Maneskin, Victoria compie 22 anni: il compleanno a Roma. «A 14 anni mi sentivo rotta, mi ha salvata la musica»

Giovedì 28 Aprile 2022 di Mattia Marzi
Maneskin, Victoria compie 22 anni: il compleanno a Roma. «A 14 anni mi sentivo rotta, mi ha salvata la musica»

Ha incastrato tutto tra i vari impegni del fittissimo calendario condiviso con gli altri membri della band, Damiano David, Thomas Raggi e Ethan Torchio, che prima di partire per Verona – dove questa sera, all’Arena, terranno il loro primo vero concerto in Italia dopo due anni e mezzo, nonché il primo dopo Sanremo, l’Eurovision, il successo su scala mondiale – hanno deciso di trascorrere qualche ora a Roma, la loro città.

Ha chiamato gli amici di sempre, gli ha dato appuntamento in un locale affittato per l’occasione e ha aspettato la mezzanotte insieme a loro, prima di stappare una bottiglia di spumante per brindare.

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Così Victoria De Angelis, l’affascinante e sensuale bassista dei Maneskin, stanotte ha festeggiato i suoi 22 anni, in attesa del concerto-evento all’Arena di Verona, tra le pochissime occasioni per vedere in azione sui palchi italiani i Maneskin da qui alla fine dell’anno (torneranno nel nostro paese, che poi è anche il loro, anche se ormai Damiano e compagni vengono percepiti e considerati come star internazionali, il 23 giugno per una data allo Stadio Teghil di Lignano Sabbiadoro e il 9 luglio per il mega-show al Circo Massimo di Roma, già sold out con 70 mila biglietti venduti). Rispetto a quella, più istrionica, di Damiano, il cantante del gruppo, la personalità di Victoria è emersa solamente negli ultimi mesi. Complice quel suo modo appassionato e affascinante di suonare il basso, sia sul palco che nei video registrati con il cellulare in cameretta e condivisi tra le sue storie di Instagram (il suo account conta 3,5 milioni di follower), e anche quello stile selvaggio che sfoggia quando sul palco resta in mutande e reggiseno, come al Coachella, o quando sui social pubblica foto che la ritraggono in topless: “Un modello? Mi sentirei arrogante. Cerco di fare il mio e in questo modo spero di mandare messaggi positivi”, ha detto di sé la bassista, nelle interviste concesse in questi mesi.

 

Victoria, la vera leader

Fonti vicine alla band la ritraggono come la vera leader dei Maneskin: nessuno muove un dito senza il suo consenso. D’altronde parlano i fatti: fu lei nel 2015 a fondare il gruppo, ai tempi del liceo, insieme al chitarrista Thomas Raggi. Fu lei a scegliere il nome, Maneskin, che in danese, la lingua della madre (scomparsa a causa di una malattia quando Victoria era ancora molto piccola), significa “chiaro di luna”. Fu lei a dare una seconda chance a Damiano dopo averlo cacciato via da una precedente band: era troppo pop, mentre Victoria voleva suonare musica metal, dura, spigolosa, tagliente. Della sua adolescenza ha ricordato: «A 14 anni mi sono ritrovata a non voler più uscire di casa, ho perso un anno di scuola. C’era qualcosa di rotto in me». A salvarla, ha rivelato, è stata la terapia. E la musica: «Soffrivo di certe rigide distinzioni tra maschile e femminile: a sei anni avevo proprio il rifiuto per tutte le cose da bambina: facevo skate, tenevo i capelli corti, mi vestivo da maschio. Non indossavo gonne, non perché non mi piacessero, ma per reclamare la chance di essere me stessa. Il rock ha incarnato quello slancio di libertà». Su YouTube c’è ancora un video registrato tredici anni fa dal papà, mentre una baby Vic – così come la chiamano i compagni di band – prova a rifare il celebre riff di “Smoke on the water” dei Deep Purple.

I suoi modelli

Tra i suoi punti di riferimento cita Kim Gordon, l’iconica bassista della band alternativa newyorkese dei Sonic Youth: «In quegli anni il rock era un mondo maschile, lei se n'è sempre fregata, ha mandato all'aria ogni stereotipo di bellezza, nel suo modo di stare sul palco c'era qualcosa di aggressivo, sguaiato, ma ha conquistato migliaia di persone attraverso il suo strumento», ha detto della musicista. I gossip in passato le hanno attribuito un flirt con lo stesso Damiano: «Chissà», si è limitata a rispondere lei. Però ha rivelato di aver avuto una storia con un collega famoso, senza però fare nomi, e anche con ragazze. Della sua femminilità irrituale dice: «Trucco e vestiti mi aiutano a sentirmi meglio con me stessa, più figa, ma ho periodi in cui vorrei stare in tuta e basta. In quei casi cerco di darmi forza, ricordare che puoi trascorrere una bellissima giornata anche struccata e coi capelli in disordine. È molto difficile in questo mestiere salire sul palco e far vedere a milioni di persone il tuo lavoro, ciò che sei, quello che vuoi dire. C'è una tendenza a sessualizzare molto le artiste: si dice che una è bona, non che è brava».

Ultimo aggiornamento: 19:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA