte, pur nelle sue tante contraddizioni, e che nel lungo Dopoguerra ha saputo resistere a minacce interne ed esterne, rendendo protagonista l'Italia nei processi di integrazione europea, occidentale e multilaterale».

Ultimo aggiornamento: 16:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA