Un mare di mimose e rose soprattutto gialle, il colore preferito da Monica Vitti, dai quattro grandi vasi intorno al feretro ai tanti mazzetti portati dal flusso di persone di ogni generazione, fra le quali anche tante famiglie, genitori e figli insieme a renderle omaggio, hanno colorato la camera ardente in Campidoglio, che riprenderà domani dalle 10 alle 13.00, per l'icona del cinema scomparsa il 2 febbraio a 90 anni.
La camera ardente della Vitti
Ad accogliere il feretro il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che si è fermato con il marito dell'attrice Roberto Russo, che poi è rimasto per tutta la giornata circondato da parenti e amici.
L'ex sindaco di Roma ed ex ministro della Cultura Francesco Rutelli, oggi presidente dell'Anica, nota che per quanto la sua lunga distanza e sofferenza «ci dovrebbero spingere alle lacrime, si deve parlare di lei con il sorriso. Tutti - dice- la ricordiamo per la sua ironia, il talento, la bellezza singolare, i dubbi avuti per tutta la vita, che l'hanno resa umana e l'hanno fatta amare e capire da tutti». Roberto Russo, racconta ancora Rutelli, «mi ha ricordato che avrei dovuto sposarli, nel 2000. Purtroppo ero in Cina per un impegno istituzionale e abbiamo mancato l'occasione. Ma sempre qui nel 2000 c'era stato il giorno indimenticabile di Alberto Sordi sindaco e lei fu uno degli ospiti clou per il rapporto formidabile che avevano». Tra i volti del mondo dello spettacolo (molti saranno ai funerali di domani pomeriggio alla Chiesa degli Artisti) che le rendono omaggio ci sono anche l'amministratore delegato di Cinecittà Nicola Maccanico («Se il nostro cinema conta quanto conta, lo dobbiamo a personaggi della sua grandezza«), Citto Maselli e attori come Pino Quartullo, Diego Ribon (»era una grande attrice e una donna meravigliosa, carica di umorismo e ironia«) e Antonella Ponziani: »Era il mio mito«. Oggi però è principalmente la giornata di tante persone comuni venute per un ultimo saluto: oltre ai fiori, le portano messaggi, lettere, ritratti e riempiono i libri delle condoglianze (adornati da mimose e rose gialle) di dediche commoventi, come »Il vuoto tutto intorno, ma non dentro«, »Grazie per i sogni« o »sei stata la mamma di tutti noi«. Fra gli altri, Emanuela, che ha portato una rossa rossa »perché lei amava il turchese e il corallo. Aveva una grande femminilità, ed è sempre stata un esempio nel modo in cui ha difeso e valorizzato la dignità delle donne«. Massimo spera che »le attrici che iniziano adesso la loro carriera la studino«. Mentre per Roberta »Monica Vitti ha rappresentato un modello di femminilità, talento e autorevolezza.... le voglio bene».
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