Mengoni vince Sanremo: «Ho vissuto un sogno di fate e non di mostri, è questa la mia vittoria»

Il trionfo con "Due vite": «Mi dicevano che ero finito, ho combattuto contro tutto e tutti»

Domenica 12 Febbraio 2023 di Mattia Marzi
Mengoni vince Sanremo: «Ho vissuto un sogno, è questa la mia vittoria»

«Scusate, ma sono molto emotivo, è il mio peggiore difetto. Non ce la faccio a parlare», sussurra Marco Mengoni. Il grande protagonista del Festival di Sanremo 2023, che ha messo d'accordo tutti sin dal primo passaggio sul palco dell'Ariston con la sua Due vite, non fa in tempo a voltarsi per nascondere la commozione: le lacrime hanno già iniziato a rigargli il volto. «Sono davvero felice. Amadeus è stato un padrone di casa eccezionale e il Festival è tornato a essere una grande festa della musica: questa settimana mi sono divertito ed è la vittoria più bella che potessi desiderare. È bello vivere questo sogno: un sogno di fate, non di mostri», aggiunge il 34enne cantante laziale è di Ronciglione, in provincia di Viterbo citando il testo della sua canzone.
Ma quali sono questi mostri?
«Quelli che popolano il nostro inconscio: le paure recondite e profonde che tutti proviamo.

Io nei miei sogni, che sono come i film di Federico Fellini, ritrovo quelle verità che nella vita reale la mente, una macchina perfetta, ci nasconde».

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E che verità è?
«Dovrebbe chiederlo alla mia terapista, che è molto brava (ride)».
Mi spieghi allora quali sono le due vite del brano.
«È un pezzo che parla di rapporti mettendo al centro la relazione più intima: quella con se stessi, che si costruisce grazie alle esperienze che facciamo. In questi dieci anni trascorsi dalla vittoria con L'essenziale ne sono successe di cose. Non solo nella mia vita professionale, ma anche in quella privata: ho vissuto momenti di alti e bassi, grandissimi dolori, gioie. Rispetto a dieci anni fa ho un po' di capelli bianchi in più. Però la canzone non è un bilancio, perché non chiude un cerchio: semmai è un rilancio, pieno di speranza».


Chi era il Marco Mengoni che dieci anni fa si presentava in gara a Sanremo con "L'essenziale"?
«Un ragazzo di 24 anni che molti davano per spacciato: mi dicevano che ero finito. Arrivai con una Cinquecento carica di sogni e di vestiti, senza neppure uno stylist, un truccatore, un parrucchiere. Con me c'era solo la mia manager, Marta Donà. Il primo a non crederci più ero proprio io. Fu un ceffone: sentivo di dover combattere contro tutto e tutti».
E quello che quest'anno è tornato in gara da superbig, con 68 Dischi di platino vinti, gli oltre 110 mila biglietti venduti per i concerti negli stadi dell'anno scorso, i sold out nei palasport e il nuovo tour negli stadi che l'attende la prossima estate (partenza il 17 giugno da Bibione, chiusura l'8 luglio a San Siro Roma, al momento, non c'è)?
«Un artista che in questa fase della sua carriera ha voluto rimettersi in gioco. Nella vita bisogna osare, avere coraggio. Magari anche sbagliando. Non volevo fare altro che portare sul palco me stesso, quello che faccio ai miei concerti. Ho ricreato all'Ariston quell'atmosfera. Anche nella serata delle cover. Ho scelto di cantare Let It Be dei Beatles, che Paul McCartney scrisse nel momento in cui i Beatles si stavano sciogliendo: era il suo modo per esorcizzare i fantasmi. Si legava in qualche modo al messaggio di Due vite».

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Cioè?
«La mia canzone è un invito a lasciare che le cose accadano. Riarrangiandola, ho capito che serviva la spiritualità di un coro gospel e ho chiamato i tredici coristi londinesi del Kingdom Choir. La complicità dell'orchestra è stata magica: la standing ovation del pubblico il regalo di una settimana che è andata oltre ogni aspettativa».
A chi ha pensato sul palco durante questa settimana?
«A mia mamma. Devo tanto a lei. E in questi ultimi anni è stata fortissima».
Perché?
«Mi è stata accanto nelle lavorazioni di un album, Materia (Terra), che ha significato tanto per me. Era il disco che sognavo di fare da 13 anni, suonato da musicisti in carne e ossa, pieno di omaggi al soul, all'r&b, al blues, la musica con la quale sono cresciuto: mi sento particolarmente rappresentato da quell'album (appena certificato tre volte Disco di platino, ndr)».
Dopo Sanremo?
«Torno a lavorare al nuovo album di inediti, il terzo capitolo della trilogia di Materia, dopo Materia (Pelle): uscirà prima del tour negli stadi».

 

Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA