Confermato dalla Cassazione il dissequestro dei beni del produttore televisivo Alberto Tarallo. I giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal pubblico ministero Carlo Villani, confermando la decisione espressa dal Tribunale del Riesame di Roma che lo scorso marzo aveva annullato il sequestro da 5 milioni di euro eseguito a gennaio dalla Guardia di Finanza nei confronti del produttore televisivo, dopo aver indagato sulla morte misteriosa del suo compagno Teodosio Losito. Tarallo, patron di Ares, era stato accusato di aver messo a punto un piano per impadronirsi dei beni dell'ex compagno, Losito, suicidatosi l'8 gennaio del 2019.
UN AMORE PURO
Come emerso nel corso delle indagini, anche attraverso le ispezioni delle chat tra l'amica intima Ursula Andress e Stefania Graziosi, «erano una coppia bellissima, si amavano e Tarallo ha sempre cercato di aiutare Losito che soffriva per non aver avuto il suo stesso successo nel lavoro». Contrastanti, invece le dichiarazioni di un altro amico della coppia, l'attore Gabriel Garko, sentito dal pm: «Tarallo voleva mantenere il controllo su tutti, Losito nell'ultimo periodo aveva anche manifestato la volontà di andare via da solo». Nonostante le accuse mosse al patron di Ares, il Tribunale del riesame non aveva trovato abbastanza validi gli elementi di prova a suo carico, ritenendo poco esaustive anche le relazioni della consulente del pm. Da qui, la decisione di dissequestrare i beni, confermata dalla Corte di Cassazione, con grande soddisfazione dei legali di Tarallo: «È una decisione giusta - ha commentato l'avvocato Daria Pesce, che lo difende insieme al legale Franco Coppi - la falsità del testamento, così come contestata dalla Procura, è insussistente».
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