Romelu Lukaku, età, carriera, la lotta al razzismo e il record con la nazionale del Belgio. Chi è l'attaccante dell'Inter

L'attaccante dell'Inter è il miglior marcatore della storia della nazionale del Belgio

Mercoledì 26 Aprile 2023
Romelu Lukaku, età, carriera, la lotta al razzismo e il record con la nazionale del Belgio. Chi è l'attaccante dell'Inter

Inter vs Juventus

Questa sera alle ore 21 ci sarà il match di ritorno delle semifinali di Coppa Italia tra Inter e Juventua. Mentre il ct Allegri è alle prese con l'infortunio di Vlahovic, Simone Inzaghi è ancora in dubbio se schierare in attacco il cigno di Sarajevo Edin Dzeko oppure il marcatore più prolifico della storia del Belgio Romelu Lukaku.
 

Chi è Romelu Lukaku

Romelu Lukaku è il calciatore più prolifico della nazionale belga e attuale attaccante dell'Inter.

Un giocatore la cui storia è caratterizzata da un’infanzia con pochi soldi e tanti problemi, ma anche da molte soddisfazioni nel mondo del calcio.

 

Le origini

Romelu Menama Lukaku Bolingoli è nato ad Anversa il 13 Maggio 1993. Figlio di un calciatore professionista, da piccolino dovette confrontarsi con la fame, dato che i soldi del padre erano stati dilapidati al termine della carriera. Oltre al cibo, a casa Lukaku mancavano spesso anche acqua e corrente elettrica. La svolta avvenne a sei anni, quando tornando da scuola vide la madre agitare il cartone del latte, allungato con l’acqua per farlo durare tutta la settimana.

Romelu si rese conto che la famiglia non era solo povera, ma era ormai arrivata a toccare il fondo. Fu così che si fece una promessa, come dichiarato anni dopo dallo stesso calciatore: «Ho fatto una promessa a me stesso, sapevo esattamente cosa dovevo fare e cosa avrei fatto. Un giorno tornai a casa da scuola e trovai mia mamma in lacrime. Così alla fine le dissi: «Mamma, vedrai che cambierà. Giocherò a calcio nell’Anderlecht e succederà presto. Staremo bene. Non dovrai più preoccuparti». Aveva sei anni. 

La carriera

Prima di approdare all'Anderlecht, Lukaku aveva giocato nel Rupel Boom, nel Wintam e soprattutto nel Lierse con cui segna 121 gol in due anni. Trasferitosi nella squadra di Bruxelles, Lukaku ebbe un impatto devastante con le giovanili del suo nuovo club. Nei primi tre anni segnò 131 gol in meno di cento presenze, spinto dalla rabbia e dalla voglia di realizzare la promessa fatta alla madre.

Nel 2009, nello spareggio per l’assegnazione del titolo contro lo Standard Liegi, Lukaku ottenne la prima convocazione con la squadra maggiore. Nonostante la sconfitta in finale, e la conseguente mancata conquista del campionato, Romelu venne impiegato nel secondo tempo, riuscendo a realizzare il suo sogno. Nei suoi due anni con l’Anderlech segnò 41 reti in 98 presenze, timbrando il cartellino anche in Champions League ed Europa League. Nello stesso periodo esordì anche con la Nazionale, a soli 16 anni.

Il più giovane marcatore della storia del campionato belga venne acquistato nel 2011 dal Chelsea. La prima annata per il 18enne fu caratterizzata da molte partite con la squadra B. Il club londinese, che puntava molto sul ragazzo, decise di mandarlo in prestito West Bromwich. Lì Lukaku trovò continuità sia a livello di minutaggio che di gol (17 in campionato).

Ritornato alla casa madre, venne ceduto nuovamente in prestito, questa volta all’Everton. Con il club di Liverpool, che lo acquistò a titolo definitivo l’anno successivo, l’attaccante esplose definitivamente. Divenne il miglior marcatore della storia della squadra e il primo straniero a raggiungere gli 80 gol in Premier League prima dei 24 anni.
 

BigRom tra i Diavoli di Manchester e le bisce di Milano

Nel luglio 2017 venne acquistato dal Manchester United per 85 milioni. Una cifra importante, ma spesa volutamente da Mourinho che era rimasto impressionato dalla forza e dalla velocità di Lukaku. La prima stagione fu positiva: realizzò 10 reti nelle prime nove presenze, diventando il più giovane a realizzare 100 gol nel campionato inglese. Tuttavia Lukaku, nella sua esperienza a Manchester, soffrì la concorrenza di Zlatan Ibrahimovic, con cui ebbe a che fare nella seconda parte della sua stagione d’esordio. I difficili rapporti tra i due sarebbero riaffiorati nel corso delle loro esperienze milanesi.

Con l’arrivo dell’allenatore Solskjaer le cose si fecero ancora più complicate, tanto che il belga decise di chiedere la cessione. Voluto fortemente da Antonio Conte, nell’estate 2019 divenne il nuovo acquisto dell’Inter. Chiusa la sua esperienza inglese con un solo trofeo in sei anni, divenne fin da subito leader della formazione nerazzurra.

Alla sua prima stagione realizzò 34 reti, suo record in carriera. Inoltre venne inserito nella top XI dell’Europa League, nonostante la sfortunata autorete che fece perdere la finale alla sua squadra. Soprannominato BigRom, conquistò da subito l’affetto dei tifosi anche grazie ai suoi gol nei Derby contro il Milan. 

Il ritorno al Chelsea

l 12 agosto 2021 fa ritorno al Chelsea dopo otto anni per 115 milioni di euro, che ne fanno l'acquisto più oneroso nella storia dei londinesi nonché la cessione più remunerativa di sempre per l'Inter e in assoluto per un club della Serie A.Debutta in stagione dieci giorni dopo nella vittoria esterna per 2-0 in campionato contro l'Arsenal, in cui realizza anche la sua prima rete con la maglia dei Blues. Il 12 settembre seguente segna una doppietta contro l'Aston Villa; mentre due giorni dopo ripete l'exploit segnando il primo gol in competizione europee per il Chelsea, contro lo Zenit San Pietroburgo.

Alla fine di dicembre 2021, in seguito ad un'intervista a Sky Sport, in cui diceva di non essere contento della sua situazione al Chelsea (dopo che l'allenatore Thomas Tuchel aveva cambiato il sistema di gioco) e di avere il desiderio di tornare all'Inter nel prosieguo della carriera, viene messo fuori squadra per la gara contro il Liverpool,[85] poi conclusasi con un pareggio per 2-2. Pochi giorni dopo viene reintegrato, dopo essersi scusato con la società e Tuchel, e gioca da titolare la semifinale della Carabao Cup contro il Tottenham.

Il 9 febbraio 2022 segna l'unica rete della gara contro l'Al-Hilal, valida per le semifinali della Coppa del mondo per club, permettendo al Chelsea di accedere in finale. Tre giorni dopo va in rete anche nell'atto conclusivo del torneo contro il Palmeiras, contribuendo al successo per 2-1 degli inglesi dopo i tempi supplementari: per Lukaku si tratta del primo titolo con la maglia del Chelsea dal suo ritorno nonché del primo titolo internazionale. 

Ritorno all'Inter

Il 29 giugno 2022 viene annunciato il suo ritorno all'Inter con la formula del prestito oneroso; il giocatore sceglie di vestire la maglia numero 90 (essendo il 9 già occupato da Edin Džeko). Il 13 agosto, nella prima gara di campionato contro il Lecce vinta per 2-1, segna il primo gol dal ritorno in nerazzurro; curiosamente, la squadra salentina era la stessa contro la quale il belga aveva segnato la prima rete in assoluto in Italia nell'agosto 2019.

Infortunatosi una prima volta a fine agosto e poi ancora a fine ottobre dopo un breve ritorno in campo, torna da titolare solo il 4 gennaio 2023 nella vittoria contro il Napoli per 1-0.Il 18 gennaio seguente, pur senza scendere in campo perché alla prese con il recupero da un altro infortunio, vince il suo secondo trofeo con l'Inter, la Supercoppa italiana, con i nerazzurri che battono il Milan per 3-0. Il 22 febbraio, invece, torna a segno in UEFA Champions League, decidendo la gara di andata della sfida degli ottavi di finale contro il Porto (1-0). Ora la semifinale di Champions League col Milan il 10 maggio, a San Siro.
 

Ennesimo ritorno al Chelsea?

Il Telegraph, dopo le ultime vicissitudini di casa Chelsea, apre alla possibilità di permanenza nel club londinese dovuto al futuro arrivo di Mauricio Pochettino. Secondo il Telegraph, il tecnico argentino vorrebbe fare del centravanti belga il punto di riferimento del suo attacco, specie tenendo conto dell'oneroso acquisto fatto dal club nel 2021.  

Capitolo razzismo

Juve-Inter, è l'ultimo minuto di recupero. Lukaku segna su rigore e poi esulta. Nulla che non si sia già visto: mano sulla fronte nel classico gesto del saluto militare e poi il dito indice davanti alla bocca. Quell'indice, infatti, è la sua 'promessa' di restare in silenzio verso le critiche e…  rispondere sul campo. Il saluto militare sottintende la cieca obbedienza a fare il proprio dovere. Ma da quel momento scoppia il caos finale che porterà anche alla sua espulsione. 

La Juventus, "come sempre, sta collaborando con le forze dell'ordine per individuare i responsabili di gesti e urla razzisti verificatisi" allo Stadium alla fine della partita con l'Inter finita 1.1 nella semifinale di andata di Coppa Italia. "Anche in questo caso - aggiunge la Juventus - nei confronti dei responsabili sarà applicato il "codice di gradimento".

Infantino «siamo con Lukaku» - «Nel calcio non c'è posto per il razzismo o per qualsiasi forma di discriminazione»: lo dice Gianni Infantino, presidente della Fifa, che con una nota all'Ansa interviene sul caso degli insulti razzisti a Romelu Luaku. «E' semplicemente inaccettabile vedere gli insulti razzisti rivolti dagli spettatori a Romelu Lukaku, attaccante dell'Inter, durante la partita di Coppa Italia con la Juve», a Torino. «La FIFA e il sottoscritto siamo al fianco di Lukaku». Infantino sottolinea che il calcio deve «garantire l'applicaione di severe sanzioni» e rinnova l'invito ai tifosi a «mettere a tacere i razzisti». 

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