Trans picchiata dai vigili urbani di Milano: Bruna sporge denuncia con un nuovo video. Manifestazione di solidarietà

La 42enne feriti a colpi di manganello

Lunedì 29 Maggio 2023
Trans picchiata dai vigili urbani: Bruna sporge denuncia con un nuovo video Manifestazione di solidarietà

Bruna, il nome che si è data la trans brasiliana manganellata dai vigili urbani a Milano, ha presentato denuncia contro gli agenti della Polizia locale per lesioni aggravate dall'abuso della pubblica funzione e dalla discriminazione, oltre che per tortura e minacce gravi.

E' la transessuale di 42 anni che è stata colpita con calci e manganellate, anche alla testa, il 24 maggio a Milano da almeno due vigili, come emerso da alcuni video amatoriali, davanti alla biblioteca della Bocconi.

La denuncia è stata depositata stamani in Procura dal legale della 42enne, l'avvocatessa Debora Piazza che è in contatto anche col consolato brasiliano. Con la denuncia e dopo il referto medico su una «ferita alla testa compatibile con una manganellata», come chiarito dal legale, l'inchiesta aperta dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Giancarla Serafini per lesioni aggravate dall'abuso della pubblica funzione potrà proseguire e nelle prossime ore dovrebbero essere iscritti i nomi di almeno tre dei quattro agenti della Locale intervenuti. Un'agente donna, invece, non avrebbe preso parte al presunto pestaggio su cui indagano i pm.

Nella denuncia il legale ha contestato anche l'aggravante prevista dall'articolo 604 ter del codice penale, che punisce i reati commessi «con le finalità di discriminazione etnica, razziale e religiosa». Secondo la donna e il suo legale, infatti, gli agenti si sarebbero accaniti su di lei in quanto transessuale. La tortura viene contestata, invece, perché dopo il presunto pestaggio la donna «venne tenuta chiusa dentro l'auto dei vigili almeno 20 minuti», dopo che le avevano spruzzato «in faccia lo spray al peperoncino».

Tra l'altro, l'avvocatessa ha depositato ai pm anche un nuovo video girato col telefonino da un testimone e che riprende gli istanti successivi a quando la donna è stata ammanettata, ossia quando viene portata sull'auto della Polizia locale. Sempre stando alla denuncia, l'accusa di minacce gravi riguarda presunte frasi urlate dai vigili prima di raggiungere la donna che stava scappando da via Castelbarco a via Sarfatti, ossia, ha spiegato dal legale, espressioni come «ti ammazziamo». L'avvocatessa già nei giorni scorsi aveva spiegato: «Ha una brutta ferita alla testa col sangue raggrumato, compatibile con una manganellata, è sconvolta, triste, depressa, piange e non riesce proprio a rivedere il video che ha ripreso quella scena».

La manifestazione

Si sono ritrovate in piazza a Milano le associazioni arcobaleno per protestare contro l'episodio che ha coinvolto Bruna, la donna transessuale brasiliana presa a manganellate dalla Polizia locale. Tra i cartelli con la scritta 'Trans lives matter' e 'Tocchi una di noi tocchi tutte noi', è presente anche Monica Romano, consigliera del Comune di Milano e attivista dell'Acet, l'associazione per la cultura e l'etica transgender, tra gli organizzatori della manifestazione.

«Quello a cui abbiamo assistito successivamente all'aggressione è stato un continuo scarica barile. Il sentimento forte che ci ha accompagnati in questi giorni è stato quello di essere soli a dover affrontare tutto questo» ha spiegato il presidente di Acet, Guglielmo Giannotta, che ha raccontato, a fronte dell'aumento di richieste di assistenza da parte di persone trans, di investire lo stesso numero di ore lavorative nell'attivismo «per non lasciarle in mezzo a una strada». Per la presidente dello Sportello Trans 'Ala Milano', Antonia Monopoli, «gli abusi di potere sono all'ordine del giorno, implicitamente incoraggiati da una classe politica che si rifiuta di difendere le persone vittime di discriminazione. Siamo stanchi. Non vogliamo scuse, vogliamo provvedimenti esemplari. Sono preoccupata che così tante persone si schierino con i carnefici invece che con la vittima: vuol dire che il marcio è più profondo di quel che sembra ed è molto radicato nelle istituzioni».

Le associazioni, tra cui anche i Sentinelli e il Cig Arcigay di Milano, chiedono un tavolo permanente di lavoro con il Comune di Milano per lavorare insieme sulla tutela e sull'implementazione del tenore medio di vita delle persone transgender, non binarie e di genere non conforme, «soprattutto in questo momento storico così difficile, nel quale la comunità trans è una delle comunità più sotto il mirino del governo attuale».

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