Massimo Ghini: «Mio figlio e il maledetto virus che non risparmia i giovani. L'unica via è vaccinare tutti»

Giovedì 25 Febbraio 2021 di Gloria Satta
Massimo Ghini: «Mio figlio e il maledetto virus che non risparmia i giovani. L'unica via è vaccinare tutti»

La grande paura è passata. «Mio figlio ha lasciato l’ospedale e si sta riprendendo rapidamente», spiega Massimo Ghini. «Abbiamo vissuto giorni di grande preoccupazione, ma ora ci sentiamo più tranquilli.

E l’esperienza che abbiamo vissuto ci ha fatto capire che il maledetto Covid può colpirti da qualunque parte e che non risparmia i giovani, urge più che mai il vaccino». L’attore, finalmente sollevato, parla della disavventura del figlio Lorenzo, 25 anni, organizzatore di grandi eventi, che 10 giorni fa aveva contratto il virus ed era stato ricoverato con polmonite bilaterale. Ma oggi, in quarantena in un covid-hotel, aspetta di tornare definitivamente negativo per poter riabbracciare la famiglia e riprendere la vita normale.

Massimo Ghini: «Mio figlio 25enne ricoverato con polmonite bilaterale, ecco come ha scoperto di avere il Covid»

E’ vero che Lorenzo era stato contagiato durante una festa? 
«Lo smentisco categoricamente. E’ un ragazzo ligio alle regole e non si è mai ritrovato in un assembramento. Aveva raggiunto tre o quattro amici in una casa per vedere la tv in compagnia e svagarsi dopo settimane di isolamento. Tutti avevano fatto il tampone rapido ed erano risultati negativi. Ma a un certo punto lui non si è sentito bene».

Che sintomi aveva?
«Tosse e febbre. Così, per non mettere in pericolo la famiglia, ha saggiamente preferito non rientrare a casa. Noi abbiamo subito chiamato degli amici medici che hanno consigliato il ricovero. In ospedale Lorenzo ha scoperto di avere il Covid e la polmonite, è stato curato e dopo qualche giorno, secondo il protocollo, è stato dimesso per lasciar posto ai casi gravi e mandato in quarantena».

Com’è possibile che abbia preso il virus se gli amici erano risultati negativi al test?
«Lorenzo dev’essersi contagiato da un’altra parte. Ormai non sai più da dove può colpirti il nemico, magari basta un fugace contatto in un negozio, sul pianerottolo di casa o al distributore di benzina».

In che stato d’animo è suo figlio?
«In ospedale si è sentito al sicuro e ora è contento di essersi ripreso. Ma anche dispiaciuto di averci messi in ansia. Purtroppo, la nostra vicenda ha scatenato un putiferio ingiustificato sui social, non avrei mai voluto che accadesse e ora vorrei lanciare un messaggio».

Quale?
«Facciamo attenzione, non abbassiamo la guardia perché nessuno è immune dal contagio, nemmeno i giovani. E sbrighiamoci a completare la vaccinazione di massa».

La politica si è comportata, si sta comportando bene?
«Direi di sì. In confronto a quello che è successo e sta succedendo negli altri Paesi colpiti dalla pandemia, noi italiani abbiamo dimostrato di saper affrontare l’emergenza. Non è colpa dei governanti se ora non ci mandano i vaccini già pagati».

Lei quando conta di immunizzarsi?
«Vorrei tanto saperlo, ho 66 anni e non ho ancora informazioni. Negli ultimi mesi sono sempre stato sul set e mi è andata bene, ma ora voglio assolutamente vaccinarmi».

Da uomo di sinistra, storicamente vicino al Pd, cosa si aspetta dal governo Draghi?
«Confido nell’altissima preparazione del presidente del Consiglio perché la politica possa riguadagnare la stima dei cittadini. E non parlo di uno schieramento in particolare: dalla guerra contro il virus dobbiamo uscire tutti insieme, uniti dallo stesso senso di responsabilità».

Ce la faranno gli attuali governanti a recuperare la fiducia della gente?
«Me lo auguro. Hanno una grande chance, devono saperla cogliere. Ma nel dopo-Covid le cose dovranno cambiare».

Che cosa intende?
«La pandemia ci ha portati a riflettere e riconsiderare i valori della vita. Perché il mondo si riprenda davvero, non basta sconfiggere il virus: bisogna rinunciare alla crescita economica sconsiderata pensando ai Paesi più poveri che non hanno le nostre stesse risorse».

La pandemia ha messo in ginocchio molte famiglie un po’ dappertutto, non pensa?
«Mi sento molto vicino a tutte le categorie finite in crisi per colpa del virus, ci mancherebbe, ma il sistema economico generale va ripensato. Bisogna ricostruire gli equilibri del mondo perché l’intera umanità possa mangiare e svilupparsi armonicamente. Può sembrare un pensiero banale, ma a volte la banalità è rivoluzionaria».
 

Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 14:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA