Maria Giovanna Elmi: «A 20 anni un'operazione mi impedì di avere figli e il mio matrimonio finì. L'utero in affitto? Sono contraria»

A 83 anni per la seconda stagione consecutiva sarà nel cast del talent show pomeridiano di Pierluigi Diaco, BellaMa'

Domenica 6 Agosto 2023 di Andrea Scarpa
Maria Giovanna Elmi: «A 20 anni un'operazione mi impedì di avere figli e il mio matrimonio finì. L'utero in affitto? Sono contraria»

Per tutti - tutti quelli che possono ricordarselo - da più di quarant'anni Maria Giovanna Elmi è la Fatina (il programma era Il dirigibile, in onda su Rete 2 dal 1975 al 1980, lei era la magica Azzurrina, al suo fianco c'era il cantante Mal).

Fra pochi giorni, il 25 agosto, compirà 83 anni e di pensione non vuole proprio saperne, visto che con l'ex collega annunciatrice Rosanna Vaudetti, classe 1937, per la seconda stagione consecutiva sarà nel cast del talent show pomeridiano di Pierluigi Diaco, BellaMa', al via l'11 settembre.

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Alla sua età non si è stufata di questa storia della Fatina?
«Ma nooo... E guai a chi me la toglie quell'etichetta. Mi ha dato popolarità, mi ha fatto debuttare come cantante per bambini, mi ha regalato tante esperienze fino alla conduzione di Sereno variabile. In fondo in tv avevo iniziato nel 1968 con gli annunci. Mi è andata bene così».


Nel 1977 affiancò Mike Bongiorno nella prima edizione di Sanremo con la tv a colori e la prima organizzata al Teatro Ariston: è vero che la chiamarono il giorno prima?
«Sì. Me ne resi conto quando a Roma andai a vedere i turni settimanali e vidi che per tre giorni nella casella con il mio nome c'era scritto "Sanremo". Chiesi spiegazioni e partii di corsa. Le prime due serate si trasmettevano solo in radio, la terza in tv. Non avevo vestiti a sufficienza, così quello bianco che indossai per la finale me lo prestò Sabina Ciuffini, la storica valletta di Mike, che poi me lo regalò».

 


Anni prima era stata la fidanzata di Mike in un fotoromanzo, giusto?
«Sì. Per Grand Hotel eravamo stati i protagonisti di Un nido di tenebre, una storia d'amore tormentata. Nel finale ricordo che eravamo in albergo per passare la notte insieme, eravamo in pigiama, io ero senza maniche, e tutti prima di scattare non facevano che dirmi di fare attenzione a non far vedere niente... Comunque a Sanremo tornai anche l'anno successivo: fui la prima donna a condurlo da sola».


Con lei c'era Beppe Grillo.
«Sì, ma la presentatrice ero io. Vinsero i Matia Bazar con ... e dirsi ciao, davanti agli esordienti Anna Oxa con Un'emozione da poco e Rino Gaetano con Gianna».


È vero che la Rai, a parte le indennità di trasferta, non le diede un soldo in più?
«Sì. Ero una dipendente, avevo lo stipendio, e bastava quello. Se penso alle cifre di oggi...».


A proposito, nel 1981 quanto le offrì il mensile Playboy per posare nuda?
«Non ricordo bene la cifra, ma erano tanti. Rifiutai senza pensarci un attimo».


E perché?
«Non faceva per me. Avevo un altro pubblico. E poi tutti i miei parenti - genitori e tre fratelli maschi - erano vivi, per carità».


Però Playmen, il giornale concorrente, il mese dopo la mise in copertina.
«Già. Ma non si vedeva niente. E dentro pubblicarono gli scatti rubati che mi fecero in barca mentre al largo mi cambiavo il costume. Per un po', anche se non c'entravo nulla, temetti il licenziamento dalla Rai. All'epoca era tutto diverso: pensi che con cinque minuti di ritardo si riceveva la lettera di richiamo e a fine mese ci sottraevano una piccola quota in denaro dalla busta paga».


È vero che Berlusconi negli Anni Ottanta fece di tutto per portarla a Canale 5?
«Di persona lo incontrai solo una volta alla serata per un premio e fu molto gentile e simpatico. Dopo i suoi manager mi offrirono con insistenza di fare un programma del mattino, ma non avevano ancora le idee chiare, così rifiutai».


Per un lungo periodo i sondaggi la davano sempre come il personaggio più amato dagli italiani: quante volte le hanno chiesto di entrare in politica?
«Una volta, anni fa, ma rifiutai subito».


Diaco è molto amico di Giorgia Meloni: a lei piace?
«Non parlo di politica. Ma è una donna, farà bene senz'altro».


Nel 2004 lei fu nominata dal sindaco forzista Roberto Dipiazza presidente del Rossetti, il Teatro Stabile di Trieste. Che cosa c'entrava lei con quel mondo?
«Niente. Per amore della città cercai di procurare fondi, senza entrare mai nel merito delle scelte artistiche. Capii, però, che era impossibile dare una mano, e dopo un anno mi dimisi».


Ci siamo quasi: cosa farà per il suo compleanno?
«Io e mio marito Gabriele (proprietario dell'Idroelettrica Valcanale, ndr) siamo coetanei, io sono nata il 25 agosto e lui il 30, e in passato abbiamo sempre organizzato grandi feste. Ultimamente ci siamo concentrati sul nostro anniversario di matrimonio: il 13 dicembre. Stavolta sono trenta e quel giorno saremo a Miami: vedremo. Lì da tempo abbiamo una casa dove andiamo soprattutto d'inverno».


Come ha fatto ad avere l'annullamento dalla Sacra Rota del precedente matrimonio?
«Con il mio primo marito (il fisico informatico Ernesto Hofmann, ndr) quando ci sposammo - nel 1970 - eravamo innamorati, ma a vent'anni fui sottoposta a un'operazione che mi impedì di avere figli. All'inizio a lui non importava, ma poi le cose cambiarono, gli venne voglia di bambini, e così nel 1978 le nostre strade si divisero».


Il tema è molto attuale: che ne pensa dell'utero in affitto?
«Non chiederei mai a una donna di fare una cosa del genere. Non riesco neanche a pensarla. Perché non si adotta? Comunque dopo otto anni incontrai Gabriele e dopo sette ci sposammo in chiesa, sul monte Lussari, nella sua Tarvisio, che ora è anche la mia. Sono credente, ho aspettato con pazienza».


Da romana fu faticoso ambientarsi da quelle parti?
«No. Tarvisio è un posto magico al confine con Austria e Slovenia, un crocevia di latini, slavi e germanici che stanno bene insieme. Nessun problema».


E come fu quando nel 1993, dopo sette anni, la Rai le tolse la conduzione di "Sereno variabile" senza avvisarla?
«Molto difficile. Al mio posto misero Viviana Antonini, moglie del proprietario del canale romano Gbr, che poi dopo poco si ritirò dalle scene. Il problema è che avevo un contratto di esclusiva totale, non potevo fare altro. Canale 5 mi fece una proposta, ma c'era una penale da pagare e non se ne fece nulla. Fui costretta a far causa alla Rai: non potevo accettare di essere pagata senza lavorare quando mi volevano altrove. Trovammo un accordo economico».


Nel 1987 intervistò Sylvester Stallone a Tel Aviv, sul set di Rambo III: come andò?
«Fu gentilissimo e molto disponibile. Però ricordo che nella sua roulotte aveva un frigo pieno di carne e pesce, dal quale veniva una puzza tremenda».


E Tony Curtis? Nel 1985 a Taormina aveva perso la testa per lei, vero?
«Sì, al Festival del cinema. Solo che io, dopo quattro chiacchiere a tavola, lo mollai da solo. Si mise a cercarmi per tutta la serata dopo essersi scritto il mio nome sul braccio».


Per un po' è stata ribattezzata la Barbie italiana e nel 1997 incise anche un disco, "Barbi": l'ha visto il film?
«Non ancora, ma so che è per tutti. Quell'album, invece, era solo per bambini».


Lei è credente: fra cent'anni, quando sarà, dove andrà?
«E chi lo sa? Magari nel frattempo un altro Dante Alighieri avrà inventato altre sistemazioni...».


Da Fatina, con la bacchetta magica, cosa vorrebbe?
«Girare il mondo con mio marito e godermi la vita senza perdere tempo. Tanto il conto alla rovescia non si ferma per nessuno».

Ultimo aggiornamento: 7 Agosto, 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA