Taylor e Mourinho, Conidi: «Partita decisa da scelte dubbie, José spero che rimanga: è il condottiero di un popolo intero»

Il frontman dell'Orchestraccia torna sulla finale e parla di musica: «Esco da Roma e canto il folk in chiave rock»

Sabato 3 Giugno 2023 di Mattia Marzi
Taylor e Mourinho, Conidi: «Partita decisa da scelte dubbie, José spero che rimanga: è il condottiero di un popolo intero»

Stavolta c'è una novità. Piuttosto significativa. Dopo aver rivisitato negli ultimi dieci anni con i loro show e nei loro dischi la tradizione musicale capitolina, adesso l'Orchestraccia canta in siciliano. Tutto vero. Ne La santa, il nuovo singolo appena uscito, la superband capitanata dal cantautore e attore Marco Conidi e composta da cantanti, musicisti e performer legatissimi alla scena romana riprende un brano tradizionale siciliano come Abballati abballati e lo rilegge in chiave rock: «Siamo partiti rivisitando la musica romana, poi abbiamo messo su un repertorio di brani originali e ora omaggiamo la tradizione folk di tutto lo stivale.

Perché se è vero che tutte le strade portano a Roma, è vero anche che da Roma si può partire per allargare i propri orizzonti, provando ad accendere una luce sul folklore italiano», dice il 56enne frontman.

L'etichetta di cantori della romanità comincia a starvi stretta?
«No. Ne andiamo fieri. Ma in questi dieci anni di attività il folk romano lo abbiamo esplorato a sufficienza. Ora ci mettiamo alla prova. Abbiamo messo su un repertorio di trenta canzoni in vari dialetti: da una Calabrisella in versione punk a una rilettura folk rock di Ciuri ciuri».
Cosa ne farete?
«Lo proporremo dal vivo in giro per l'Italia. Abbiamo fatto un primo esperimento a fine aprile a Reggio Calabria».
E come è andato?
«Insospettabilmente bene. Anche a Potenza, qualche giorno fa, siamo riusciti a portare a casa un sold out. Speriamo che La santa, in cui ci siamo divertiti a far incontrare la celebre Abballati abballati con una ritmica in stile Smashing Pumpkins, possa rappresentare una sorta di lasciapassare per la consacrazione anche fuori dal Lazio. Abbiamo già chiuso una data a Massa Carrara e una al Teatro Nazionale di Milano rispettivamente il 9 e il 20 settembre. A dicembre ci esibiremo il 7 al Teatro Duse di Bologna e il 31 al Teatro Orfeo di Taranto».
«'Sto mondo condanna chi canta e chi protesta», cantate nei versi in romanesco che avete aggiunto a quelli di Abballati abballati: vi è mai capitato di sentirvi esclusi da certi circuiti perché troppo legati a radici popolari?
«Eccome. Ma non ci siamo mai abbattuti. Noi veniamo dal popolo e godiamo di un successo popolare: certi circoletti intellettualoidi elitari e snob ci sono sempre stati sulle scatole».
La santa anticipa un nuovo disco?
«Sì. Ci stiamo lavorando, canzone dopo canzone. E nel frattempo io torno a recitare, a tre anni dall'ultima esperienza sul set».

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Per il cinema o per la tv?
«Per una piattaforma. Sono tra gli attori della seconda stagione della serie per adolescenti Prisma, su Prime Video. Stiamo girando tra Roma e Latina. Non so quando uscirà. L'ideatore Ludovico Bessegato, che è anche regista, mi ha chiesto di interpretare un produttore discografico truffaldino. Durante il provino ho fatto sette minuti di improvvisazione: mi sono ispirato a tutti quei personaggi che in questi trent'anni di carriera mi hanno fregato soldi su soldi».
Quanti ne ha incontrati?
«Tanti. Pensi che quando mi mandarono in gara a Sanremo nel 1993, i discografici mi detrassero dai diritti dell'album i soldi che spesero per la promozione. Senza parlare di quegli impresari che vendevano le mie serate a una cifra, ma a me comunicavano altre somme. Ero ingenuo».
A Roma dove vi vedremo quest'estate?
«Il 22 luglio saremo al Circo Massimo insieme a Maurizio Battista. Poi gireremo il Lazio per tutta l'estate. Il 23 luglio suoneremo a Villa Torlonia a Frascati, l'11 agosto a Subiaco, il 12 a Cave, il 16 a Castel Cellesi, in provincia di Viterbo. A Roma poi torneremo il 4 e 5 dicembre al Teatro Olimpico».
Domani si esibirà all'Olimpico per cantare dal vivo la sua "Mai sola mai", ormai inno giallorosso, per la chiusura della stagione?
«Non so se canterò. L'ho già fatto mercoledì per la finale di Europa League. Ma allo stadio ci sarò, per senso di appartenenza. Peccato che quella partita sia stata decisa da scelte arbitrali dubbie. Mi auguro che Mourinho rimanga: è il condottiero di un popolo intero».
 

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