IL LUTTO

Pelé, tre giorni di lutto in Brasile. Stallone: «Grande uomo». L'Argentina accende la polemica: «Uno dei migliori»

Venerdì 30 Dicembre 2022

L'omaggio della Nasa

Anche la Nasa, l'ente spaziale americano, rende omaggio a O Rei del calcio, Pelè, morto oggi a 82 anni.

Sul suo profilo Twitter, mostra la foto di una galassia «con i colori del Brasile». «A significare la scomparsa del mitico Pelé, noto a molti come il re del "bel gioco", questa immagine di una galassia a spirale nella costellazione dello Scultore mostra i colori del Brasile». Nella foto, le stelle formano una spirale, al cui centro i colori sono il giallo e il verde, tra la luce stellare.

Michael Jordan: essenza della grandezza

Anche Michael Jordan, per molti il miglior giocatore di basket di tutti i tempi, rende omaggio a Pelé e lo fa quasi volendo passare in secondo piano rispetto a coloro che considera più grandi lui. Infatti MJ pubblica la foto di un evento del 1999 in cui "Sport Illustrated" riuscì a riunire molti miti dello sport statunitense fra i quali anche Pelè, che veniva considerato "di casa" per il suo passato nei NY Cosmos.

E in quella immagine Jordan si era messo in ultima fila, tra Bill Russell e Tiger Woods, mentre davanti al fenomeno dei Chicago Bulls c'erano Muhammad Ali, Pelé e Kareem Abdul Jabbar. E proprio ad Alì e O Rei che erano vicini in quella foto si riferisce Jordan, scrivendo «che momento fu quel giorno (1999) con i più grandi di ogni tempo... tu sei proprio vicino ad #Ali, voi siete l'essenza della grandezza. Riposa in pace # Pelé, e gli altri che abbiamo perso. Condoglianze alla famiglia e agli amici che attraversano questi duri momenti».

Stallone: un grande e buon uomo

«Un grande, un buon uomo». Anche Sylvester Stallone rende omaggio alla memoria di Pelè. L'attore americano recitò con O Rei in "Fuga per la vittoria", e sul suo profilo Instagram ha postato una foto che li ritrae insieme, col messaggio di condoglianze. «Riposa in pace».

Platini: è stato il Dio del calcio

«Era il Signor calcio, la storia del calcio, la scoperta del calcio, tutto il calcio. Nel 1970, avevo 15 anni, e sono cresciuto con il suo volto nel mio immaginario. Mio padre mi parlava di Pelé e a scuola firmavo "Peléatini". Anche se non lo vedevamo sempre giocare, ne parlavamo. Non era più un uomo, non era più un calciatore, era il Dio del Calcio».

Michel Platini ricorda così Pelé, scomparso ieri all'età di 82 anni. «Sono molto molto commosso. È la mia vita. È la mia storia. È Pelé. Era i miei sogni di ragazzo. Ho visto i suoi gol, le sue giocate e non ho mai dimenticato la Coppa del Mondo 1970», aggiunge Platini all'Equipe.

Gigi Riva: quanto mi sarebbe piaciuto giocare con lui

«Se ne è andato un grande uomo e un grande giocatore». Così Gigi Riva all'Ansa sulla scomparsa di Pelé. «Ci conoscevamo e ci stimavamo molto - ha continuato Rombo di Tuono - lui e Maradona rimangono a netta distanza da tutti. Mi sarebbe piaciuto tantissimo giocare con lui: chissà quanti palloni mi avrebbe fatto arrivare in area». E invece solo avversari, dalla finale di Messico 1970 all'amichevole a Cagliari con il Santos: «Quel giorno, dopo la partita - ha detto - uscimmo insieme: mi invitò anche nel ritiro della sua squadra. Un giocatore eccezionale e una persona speciale».

Federazione Argentina: «Scompare uno dei migliori». Polemiche social

Ha suscitato una serie di reazioni, anche polemiche, sui social, il tweet con cui la federcalcio dell'Argentina ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa di Pelé. «Profondo dolore. La Afa, attraverso il suo Presidente Claudio Tapia - è il messaggio del tweet - soffre per la scomparsa del leggendario calciatore brasiliano Pelé, uno dei migliori giocatori della storia, e invia il suo più sentito abbraccio ai suoi familiari e a tutto il Brasile».

A provocare polemiche è stato il fatto di aver definito O Rei «uno dei migliori» e non il migliore della storia, segno che gli argentini continuano a considerare Maradona, Di Stefano e ora anche Messi alla pari se non superiori a Pelé. Così ecco una serie di insulti e commenti risentiti, segno di una rivalità, tra brasiliani e argentini, che non passerà mai. In nome del calcio e non solo.

La morte di Pelé continua a suscitare un'emozione profonda in tutto il Brasile, dove il presidente uscente Jair Bolsonaro ha decretato tre giorni di lutto nazionale. Ma in onore di O Rei le autorità cittadine di moltissime località cittadine hanno deciso di illuminare statue, monumenti e luoghi significativi.

Così a Rio de Janeiro ieri notte era illuminato con i colori della Selecao, l'oroverde, il Cristo Redentore che "abbraccia" la Città Meravigliosa dal Corcovado, e con le stesse tinte era illuminato a giorno il Maracanà, lo stadio in cui Pelé segnò, su rigore e contro il Vasco da Gama, il suo millesimo gol. «Illuminato d'oro in omaggio al più grande di tutti i tempi. Grazie ancora di tutto e riposa in pace, Rei», le parole sull'account Twitter ufficiale del Maracanà.

Gente ancora in strada, a Rua Rei Pelé, a Rio nella zona di Jardim Tri-Campeao, e in una strada con lo stesso nome a Cariacica, località dello stato di Espirito Santo. «Siamo ancora qui perché, anche se siamo in una "favela", è un onore abitare in una via intitolata a lui, e dobbiamo celebrarlo», ha spiegato ai network del gruppo Globo uno degli abitanti. Illuminato in gialloverde anche il Palazzo dos Bandeirantes a San Paolo, residenza ufficiale del governatore dello stato, nel quartiere Morumbi. Illuminati in onore di Pelé anche la piazza che porta il suo nome nella città dove è nato, Tres Coracoes, e in cui c'è la statua del n.10 che solleva la Coppa Rimet.

 

Luci con i colori del Brasile anche nella strada di Santos dove abita la centenaria madre, donna Celeste, e al centro tecnico del Santos, il Rei Pelè, e stessa cosa per lo stadio Rei Pelé a Maceiò, nel quale giocano i due club cittadini. Questo impianto venne ultimato, e inaugurato con una partita del Santos di Pelé, nel 1970, anno della conquista in Messico del "tricampionato" mondiale. Intanto Richarlison, attaccante della Sele‡ao messosi in luce ai Mondiali in Qatar, ha fatto sapere di essersi tatuato sulla schiena la frase che Pelé gli ha inviato, uno degli ultimi messaggi via social di O Rei, dopo l'eliminazione del Brasile ai quarti contro la Croazia: «Continua così, ragazzo. E non cambiare. Tu hai fatto sorridere il Brasile».

Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 18:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA