MILANO - Non si sarebbero fermati perché la «spirale» di «aggressioni e ritorsioni» era diventata inarrestabile con «crimini sempre più cruenti». Tutti «spettacolarizzati», mostrati sui social per guadagnare 'likè, e di conseguenza popolarità e denaro coi contratti discografici, portando, come altro grave effetto, «numerosi ragazzi» a «considerare 'normalì» quelle azioni violente. Così oggi i carabinieri di Milano con 9 arresti tra Bergamo, Como e Lecco, in un'inchiesta coordinata dal pm Francesca Crupi, sono intervenuti per bloccare una «faida» tra due gruppi di 'trapper' rivali, iniziata a parole a fine 2021 e che si è tirata dietro una scia di sangue fino a poco più di un mese fa.
La rivalità
Il 16 giugno Simba La Rue, all'anagrafe Mohamed Lamine Saida, rapper di 20 anni con centinaia di migliaia di follower su Instagram, come altri protagonisti di queste vicende che ricalcano le sparatorie nell'hip hop statunitense degli anni '90, era stato ricoverato in gravi condizioni dopo essere stato accoltellato a Treviolo.
kristina #gallo, svolta nelle indagini sulla 30enne trovata #morta in casa: «Non è stato un #malore», arrestato il compagno https://t.co/LaZrMzS9P0
— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) July 29, 2022
Cosa è successo
Sarebbe stato tenuto là dentro per due ore, mentre sul suo account, ma anche su quelli degli aggressori, venivano pubblicati video con tanto di volto «sanguinante e tumefatto», insulti e parole di dileggio. Era stato liberato a Calolziocorte, nel Lecchese. «Abbiamo inscenato una finta faida fra di noi per fare spettacolo e per farci pubblicità (...) Ribadisco di non essere stato mai in pericolo», ha messo a verbale Touché, rispettando una regola «di omertà» con «menzogne», come spiega il gip, «finalizzate a non fare emergere l'esistenza» di quella «guerra» tra le «due bande» in cui «lui stesso è coinvolto per la commissione di gravi fatti di sangue». Per il giudice, infatti, «il grave accoltellamento» subito da Simba una settimana dopo, «rivendicato sui social da uno dei membri della banda di Baby Touché», può essere letto come una «ritorsione».
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Guerra fra trapper, la ricostruzione
Tutto era iniziato il 14 febbraio quando uno della gang di Simba, mentre si trovava vicino alla stazione di Padova, era stato «ripetutamente colpito da una decina di giovani». Da lì la risposta in via Settala a Milano: due del gruppo di Touché sono stati pestati e feriti anche con un coltello il primo marzo e rapinati di portafoglio e cellulare. Questo il secondo episodio contestato a Simba e altri 5 (in più c'è un minorenne indagato). «Lo abbiamo aperto bene, era pieno di sangue», diceva intercettato uno degli arrestati, Christopher Alan Momo, 23 anni, mentre Sara Ben Salha avrebbe avuto il compito di attirare in trappola una delle vittime dell'agguato «con la scusa di un appuntamento 'galantè». Tutti giovani in gran parte «di origine nordafricana, anche di seconda generazione», riassume il gip, che «si ispirano in qualche modo ai tumulti che avvengono nelle banlieue francesi». Parlano di «sangue» e di «ferri» nelle canzoni, nei video e mettono tutto in pratica: «a Milano - dicevano - stiamo attenti, perché adesso siamo entrati in una 'war zonè con quelli di Padova». Su un profilo anonimo, «quartiere.tn», venivano caricati «gli aggiornamenti» sulla faida e anche oggi si dava conto degli arresti con immagini e insulti. Una sparatoria allarmante c'era stata in zona San Siro a inizio anno (due condanne, tra cui quella del rapper '24K'). Nei nuovi atti rispunta, poi, il nome di Baby Gang, ovvero Zaccaria Mouhib (non arrestato), e le indagini vanno avanti. Domani un paio di interrogatori, mentre quello di Simba sarà fissato per la prossima settimana.