Marocco in semifinale, Malika Ayane: «La rivincita degli immigrati, trattati da stranieri in casa»

La cantante: «Questi ragazzi possono essere eroi per un sacco di bambini. Ora sogno una finale con la Croazia»

Domenica 11 Dicembre 2022 di Mattia Marzi
Marocco in semifinale, Malika Ayane: «La rivincita degli immigrati, trattati da stranieri in casa»

Ha il cuore gonfio di orgoglio, Malika Ayane. La cantante di origini marocchine da parte di padre: lei però è nata e cresciuta a Milano ieri era in scena al Teatro Sistina con Cats, che fino al 22 gennaio la vedrà impegnata nei panni del personaggio della gatta-glamour di Grizabella, mentre il Marocco batteva contro ogni pronostico il Portogallo, diventando così la prima squadra africana della storia a qualificarsi in semifinale di un Mondiale.

Ha realizzato una volta uscita da teatro, durante la pausa tra una replica e l'altra, leggendo le notizie e i tweet: «È come quando la musica indipendente si prende i suoi spazi minando il terreno al mainstream», dice, usando una similitudine musicale, parlando dell'impresa di Youssef En-Nesyri e soci.

Cosa vuole dire?
«Il Marocco, così come anche la Croazia, altra grande rivelazione di questo strano Mondiale, stanno sparigliando le carte, ribaltando ogni previsione. Non era scontato che arrivassero così in fondo: il bello è proprio questo».

È il suo sogno, una finale Marocco-Croazia?
«Perché no? Sarebbe una conclusione emblematica, a prescindere dal risultato: la rivincita delle outsider».

Quattordici dei ventisei giocatori convocati da Walid Regragui non sono nati in Marocco, ma hanno scelto la patria dei genitori come propria rappresentativa maggiore. Che significato ha questo dato?
«Il dramma dei figli di immigrati è che a volte crescono sentendosi non riconosciuti come cittadini. Questi ragazzi possono essere eroi per un sacco di bambini e di ragazzi che sebbene siano nati e cresciuti in una città e in un paese che sentono casa, vengono chiamati stranieri».

In che misura?
«Il fatto che molti giocatori della nazionale marocchina siano nati all'estero sarà una cosa molto positiva per tutti quelli che ogni giorno non si sentono né da una parte né dall'altra in termini di appartenenza geografica».

La diverte vedere i tifosi del Marocco scendere in piazza nelle varie città italiane a festeggiare?
«Sì. È una cosa molto bella, naturale. L'aggressione subita a Verona da alcuni marocchini è stata una vicenda terribile. Trovo disdicevole che nessuno abbia detto niente rispetto alla brutalità di un gesto del genere. È vero, è stata aperta un'indagine, ma mediaticamente se ne è parlato molto poco».

 

Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 09:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA