Maignan, cori razzisti: i responsabili sono 3-4. Grazie alle telecamere si analizzeranno labiali e gesti dei tifosi

Si è già mossa anche la giustizia sportiva con gli ispettori della Figc che hanno inviato tutto il materiale al giudice per le eventuali sanzioni

Lunedì 22 Gennaio 2024 di Salvatore Riggio
Maignan, cori razzisti: i responsabili sono 3-4. Grazie alle telecamere si analizzeranno labiali e gesti dei tifosi

Nulla sarà più come prima. Non accadeva da tempo, ma purtroppo è successo ancora su un campo della nostra serie A. È toccato a Maignan, al minuto 33 di Udinese-Milan, dare un segnale al mondo del calcio. Sfilarsi i guantoni, avvicinarsi alla propria panchina e intraprendere la strada verso il tunnel che conduce agli spogliatoi, seguito da Adli e poi da tutta la squadra rossonera. Un gesto per riportare tutti sulla terra e mostrare che di problemi, per quanto riguarda il razzismo, ce ne sono, eccome. Ha parlato ancora il portiere francese. Lo ha fatto all'indomani dei vergognosi insulti razzisti, sfogandosi con un lungo messaggio su Instagram: «Non è stato il giocatore a essere stato aggredito. È stato l'uomo. È stato il padre di famiglia. Questa non è la prima volta che mi succede. E non sono il primo a cui è successo. Abbiamo fatto comunicati stampa, campagne pubblicitarie, protocolli e non è cambiato nulla», si legge. Bersagliato e chiamato «scimmia», il francese ha proseguito con accuse precise: «Un intero sistema deve assumersi le proprie responsabilità: gli autori di questi atti perché è facile agire in gruppo nell'anonimato di un forum; gli spettatori che erano in tribuna, che hanno visto tutto, che hanno sentito tutto ma che hanno scelto di tacere, siete complici; il club dell'Udinese, che ha parlato solo di interruzione della partita, come se nulla fosse, è complice; le autorità e la Procura, con tutto quello che sta succedendo. Se non fai nulla, sarai complice anche tu». Infine: «L'ho già detto e se è il caso lo ripeto: non sono una vittima. E voglio dire grazie al mio club Ac Milan, ai miei compagni, all'arbitro, ai giocatori dell'Udinese e a tutti quelli che mi hanno mandato messaggi, che mi hanno chiamato, che mi hanno sostenuto in privato e in pubblico. Non posso rispondere a tutti, ma vi vedo e siamo insieme».

I PRECEDENTI

Già nel 2021 Maignan era stato bersagliato all'Allianz Stadium contro la Juventus: «Nelle stanze che governano il calcio, le persone che decidono sanno cosa si prova a sentire insulti e urla che ci relegano al rango di animali? Sanno cosa fa alle nostre famiglie, per i nostri cari che lo vedono e che non capiscono che possa ancora succedere? Non sono una "vittima" del razzismo.

Sono Mike, in piedi, nero e orgoglioso. Finché potremo usare la nostra voce per cambiare le cose, lo faremo», disse all'epoca. Invece, nel 2022 aveva replicato sempre sui social ai tifosi del Cagliari (un post con una scimmia col dito medio), dopo una partita quasi sfociata in rissa per difenderlo. Intanto, si muove la Procura di Udine: non appena gli atti saranno trasmessi alla magistratura (da oggi ogni giorno è utile) sarà aperto un fascicolo.

 

CORI VERGOGNOSI

Dalle prime indagini, grazie alle immagini dello stadio, è confermato che non si tratta di più di tre-quattro persone. Così come si è già mossa la giustizia sportiva con gli ispettori della Figc che hanno inviato tutto il materiale al giudice per le eventuali sanzioni (supplemento di indagine o direttamente la chiusura della curva). Da parte sua, il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, assicura di aver invitato «personalmente Maignan a Udine per realizzare insieme iniziative concrete dedicate ai più giovani, con il supporto di Fondazione Milan. Proporrò al Consiglio comunale di conferirgli in quell'occasione anche la cittadinanza onoraria». Mentre il vice premier, Matteo Salvini, definisce «vergognosi» i cori. «Spero che il 2024 porti una nuova cultura e un nuovo spirito sportivo negli stadi. Spero che chi di competenza intervenga, ho visto la società dell'Udinese è già intervenuta con parole chiare, penso non si possa colpevolizzare intere città o società per pochi idioti. Maignan ha tutta la mia solidarietà da sportivo, tifoso, da italiano e da persona civile». Il Milan ieri ha deciso, in segno di protesta per quanto accaduto, «di non pubblicare alcun contenuto sui social media a sostegno di Mike Maignan e della lotta al razzismo».

Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 08:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA