Questa notte, è scomparso Raffaele La Capria. Lo scrittore che aveva Napoli nel cuore e viveva a Roma dal 1950, avrebbe compiuto cento anni il prossimo 3 ottobre.
Era cresciuto durante gli anni del fascismo, capace di nutrire la propria mente con letture sconsigliate dal regime e durante la guerra, ventenne, eccolo «in una divisa troppo larga, con un fucile troppo antiquato, uno zaino troppo pesante, goffo e impreparato in ogni senso». L’arrivo degli alleati a Napoli, il fermento della Liberazione, l’avvicinamento al PCI e il brusco risveglio mentre la sua città piombava nel provincialismo, nel malgoverno. Ciò confluì nel suo esordio, Un giorno d’impazienza (Bompiani, 1952), acerbo rispetto al più elaborato Ferito a morte che lo avrebbe subito consacrato con una narrazione su più piani e un protagonista, Massimo De Luca (alias dell’autore) la mattina del giorno che lo vedrà partire per trasferirsi a Roma mentre tra le pagine trovano spazio anche l’incontro con la natura e una delusione d’amore cocente.
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L'amore con Ilaria Occhini
Sposato prima con Fiore Pucci, poi con l’attrice Ilaria Occhini, La Capria aveva avuto dalla prima moglie la figlia Roberta e dalla seconda Alexandra, vinse nel 2001 il Premio Campiello alla carriera e la sua opera culturale ha avuto sempre un respiro internazionale. Traduttore di numerosi autori teatrali, La Capria – affettuosamente soprannominato Dudù dalla sua cerchia di amici - aveva un occhio vigile e una lingua letteraria capace di spaziare fra i registi e così, ricordiamo anche Amore e psiche (1973), Tre romanzi di una giornata (1982) e ovviamente il suo saggio di denuncia, L’armonia perduta (1986). E ancora, il celebre racconto per ragazzi Colapesce (1997), le opere di saggistica - False partenze (1964), Il sentimento della letteratura (1964) – e ovviamente, la sua autobiografia, Cinquant'anni di false partenze (2002), il bilancio di una vita fra le parole mentre l’anno successivo - nel 2003 - tutte le sue opere sono state finalmente racchiuse nel volume monografico de I Meridiani, a cura di Silvio Parrella, concedendo al lettore di spaziare sulla sua vasta opera letteraria. Francesco Musolino