Morto Maki Kaji, era il padre del Sudoku. La brutta malattia che non l'ha abbandonato

Mercoledì 18 Agosto 2021 di Antonio Calitri
Morto Maki Kaji, era il padre del Sudoku. La brutta malattia che non l'ha abbandonato

Cento milioni di persone al mondo giocano quotidianamente alla griglia lanciata negli anni '80 dal giapponese Maki Kaji, scomparso a Tokyo lo scorso 10 agosto. La notizia dell'addio all'inventore del Sudoku nella forma moderna ha lasciato il lacrime milioni di giapponesi ed è stata diffusa solo una settimana dopo dalla casa editrice Nikoli, fondata da Kaji, dopo le celebrazioni dei funerali avvenuti in forma privata. L'uomo che aveva 69 anni ed era da tempo malato di cancro ai dotti biliari, in seguito all'aggravamento della malattia a luglio si era dimesso da amministratore delegato della sua casa editrice, concentrata sui giochi numerici, enigmistiche e puzzle.

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Il papà del Sudoku

Kaji è considerato il papà del Sudoku e l'artefice della diffusione mondiale seppure il gioco ha una lunga e controversa storia e diversi padri.

A partire da quello che è considerato dagli storici il vero inventore della tavola di logica che aveva il nome di quadrato latino, il matematico svizzero Leonhard Euler detto Eulero da Basilea nel 18° secolo.

Diversi storici però, lo attribuiscono la tabella ad anonimi cinesi e indiani che lo avrebbero inventato tra l'8° e il 9° secolo dopo Cristo. Nemmeno la versione moderna, con una griglia quadrata di 81 caselle (nove verticali per nove orizzontali) da completare con numeri da uno a nove mai ripetuti lungo le linee si deve all'editore giapponese. Questa infatti viene attribuita all'architetto statunitense Howard Garns che avrebbe inventato un gioco simile dal nome Number Place, pubblicato a fine degli anni '70 su alcuni quotidiani e magazine americani, senza però aver avuto troppo successo. Maki Kaji avrebbe visto questo gioco e l'avrebbe poi importato e perfezionato in Giappone all'inizio degli anni '80 trasformandolo in un successo senza eguali ma limitatamente al paese del Sol Levante.

La sua storia

Nato sull'isola settentrionale di Hokkaido, Kaji all'inizio degli anni '80 si era trasferito nella capitale giapponese per frequentare la Keio University, abbandonata tre anni dopo per occuparsi della sua passione per l'enigmistica e i giochi fondando nel 1983 la Nikoli e pubblicando nello stesso anni le prime griglie del gioco che lui stesso aveva ribattezzato Sudoku come contrazione in lingua nipponica della frase «ogni numero deve essere singolo». Poi ha standardizzato la tabella alle 81 caselle con l'unica regola che i numeri devono essere posizionati dall'1 al 9 in righe, colonne e blocchi senza mai ripeterli. Una regola che è stata fondamentale per il successo perché, come ha spiegato in un'intervista alla BBC nel 2007, quando il gioco aveva conquistato il mondo intero, il vero segreto è stata proprio la semplicità e la comprensione del meccanismo, «come la caccia al tesoro» spiegò Kaj aggiungendo che «non si tratta di pensare ad una eventuale ricompensa economica, piuttosto all'intero processo di stimolo emotivo nel tentare di trovare la corretta soluzione». Fondamentale per il successo del gioco a livello globale stata anche la volontà dello scopritore, di non registrare la parola e il gioco a livello internazionale ma limitarsi soltanto al suo paese e in questo modo dando la possibilità a chiunque di realizzare il proprio Sudoku.

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Il suggerimento

Così nel 2004, fu un lettore neozelandese del Times inglese a suggerire il gioco al quotidiano e da allora in pochi anni fu un successo globale con il raggiungimento di una stima di oltre 500 milioni di giocatori nel mondo, compresi capi di stato di diversi paesi e ceo di multinazionali. In quel periodo Kaji più che mangiarsi le mani per non aver registrato il gioco girò oltre 30 paesi per presentarlo e spiegarne i segreti al pubblico, ai media, agli editori e agli operatori che spuntavano come funghi. Nel 2006 poi è arrivato anche il campionato mondiale di Sudoku, con la prima edizione organizzata proprio in Italia, a Lucca, che vide come vincitore della medagli d'oro il ceco Jana Tylova.

Dall'edizione dell'anno successivo che si svolse a Praga, insieme al campionato individuale è stato introdotto quello per nazioni che vide affermarsi subito la squadra giapponese. Il campionato si è svolto ogni anno con esclusione del 2020 che doveva svolgersi a Shangai nel 2020 ed è stato rinviato a quest'anno. Nelle 14 edizioni che si sono tenute finora, nel campionato individuale hanno prevalso i giapponesi con cinque medaglie d'oro seguiti dagli Stati Uniti che ne hanno conquistato tre. Tra le nazionali, il Giappone è sempre primo con cinque ori seguito da Cina con tre e dalla Germania con due. In Italia nonostante si stimino oltre un milione di assidui giocatori, delle 81 medaglie d'oro, argento e bronzo assegnate tra il campionato individuale e quello per nazioni in tutte le edizioni dei mondiali, non c'è stato mai un italiano sul podio.


 

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