Stefania Sandrelli: «A 17 anni rifiutai avances di un calciatore della Lazio, mi riempì di botte. Io ritirarmi? Non sono un'ex attrice»

Festival di Venezia, parla l’interprete di “Acqua e anice” che ha ricevuto il Premio Bianchi dal Sindacato Giornalisti Cinematografici

Giovedì 8 Settembre 2022 di Gloria Satta
Stefania Sandrelli: «A 17 anni rifiutai le avance di un calciatore della Lazio, mi riempì di botte e lo denunciai. Io ritirarmi? Non sono un'ex attrice»

VENEZIA - Stefania Sandrelli è una regina avvolta in veli candidi che porta al Lido il peso della sua «carrierona», 100 film e una regia lirica, e la bellezza trionfale dei suoi 76 anni. «Non ho chiuso occhio e, come diceva l'amato Ettore Scola, quando non dormo sono più bella», si schermisce la grande attrice, due figli, 5 nipoti e un numero incalcolabile di riconoscimenti a cui ora si aggiunge il prestigioso Premio Bianchi del Sindacato Giornalisti Cinematografici. A Venezia, «dove ho concepito mia figlia Amanda con Gino Paoli», Stefania ha anche accompagnato alle Giornate degli Autori l'opera prima di Corrado Ceron Acqua e anice in cui interpreta una 70enne ex star del ballo liscio che parte per un ultimo viaggio sui luoghi del suo successo con una timida autista (Silvia D'Amico).

Commedia on the road, il film affronta anche il tema dell'eutanasia.

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Alla Festa di Roma, Stefania porterà invece Astolfo di Gianni Di Gregorio in attesa di girare in Sicilia L'estate più calda. E pensare che aveva dichiarato al settimanale Oggi che la sua vita professionale era al termine...
Davvero ha deciso di ritirarsi?
«Non proprio. Finché mi offrono dei ruoli, anche piccoli, non sono ancora un'ex attrice. Voglio però prendermi un anno sabbatico per star vicina al mio compagno Giovanni Soldati che ha passato sei mesi in ospedale. La sua malattia mi ha stesa a 4 di bastoni, come dicono a Roma».
Non riesce proprio a reprimere il suo senso materno?
«Da sempre mi preoccupo della famiglia, ma voglio vivere. Anche se mio figlio medico Vito Pende ha elaborato per lui un ottimo piano terapeutico, spero che Giovanni si responsabilizzi prendendosi cura di sé senza che io gli stia addosso. Del resto 40 anni fa mi sono innamorata di lui proprio perché è così, vive alla giornata. Ma è l'uomo della mia vita».
Perché ha deciso di girare Acqua e anice?
«Dopo “Io la conoscevo bene”, è il secondo film della mia carriera tutto incentrato su di me. Mi piaceva l'idea di rappresentare il coraggio della protagonista. Inoltre si parla di eutanasia che si pratica anche in Italia, ma senza dirlo. Fatico a parlarne ma andrebbe legalizzata, è una questione di diritti umani».
Sceglierebbe di morire se un male le togliesse le speranze?
«Sì. Sul set e fuori ho sempre incarnato la gioia di vivere, ma una vita senza dignità non merita di essere vissuta».
Come riesce ad accettare con leggerezza il tempo che passa?
«Sono carica di energia e ho coraggio da vendere. Nulla mi fa paura. Mi preoccupo solo dei figli e dei nipoti».

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L'Italia si prepara alle elezioni, che ne pensa?
«È un momento difficilissimo. Se ne accorgeranno quelli che smaniano per andare al governo. Saranno cazzi loro».
Ha mai pensato di entrare in politica?
«Mi metterei in gioco solo se potessi difendere le donne. Siamo sempre a rischio, come ho sperimentato di persona».
A cosa si riferisce?
«Quando avevo 17 anni, un calciatore della Lazio fidanzato con una mia amica provò ad avere un rapporto sessuale con me. Io mi rifiutai e lui mi gonfiò di botte. Lo denunciai, ma la cosa venne insabbiata. Lui ora non c'è più».
Cosa sogna per il futuro?
«Vorrei vivere in campagna con un somarello, il mio animale preferito. A dire la verità vedo già gli asini dal mio appartamento sulla Cassia affacciato su una vallata. Loro ragliano e io rispondo con un urlo. Mi dà tanta serenità».

Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 07:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA