Tina Turner, come è morta: la lunga malattia e una vita costellata di successi e di tragedie

Una donna e un'artista capace di resistere a un’esistenza segnata da drammi, tragedie, violenza, ascese, cadute, che racchiude almeno tre vite

Giovedì 25 Maggio 2023 di Mattia Marzi
Tina Turner, come è morta: la lunga malattia e una vita costellata di successi e di tragedie

Nell’ottobre del 1986 la rivista statunitense Rolling Stone le dedicò una delle sue copertine più iconiche: «Queen of rock’n’roll», «regina del rock’n’roll», il titolo scelto per l’intervista, che sarebbe diventato da quel momento in poi il suo soprannome. Tina Turner, scomparsa ieri all’età di 83 anni a Zurigo, dove viveva, dopo una lunga malattia, nei ventiquattro mesi precedenti all’uscita di quell’intervista aveva collezionato una serie di hit come What’s Love Got to Do with It, Private Dancer, Show Some Respect e We Don’t Need Another Hero: la diva, che aveva già 47 anni, raccontò al giornalista la sua rinascita dopo essersi lasciata alle spalle la turbolenta relazione con l’ex marito e sodale sul palco Ike.

Fu, quella, una delle tante svolte della parabola umana e artistica di Anna Mae Bullock, partita da Brownsville, in Tennesse, alla conquista del music biz. Capace di resistere a un’esistenza segnata da drammi, tragedie, violenza, ascese, cadute, che racchiude almeno tre vite.

Tina Turner morta, le malattie: l'ictus, il tumore all'intestino, il trapianto di rene. Valutò anche il suicidio assistito

LA SCENEGGIATURA

Nel 1993 Brian Gibson girò un film su una vita che sembrava una sceneggiatura già scritta: Tina - What’s Love Got to Do with It incassò a livello mondiale 60 milioni di dollari. Venticinque anni più tardi la vita della «regina del rock’n’roll» sarebbe arrivata a Broadway, sotto forma di un musical, Tina, diretto da Phyllida Lloyd, con le hit della diva e l’afroamericana Adrienne Warrenn nei panni della protagonista. Quando uscì quell’intervista su Rolling Stone, Tina Turner aveva appena spedito nelle librerie la sua prima, straziante autobiografia, I, Tina. Nelle pagine del libro, la cantante aveva raccontato per filo e per segno le violenze subite dal marito Ike Turner, con cui all’inizio degli Anni ’60 aveva messo su un duo che è stato determinante per la nascita del rock’n’roll e che l’ha resa famosa. Le cose precipitarono quando lui, geloso del successo di lei, andò fuori di testa. Rivelandosi un uomo violento, che nonostante il successo di brani come Proud Mary, Nutbush City Limits e River Deep Mountain High trasformò la vita di Tina in un incubo: «Mi picchiava. Avevo sempre un occhio nero e altri segni. E poi aveva donne dappertutto. Non mi dava soldi. Aveva una pistola. Sentivo che da un momento all’altro mi avrebbe sparato un colpo in testa», confessò, tra le varie cose, Tina Turner, che aveva divorziato da Ike nel 1978, trovando la forza per troncare quel legame nella pratica del buddismo. Da quella relazione fuggì senza nulla, ricominciando da zero. The Best nel 1989 fu solamente l’apice dell’ascesa che le permise, da sola, di vendere 180 milioni di copie in tutto il mondo e vincere 12 Grammy. Conquistò anche Hollywood, collezionando ruoli cinematografici indimenticabili: dall’Acid Queen di Tommy alla Aunty Entity di Mad Max.

LE REAZIONI

Tina Turner è stata una delle più straordinarie performer mai apparse sui palcoscenici. Mick Jagger ha sempre ammesso di averle «rubato» il modo di stare in scena, ai tempi in cui i Rolling Stones, esordienti, vennero arruolati per aprire i concerti di Ike e Tina Turner: il duetto tra il frontman degli Stones e la diva al Live Aid è leggendario. Ieri è stato tra i primi a omaggiarla sui social: «Che Dio ti benedica, Tina». E poi Bryan Adams, Debbie Harry dei Blondie e pure star dell’r&b di nuova generazione come Ciara. La Casa Bianca ha addirittura diffuso una nota: «Una perdita enorme: Tina Turner era un’icona della musica». Eros Ramazzotti, con il quale nel 1997 Tina Turner incise un duetto su una nuova versione di Cose della vita intitolata Can’t Stop Thinking Of You: «Sono scosso dalla notizia della scomparsa di una delle più grandi artiste di tutti i tempi, una grande donna. È stata per tutti noi un simbolo sotto ogni forma, artistica e umana». Icona di bellezza senza tempo, con una voce graffiante, un fascino irresistibile e probabilmente le gambe più belle della storia della musica, nella biografia My Love Story del 2018 l’ormai 75enne Tina Turner raccontò i tanti problemi di salute che ne avevano compromesso il successo, spingendola a rinunciare ai tour nel 2009: dall’ictus che nel 2013 la costrinse ad affrontare un lungo periodo di riabilitazione per recuperare l’uso delle gambe all’insufficienza renale curata inizialmente con la dialisi prima che il marito-manager Erwin Bach, più giovane di lei di quindici anni (si sposarono nel 2013, quando la diva ottenne la cittadinanza svizzera), si offrisse di donarle un rene. Passando per il tumore all’intestino che le fu diagnosticato nel 2016.

 

IL RISPETTO

Tina raccontò di aver valutato anche il suicidio assistito. Una vita, quella della cantante, segnata dai drammi fino all’ultimo. Nel 2018 si suicidò a 59 anni il figlio Craig Raymond Turner, primogenito della diva, avuto a 18 anni da Raymond Hill, sassofonista della sua band Kings of Rhythm. Lo scorso dicembre, invece, è scomparso a soli 62 anni a causa di problemi di salute il figlio Ronnie, avuto dal secondo marito Ike Turner. «Ho sempre combattuto per avere rispetto. E non mi fermerò finché non l’avrò ottenuto. Potrei non averlo mai, perché la mia vita è stata troppo dura finora. Ma questo successo è un assaggio di come sia quel rispetto. E mi piace», diceva nell’’86: l’essenza di Tina Turner sta tutta qui.

Ultimo aggiornamento: 12:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA