Samantha Cristoforetti e gli elogi di Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese e pronipote di Mao Tze-Tung. La felicità e la missione in Cina

La discendente del Grande Timoniere ha lodato l'italiana per la poesia scelta per salutare la stazione spaziale internazionale

Mercoledì 19 Ottobre 2022 di Paolo Ricci Bitti
Samantha Cristoforetti e Mao Ning

Samantha Cristoforetti incassa i complimenti urbi et orbi di qualcuno abituato a parlare a qualche miliardo di persone, se calcoliamo i suoi connazionali e gli altri abitanti del mondo. Ovvero il portavoce del ministero degli Esteri della Cina, ovvero l'alta diplomatica Mao Ning, nominata il mese scorso fra i ruoli di massimo livello per il governo di Pechino e già prima consigliera all'ambasciata cinese a Washington, dove ha anche studiato.

Di più: fra i suoi avi anche il massimo possibile, ovvero Mao Tze-Tung.  Ma perché la pronipote del Grande Timoniere ha detto ai media cinesi: «Ho letto le notizie e alzo il pollice in su per l'astronauta italiana»? Una dichiarazione  rimbalzata impetuosamente persino in orbita.

"Il" commento (qui lo potete ascoltare) è emerso a margine della prima conferenza stampa di Samantha Cristoforetti rientrata dalla missione Minerva, conferenza tenuta martedì a Colonia, sede del centro di addestramento dell'Agenzia spaziale europea.

"Questa è la vera felicità"

E così si spiegano anche le ripetute domande che cronisti inglesi, francesi e tedeschi con uso di mondo hanno rivolto con insistenza a Cristoforetti a proposito dei suoi legami con la Cina.

Le hanno pure chiesto se poteva - per cortesia - esprimere saluti in lingua cinese e se avrebbe lavorato ancora con i taikonati (gli astronauti cinesi). Lei si è schermita e ha ringraziato dicendo che ultimamente non aveva avuto granché tempo per esercitare il suo Mandarino.

Ora, dopo averla seguita per 170 giorni in orbita, non è che la questione Cristoforetti-Cina sembrasse - vista dall'Italia - così all'ordine del giorno, così evidente: c'erano mille altre cose da chiederle che infatti le sono state chieste. L'amicizia confermata e semmai ancora più solida con i colleghi russi, per dire, è stata fra i temi più citati durante l'intervista. 

A meno che, tuttavia, non si ricordasse di un viaggio dell'astronauta italiana in Cina nel 2017 e di uno dei suoi ultimi tweet postati dall'astronauta italiana da lassù, un tweet in cinese che ovviamente dalle nostre italiche parti aveva "girato" già tradotto in italiano e, al più, in inglese. E' una poesia. Ecco il tweet.

La poesia per salutare lo spazio

Ed ecco che cosa è successo dopo quel raffinato tweet che evidentemente in Cina è piaciuto tantissimo. Come racconta Alice Yan per Il South China Morning Post, si tratta di un brano della Prefazione alle poesie della raccolta Padiglione delle orchidee, in cinese Lan Ting Xu: "Alzando lo sguardo, vedo l'immensità del cosmo; chinando il capo, guardo la moltitudine del mondo. Lo sguardo vola, il cuore si dilata, la gioia dei sensi può raggiungere il suo apice e, in effetti, questa è la vera felicità". L'autore è Wang Xizhi nel IV secolo e la sua è ritenuta la più importante opera di calligrafia nell'antica Cina, detto ricordando che  la calligrafia è considerata una delle arti più importanti. 

E poi si apprende che l'astronauta trentina, intervistata a Colonia dal canale statale cinese in lingua inglese CGTN, ha ulteriormente spiegato di aver scelto la poesia su suggerimento di un amico sinologo. «Vorrei potermi prendere il merito per questa scelta letteraria, ma in realtà il merito va a un buon amico, un italiano che vive in Cina da oltre 30 anni. È un sinologo appassionato di letteratura cinese. Mi ha suggerito quel brano che mi è sembrato ottimo. Quindi, purtroppo, non posso prendermi il merito di averlo scelto, ma solo di aver scelto il mio amico».

E sì, riascoltando la conferenza di Colonia, in inglese la Cristoforetti aveva risposto con gli stessi argomenti ai cronisti curiosi di questo suo legame con la Cina. Ma la parentesi sinologa pareva finita lì, messa in ombra della descrizione ad esempio dell'ammaraggio che i sei astronauti italiani prima di lei mai avevano affrontato.  

Invece l'articolo del South China Morning Post ha permesso di calare l'asso pigliatutto: fra i tanti che avevavno apprezzato il tweet dell'italiana c'è anche Mao Ning. Le parole del portavoce del ministero degli Esteri cinese hanno conquistato immense praterie nei media, on line e non. Logico, provengono da un pulpito da dove ogni giorno partono parole su temi fra i quali la guerra in Ucraina non è spesso nemmeno uno dei principali. Per di più è un periodo di massimo lavoro per personaggi come Mao Ning, con il Congresso del Partito comunista cinese appena iniziato nella Grande Sala del Popolo a Pechino.

Mao Ning ha parlato a lunga della Cristoforetti durante una conferenza stampa riportata da tutti media cinesi: oltre al gradimento per la scelta dall'astronauta italiana, la portavoce ha ricordato che da sempre l'esplorazione spaziale fa parte dei sogni dell'uomo poi realizzati. Poi una considerazione geopolitica:  l'esplorazione spaziale e le attività in orbita e oltre portano benefici che devono esser riservati a tutta l'umanità:  è necessario che tutti Paesi lavorino insieme in questi scenari anche per tutelare la Terra e per farla diventare sempre più bella. 

Hai capito che cosa ha innescato quel poetico tweet?

Mao Ning ha trovato il tempo di magnificare in questo modo Samantha Cristoforetti, nota in Cina con il nick name Sasha (il frutto del Pesco). Nota in Cina? Perché, di nuovo, l'italiana è conosciuta in Cina? Non è che la portavoce del ministero degli Esteri cinese ha preso la palla al balzo di quel poetico tweet per sottolineare appunto qualcosa di più, oltre i complimenti, in questi tempi di grande confusione sotto e sopra il cielo? 

Solo un'ipotesi, sia chiaro, perché c'è stato un recente tempo in cui l'Italia e l'Europa dello spazio erano in stretti rapporti con la Cina che in fatto di razzi, sonde interplanetarie e stazioni orbitanti ha recuperato molto in fretta il divario con Usa e Russia: sulla Luna, ad esempio, di bandierine rosse con 5 stelle gialle ce ne sono già parecchie. E nelle comunicazioni satellitari quantistiche i cinesi all'avanguardia innescando parecchi grattacapi al resto del mondo: queste comunicazioni sono velocissime (qualità richiestissima ad esempio dai mercati azionari e soprattutto assolutamente inintercettabili e quindi ancora più determinanti in ogni contesto a iniziare da quello bellico.

A ogni modo, nel 2017 Samantha Cristoforetti e il collega tedesco Mathias Maurer  andarono ad addestrarsi in Cina in particolare sulla fase dell'ammaraggio che allora non era fra i capitoli più importanti dei corsi per astronauti occidentali ché si atterrava solo sulla steppa del Kazakhstan con le russe Soyuz, all'epoca unico taxi per la stazione spaziale. Solo da due anni la CrewDragon di SpaceX di Elon Musk ha ripristinato gli spettacolari splashdown.

Ma cinque anni fa di quella missione europea in Cina si parlò soprattutto perché Samantha Cristoforetti spuntò dalla tv di stato di Pechino mentre sosteneva in sorprendente Mandarino un'intervista su quegli ammaraggi (sopra c'è il video). Insomma, in sei mesi aveva imparato il cinese da aggiungere a russo, tedesco, inglese, francese e spagnolo e chissà che rimpianti per non avere il traduttore cerebrale simultaneo per tutte le lingue dell'universo usato dal signor Spock in Star Trek, serie prediletta dalla trentina.

In altre parole, in quegli anni guardare verso la Cina voleva dire ampliare le possibilità di missioni spaziali per gli astronauti europei. Così non era fuori luogo aggiungere la lingua cinese al proprio cv così come era diventato indispensabile imparare il russo per volare con le Soyuz. 

Nel 2015 era stato firmato un accordo tra Agenzia spaziale europea e Cnsa (l’agenzia spaziale cinese) che aveva poi portato Cristoforetti in Cina: all'orizzonte la possibilità per un astronauta europeo di soggiornare nel nuovo Palazzo celeste, ovvero la stazione spaziale Tiangong-2 da raggiungere con le navicelle Shenzhou portate in orbita dai razzi Lunga Marcia. 

Poi però la Cina, negli anni seguenti, era tornata sempre meno vicina e i contatti fra agenzie spaziali tra Europa e Pechino si erano via via affievoliti. Perché? Solo un'altra ipotesi: gli europei si sono imbarcati a pieno titolo e a pieno merito nel programma Artemis per riportare l'uomo sulla Luna, un programma americano, sia pure con numerosi altri partner internazionali. Ma non la Russia (come avviene invece per l'Iss). E neppure con la Cina. E che ne pensavano gli americani dei rapporti europei con la Cina? Non ci sono state dichiarazioni ufficiali, solo si può registrare che l'Europa ha parlato sempre di meno di spazio con la Cina.

Adesso sarà solo una coincidenza quell'intervento di Mao Ning che elogia Samantha "Shasha" Cristoforetti per quel raffinato Tweet in cinese. Ma di certo si può dire che l'astronauta italiana sia sempre più stimata anche dalla grande potenza spaziale che è la Cina che ha attualmente in orbita i taikonauti  Ye Guangfu, Wang Yaping e Zhai Zhigang. Un legame spaziale con l'Europa che Pechino intende rialimentare? Si vedrà. Una carriera diplomatica del resto è già nelle corde della prima comandante europea della stazione spaziale che vanta ottime credenziali con Stati Uniti, Russia e Cina.

La Cina nello spazio   

I cinesi riuscirono a mandare un satellite in orbita solo nel 1970, poi nel 2003 il primo taikonauta, Yang Liwei, divenuto eroe nazionale. Taikonauta equivale all’occidentale astronauta e al russo cosmonauta, sia pure con varie sfumatire purché, come insegnerebbe la Cristoforetti, i cinesi preferiscono dire “taikongren” oppure “yuhan gyuan” per indicare il "navigatore dello spazio". In questi ultimi anni, poi, la Cina, che ha allestito ben quattro cosmodromi, ha fatto passi da gigante nel campo dei razzi lanciatori, dei satelliti e delle sonde (Luna, prima di tutto) esploratrici.

L'addestramento di Samantha Cristoforetti in Cina

Il corso nel 2017 si tenne nel Mar Giallo di fronte alla città di Yantai (che è pure di fronte a Pyong Yang, allora come oggi in piena frenesia missilistica di ben altro genere): l’astronauta trentina prese le misure della tuta spaziale Shenzhou imparando a sfilarsela in fretta (un’impresa nelle ristrettezza della navicella) e a indossare una tuta galleggiante con imbragatura per essere recuperata dall’elicottero una volta tuffatasi in mare. 

Questo sopravvivere in mare per gli astronauti risulta comunque una vera faticaccia fisica, anche se la Cristoforetti commentò – come riportò il sempre puntualissimo sito astronautinews.it – che l’organizzazione cinese era stata superba così come l’accoglienza da parte dello staff e degli altri taikonauti fra i quali lo stesso Yang Liwei. Il suo collega tedesco Maurer aggiunse “che la lingua, come previsto, si è rivelata l’ostacolo più impegnativo”. Per lui.


 

 
 

Paolo Ricci Bitti

 

Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 19:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA