Morto Harley, il "piccolo guerriero": nato prematuro (620 gr), aveva sfidato ogni probabilità di sopravvivenza

Sabato 7 Agosto 2021
Muore "il piccolo guerriero", nato prematuro di 620 grammi. La mamma: «Ha portato gioia nonostante tutto»

Non ce la fatta "il piccolo guerriero" ed è morto tra le braccia dei suoi genitori a sole 7 settimane di vita. Era soprannominato così Harley Robert Kennedy, nato in Gran Bretagna con 16 settimane in anticipo.

Il piccolo era sopravvisuto a tre interventi sfidando le statistiche sulle probabilità di sopravvivenza fornite dai medici. «È stato difficile, ma sento che abbiamo fatto tutto il possibile per lui per sette settimane. Nonostante tutto, ha portato così tanta gioia», ha detto la mamma dopo la scua scomparsa.

Nato con un peso di 620 grammi

La notizia della morte del "piccolo guerriero", a sole sette settimane vita, è stata data dalle sue due mamme Nicole e Messy Kennedy. Harley Robert Kennedy era nato 16 settimane in anticipo con un peso di 620 grammi e ha vissuto le sue prime settimane di vita in gravi condizioni sopravvivendo a tre operazioni effettuate alla Royal Victoria Infirmary di Newcastle.

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Al neonato era stata diagnosticata un'enterocolite necrotizzante (NEC), una condizione grave che può colpire i tessuti dell'intestino tenue e crasso, che si infiammano. La mamma Missy, 22 anni, ha dichiarato: «Ci è stato detto che non sarebbe stato in grado di aprire gli occhi, ma lo ha fatto e sono rimasti aperti attraverso tutto». «Ha attraversato così tanto ed era davvero un piccolo combattente. Ha riunito tutta la nostra famiglia».

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L'infarto poco dopo la nascita

Sono state molte le difficoltà affrontate dal neonato nelle sue poche settimane di vita. La prima era stata un'infarto il 31 gennaio scorso, pochi istanti dopo la sua nascita. Quel giorno i medici furono grado di riportarlo in vita trasferendolo d'urgenza in terapia intensiva e collocandolo poi in un'incubatrice. Due settimane dopo  il "piccolo guerriero" ha nuovamente rischiato la vita quando i suoi reni stavano cedendo e i medici avevano scoperto un'infezione nel suo stomaco che lo dava per spacciato. Le mamme di Harley hanno dovuto aspettare 12 giorni prima che fosse abbastanza forte da poter essere preso in braccio. Le loro visite erano limitate a solo due ore al giorno a causa delle restrizioni per il Covid. Missy ha raccontato: «Il giorno dopo che lo abbiamo tenuto in braccio per la prima volta si è messo davvero male, il tubo di alimentazione si era spostato e gli aveva causato un'emorragia al polmone. I medici stavano cercando di correggerlo e stava combattendo un'infezione allo stomaco».

La prima operazione

Il piccolo Harley è nato a 24 settimane, ma le acque della mamma si erano rotte tre settimane prima. L'evento non era stato rilevato dai medici e ha comportato una mancato sviluppo degli organi. «I suoi reni stavano cedendo e non aveva pipì da quasi 22 ore» racconta la mamma. «Davvero non pensavano che ce l'avrebbe fatta, quindi l'abbiamo fatto battezzare e le nostre famiglie hanno avuto il permesso di incontrarlo per la prima volta».

«È stato straziante pensare che fosse la prima e l'ultima volta che la nostra famiglia avrebbe incontrato il nostro bambino. Ma ha continuato a combattere e stava abbastanza bene da essere trasferito all'RVI di Newcastle».

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È stato lì che ad Harley è stato diagnosticato il NEC e a sole quattro settimane ha subito la sua prima operazione. I medici hanno rimosso il suo intestino tenue e tre quarti del suo intestino, ma una settimana dopo le analisi hanno mostrato ulteriori perdite nel suo intestino e Harley ha avuto bisogno di un secondo intervento chirurgico. Poi ancora il rilevamento si un danno cerebrale, senza che si riuscisse a capirne le cause.

Il post operazione

Harley ha poi avuto un accumulo di liquido nel suo piccolo corpo e ha iniziato a «gonfiarsi come un palloncino». Quasi tre settimane dopo il suo ultimo intervento chirurgico non mostrava alcun segno di ripresa. La mamma Nicole ha raccontato «È stato messo sotto adrenalina, ma il consulente ha detto, e non dimenticherò mai quelle parole, "non lo stiamo più aiutando, lo stiamo uccidendo"». A sette settimane, il 25 marzo, Harley è morto tra le braccia di sua madre nell'ospedale dove era ricoverato. Qui sono stati lanciati in cielo dei palloncini in sua memoria.

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Missy ha dichiarato: «Vorremmo sapere di più sulla NEC in anticipo, colpisce il 10% dei bambini prematuri, ma i medici non ne sanno ancora molto». «È quasi come se Harley fosse ancora qui, non c'è un giorno in cui non parliamo di lui, è e sarà sempre così importante per noi». «Lo amavano tutti in ospedale. In corsi gli diedero il soprannome di piccolo guerriero  Era il bambino che continuava a combattere». Nicole ha aggiunto: «Ha fatto davvero del suo meglio. Non vedevamo l'ora di portarlo a casa e uscire dall'ospedale, ma se potessi tornare in ospedale per un giorno nonostante tutto il crepacuore lo farei al 100% se potessi».

«È stato difficile a soli 19 e 21 anni, ma sento che abbiamo fatto tutto il possibile con lui per sette settimane. Nonostante tutto, ha portato ancora così tanta gioia».

Ultimo aggiornamento: 14:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA