La «cassa» non è ancora stata trovata. Eppure che il boss Matteo Messina Denaro avesse la disponibilità di centinaia di migliaia di euro in contanti emerge chiaramente dall'indagine della Procura di Palermo che, dopo averlo arrestato, sta cercando di ricostruirne affari e rapporti.
Messina Denaro, la "cassa" del boss
Nei pizzini trovati nell'ultimo covo del capomafia a Campobello di Mazara e nelle case della sorella Rosalia, arrestata venerdì scorso, si parla spessissimo di soldi. E il tenore delle conversazioni tra il padrino e la sorella fa comprendere che il boss poteva contare su molto denaro liquido. «Ne sono rimasti 85 mila, e questo è un problema, sono pochi, devo avere un deposito più grosso, se no vado a sbattere, cioè non sono coperto per come voglio io. Quindi ora ti spiego come fare per recuperare questi 40 mila», scrive Messina Denaro a Rosalia dopo aver speso 40mila euro del suo fondo probabilmente per l'acquisto del covo di Campobello. Gli restavano 85mila euro, troppo pochi, diceva espressamente.
I pizzini in cui si parla di denaro
E di denaro si parla in molti altri bigliettini dai quali emerge che la famiglia, che certo non usava carte di credito o bancomat, aveva una cassa di tutto rispetto.
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