MavaChou, il suicidio della mamma star di YouTube travolta dall'odio sui social

Lunedì 10 Gennaio 2022 di Francesca Pierantozzi
MavaChou, il suicidio della mamma star di YouTube travolta dall'odio sui social

L'ultimo video ha la data del 15 dicembre. MavaChou, la mamma star di YouTube, con quattro figli e 200mila follower, sembra non esserci già più, è tornata Maeva Frossard, ha le occhiaie, i capelli non pettinati: «Non sto tanto bene, ormai dura da circa due anni. È difficile sorridere quando si sta male, sono stanca di dover giustificare, tutto qui» sussurra.

Poi silenzio, niente più post, video, like o cuoricini. Una settimana dopo, il 22 dicembre, è sempre via social, facebook questa volta, che è arrivata la notizia della morte. Lo ha annunciato sul suo profilo la sua migliore amica, «con l'accordo della famiglia»: «Non cercate di saperne di più, rispettate i suoi cari». Maeva si è suicidata, stritolata da una macchina che non è riuscita più a controllare, da un gioco che era diventato il suo lavoro, che ha finito per coincidere con la vita reale. Non era preparata all'assalto del mondo, nella sua casa a Batilly, nella Meurthe-et-Moselle, nella Francia orientale verso il confine con la Germania, e poi nei Vosgi, in una campagna ancora più deserta.

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L'INCHIESTA
La procura ha aperto un'inchiesta per molestie morali che hanno portato al suicidio. Nel mirino potrebbero esserci tutti, a cominciare dal marito, Adrien Czajczynki, che con lei ha vissuto gli anni d'oro, delle risate casalinghe di una vita raccontata in diretta davanti a una platea sempre più numerosa, ma che ha continuato anche quando da ridere non c'era più tanto, spiattellando la separazione, i pianti dei bambini, le presunte scappatelle di lei. Potenziali molestatori sono anche quelli, sempre più numerosi, che negli anni hanno smesso di mettere like e cominciato a postare le foto della casa dove era andata a vivere col nuovo compagno, che la accusavano di non essere una buona madre. Maeva aveva confessare davanti alla telecamera del computer che «sì, ho tradito mio marito». «Che almeno quanto successo serva a cambiare la legge e prendere atto che le molestie via social sono un atto di violenza che può portare alla morte» ha dichiarato Stéphane Giurrana, l'avvocato al quale Maeva si era rivolta quando le minacce si erano fatte terrorizzanti. Tutto era cominciato per scherzo, nel 2015, quando Maeva e Adrien aspettavano il loro quarto figlio. Avevano lanciato un vlog, un blog video, prendendosi quasi in giro, dei ferragnez di provincia. Lei parlava della gravidanza, della vita della sua famiglia numerosa, della spesa, le pagelle dei bambini, suo marito che sembra un orsacchiotto con la barba rossa.


LA TELEVISIONE
Nel 2017 partecipa a una popolare trasmissione tv: è la consacrazione, ma anche la fine del gioco. Esplodono follower, abbonati e amici, ma precipita la benevolenza dei commenti: il pubblico comincia a prendere in giro la loro vita di provincia, i video amatoriali senza glamour, quella che veniva premiata come vita genuina e semplice, adesso viene punita come l'esistenza volgare e risibile di una coppia senza titoli di studio. Lui è armato per resistere, Maeva no. All'inizio del 2020 si separano, e i panni sporchi vengono lavati in pubblico. Si formano opposte fazioni, molti sono contro di lei. Attaccano la moglie, la mamma. Telefonate anonime arrivano alla scuola dei bambini. Poi cominciano le foto: la casa di lei, una macchina parcheggiata davanti al portone additata come quella dell'amante. Si scatenano quando l'ex marito Adrien, insinua, sempre via post, che ha dovuto prendere i bambini con sé perché a casa della mamma «succedono cose brutte». Oggi c'è chi ha fatto ammenda, come Audrey, 45 anni, che con il Parisien ha ammesso: «Riconosco di aver lasciato dei messaggi che hanno potuto ferire. E anche giudizi che non avrei dovuto permettermi, sull'educazione dei figli, per esempio. Non mi rendevo conto che dietro quei profili, c'erano persone vere». Ma la maggior parte dei follower sono spariti, cancellati i profili, i commenti, l'odio. Solo i like e i cuoricini sono rimasti.

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