Palestre e piscine chiuse. Jury Chechi: «Restare fermi a lungo è rischioso per il fisico e anche per la mente»

Domenica 10 Gennaio 2021 di Emiliano Bernardini
Palestre e piscine chiuse. Juri Chechi: «Restare fermi a lungo è rischioso per il fisico e anche per la mente»

«Credo che ci siano categorie che abbiano un peso specifico maggiore rispetto ad altre e tra queste ultime rientrano le palestre». Jury Chechi, ex campione olimpico di ginnastica, è diretto nel dire la sua sulla mancata riapertura di palestre e piscine.
«Prenderò anche delle critiche ma io sono convinto che il motivo sia questo. D'altronde non c'è nessuna evidenza scientifica secondo cui palestre e piscine siano luoghi di contagio. Ristoranti, negozi, anche i vari luoghi di culto (e non voglio passare per blasfemo) hanno, seppur in maniera differente, giovato di riaperture. Palestre e piscine continuano invece ad essere chiuse. Io credo che sia necessario invece dare ossigeno anche a queste categorie».
Ecco magari studiando altri protocolli ad hoc per garantire ancora più sicurezza.
«Mi creda io i protocolli li ho visti e ho visitato diverse strutture: vanno benissimo quelli studiati tempo fa. Distanziamento, ingressi contingentati, sanificazione e spogliatoi chiusi. Non credo si possa inasprire più di così. C'è sempre stata grandissima attenzione da parte delle strutture e ripeto non c'è nessuna evidenza scientifica che metta in relazione lo sport nelle palestre con l'aumento dei contagi».
Molte strutture sono al collasso e rischiano di sparire per sempre.
«Il momento è molto difficile. Stare chiusi per oltre sei mesi è un danno incalcolabile dal punto di vista economico ma io dico che non va sottovalutato nemmeno l'impatto psicofisico sugli atleti amatoriali».
Può esserci un contraccolpo?
«Assolutamente sì. Chiaramente tutto dipende da vari fattori ma noi dobbiamo partire dal presupposto che l'attività fisica è un benefit per il corpo ma anche per la mente. Stare fermi crea grandi difficoltà a livello mentale e questo non sono io a dirlo ma diversi studi scientifici».
Ci spieghi meglio.
«Allenarsi presuppone anche una organizzazione mentale. Uno stimolo per la mente. Serve motivazione. Restare fermi crea assuefazione e questo può essere pericoloso».
Insomma chi non ha fatto esercizio durante tutto questo periodo cosa deve fare?
«Io spero che davvero non ci sia nessuno che sia rimasto sul divano senza fare nulla. Chi riprende comunque deve farlo in maniera molto graduale perché deve riabituare tutto il sistema muscolo scheletrico a determinati movimenti. E soprattutto a carichi di lavoro che devono essere molto bassi all'inizio».
Fare palestra in casa però non è certo la stessa cosa.
«Su questo sono d'accordo ma il mondo del fitness ha risposto alla chiusura con una vasta offerta. Basta andare sui social per avere esercizi per tutti i gusti e livelli. E poi bastano davvero pochi attrezzi, anche fatti in casa, per allenarsi».
Pensa che le video lezioni siano un format che durerà anche quando la pandemia sarà finita?
«C'erano anche prima.

Ora, proprio perché c'è stata necessità, l'offerta si è moltiplicata. Anche io ho fatto dei video con degli esercizi da consigliare. Però io mi auguro che diventino uno strumento d'appoggio perché è fondamentale riaprire le palestre. E non dico solo per un fattore economico ma anche da quello pratico: allenarsi sotto l'occhio e il consiglio di un professionista è tutta un'altra cosa. Anche la risposta fisica è diversa».

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Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 10:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA