Sanremo 2023, Ultimo: «Le polemiche nel 2019? Non mi pento, ma non sono fiero. Torno al Festival perché ho ancora il fuoco dentro»

Alba, la canzone che porterà a Sanremo e che dà anche il titolo al nuovo album in uscita il 17 febbraio, è già primo nella classifica degli scommettitori

Sabato 21 Gennaio 2023 di Mattia Marzi
Sanremo 2023, Ultimo: «Le polemiche nel 2019? Non mi pento, ma non sono fiero. Torno al Festival perché ho ancora il fuoco dentro»

«Ho letto dei commenti sui social: Ma non hai paura di andare a Sanremo?, mi hanno scritto. Paura di cosa? Di andare a presentare una canzone e un album in cui credo tanto in una vetrina così importante?», dice Ultimo.

Quando mancano poco più di due settimane all'inizio della kermesse, in programma dal 7 all'11 febbraio, il 26enne cantautore romano che torna in gara al Festival di Sanremo a quattro anni dal secondo posto, con polemiche, de I tuoi particolari sceglie di mantenere un profilo basso. Mentre parla, Niccolò Moriconi, questo il suo vero nome, pesa le parole stando ben attento a non sbilanciarsi. Si tradisce se così si può dire solo quando gli si fa notare che con la sua Alba, che dà anche il titolo al nuovo album in uscita il 17 febbraio (è il quinto in sei anni), è già primo nella classifica degli scommettitori.


Ha visto le quote? La danno per favoritissimo alla vittoria.
«Sì. E a furia di grattarmi, ho consumato i gioielli di famiglia (ride)».


Allora fa sul serio.
«Per me sarà già un successo riuscire a far ascoltare a quanta più gente possibile Alba, a prescindere da tutto. L'ho scritta quest'estate mentre ero alle Eolie, un mese dopo la chiusura del tour negli stadi. È una ballata che cresce verso dopo verso, anche a livello di armonia: la mia mente comincia a fantasticare, staccandosi dalla realtà. Prima di realizzare, alla fine, che era tutto un sogno, dal quale mi risveglio: Ti immagini se tutto questo fosse la realtà?».


Perché sognare un'altra realtà? Non le bastano i 73 Dischi d'oro e di platino appesi alle pareti di casa?
«Tutto bellissimo. Ma non mi fanno sentire appagato. È il motivo per il quale torno a Sanremo: a me piace l'idea di mettermi in gioco, buttarmi nella mischia. Vorrei che questa partecipazione fosse un modo per far capire che io c'ho un fuoco dentro che questo successo non riesce a spegnere».


Sarà anche un modo per riscattare il secondo posto del 2019, quando polemizzò contro la giuria d'onore e la sala stampa, che premiarono Mahmood e la sua Soldi ribaltando l'esito del televoto, dove lei aveva spadroneggiato?
«Non devo riscattare niente. Non mi pento di niente e non sono fiero di tutto quello che ho fatto».


Cosa vuol dire?
«Voglio dire che non sono pentito, perché il passato non si rinnega. E che non sono fiero, perché non dovrei essere fiero di quello che ho detto e fatto in quel contesto. Nel nuovo album canto la mia maturità. Ho capito che non posso piacere a tutti: ad alcuni la mia musica fa schifo, altri dicono che faccio canzoni troppo lente. Però bisogna riconoscere che nella mia musica c'è autenticità».


Altrove non la vede?
«Parlo per me. Io non scrivo canzoni a tavolino. Sono caduto anche io in quella trappola quando quest'estate ho scritto Vieni nel mio cuore, perché serviva una canzone che facesse da colonna sonora al tour: però si trattava di un evento importante per me e non mi sono sentito venduto».


Una canzone per una pubblicità la farebbe?
«Col ca (ride). Mi rifiuto anche di sponsorizzare prodotti sui miei social».


Citerebbe mai un marchio in un testo, come fanno rapper e trapper?
«Nemmeno per sogno. Scrivo seguendo altre logiche. Tra le canzoni del disco ce n'è una intitolata Joker: l'ho scritta dopo aver visto il film con Joaquin Phoenix. In fondo Joker non era un cattivo, ma un reietto che avrebbe potuto salvarsi se solo la società gli avesse teso la mano. Era un Ultimo, come me».


Tra fenomeni come thasupreme e Blanco, le è mai capitato di sentirsi superato in questi anni?
«Certo. E il difficile comincia lì. Quando non sei più la novità, viene fuori la verità: se sei autentico rimani, altrimenti sparisci. Io dopo sette anni continuo a riempire gli stadi. Le due date del 7 e 8 luglio all'Olimpico sono sold out, per quella del 10 sono stati già venduti 35 mila biglietti (il tour farà poi tappa a San Siro, Milano, il 17 e 18 luglio, ndr)».


Ha mai creduto di essere arrivato?
«No. Anzi, ho sempre avuto la sensazione che potesse finire tutto da un momento all'altro. Continuo a lavorare a testa bassa, costruendo le fondamenta di quello che, spero, sarà la mia carriera».


I record, i sold out, i premi. Cos'altro può chiedere Ultimo alla vita? L'estero?
«Al successo internazionale non ci ho nemmeno mai pensato, onestamente. Forse chiederei solo di avere una continuità, poter costruire una carriera alla Cesare Cremonini o Tiziano Ferro».


E a Niccolò, invece, cosa manca?
«A volte ho la sensazione di non avere mai del tempo per me, anche quando sono solo».

Ultimo aggiornamento: 07:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA