Lulu Blundell morta di tumore a 19 anni: i suoi ultimi tre mesi di vita diventano un film

Si intitola "Lulu: Forever 19" il cortometraggio che raacconta la toccante storia di una giovane vita spezzata da una patologia terminale

Giovedì 18 Maggio 2023
La storia di Lulu Blundell, morta di tumore a 19 anni: i suoi ultimi tre mesi di vita diventano un film

"Lulu Forever 19" è un cortometraggio che racconta gli ultimi mesi di vita di Lulu Blundell, una studentessa inglese dell'Università di Newcastle, in Inghilterra, morta  nel giorno di Capodanno a soli 19 anni, per colpa di un tumore in fase terminale.

La giovane viene ricordato con affetto, da familiari e amici, per non aver mai rinunciato a vivere, mai. Nemmeno nei momenti più bui. Affrontando la malattia a testa alta, con dignità esemplare. Sempre.

La storia di Lulu, dopo la sua morte, è diventata un film: il "corto" è stato prodotto dalla Teenage Cancer Trust, un ente di beneficenza britannico impegnato nella sensibilizzazione e nel sostegno dei giovani tra i 13 e i 24 anni a cui viene diagnosticato un tumore maligno. Per questa Ong, Lulu aveva anche organizzato una corsa benefica, la "Run With Lulu", grazia alla quale era riuscita a raccogliere 21mila sterline da destinare alla fondazione. 

 

La storia

Rotherham, Inghilterra, anno 2019. La 15enne Lulu Blundell, all'epoca studentessa di liceo, riceve la prima diagnosi di cancro: ha il sarcoma di Ewing, una patologia molto rara che colpisce i tessuti ossei. La sconfigge grazie a un'aggressiva chemioterapia: ogni due settimane, sette giorni su sette, 24 ore al giorno. Il 20 gennaio 2020 viene dichiarata guarita, ma nel frattempo i medici le hanno dovuto amputare una gamba.

Poi, «dopo due anni e mezzo di risate e sorrisi», torna l'incubo: nel 2022 viene di nuovo ricoverata per un forte dolore alla spalla, purtroppo non causato dagli allenamenti di rugby, lo sport da lei praticato. Questa volta, la diagnosi non le lascia scampo: il cancro si è esteso al torace e alle braccia ed è in fase terminale. 

«Ho scoperto che il mio cancro è tornato in quattro punti e ho deciso di non sottopormi alla chemio. Ho preferito piuttosto sottopormi a delle cure palliative, cercando di tenere il dolore sotto controllo, fino a quando non potremo più farlo...Nonostante mi sia stato detto di essere malata terminale, ho riso e amato più di quanto abbia mai fatto in vita mia negli ultimi mesi», ha scritto Lulu prima di andarsene, circondata dai suoi cari, con molti mesi in anticipo rispetto a quanto predetto dai medici. É stata sfortunata anche in questo. 

Dopo la sua morte, avvenuta il 1° gennaio 2023, quelle parole verranno poi lette dalla madre, durante l'incipit del cortometraggio realizzato in sua memoria. Affinché la sua storia possa ispirare quei milioni di altri sfortunati ragazzi che, come lei, affrontano ogni giorno il dramma del cancro. E con esso, la paura di non farcela. 

Ma anche davanti al destino crudele, Lulu aveva deciso di reagire nel solo modo possibile: vivendo al massimo, fino alla fine, senza passare il tempo che le restava su un lettino di ospedale: è andata al festival musicale di Glastonbury con gli amici, alloggiando con loro in una tenda ben attrezzata e con tutte le medicine del caso. Sempre con amici è andata a visitare Magaluf, e dopo ancora Amsterdam, con il suo fidanzato "Paddy". Con la famiglia si gode invece Londra, Northumberland e Manchester. "Vivere come Lulu" diventa un mantra, per chiunque le stia vicino. 

«Ogni singolo infermiere, terapista, assistente sociale che ha lavorato al mio fianco è stato il mio piccolo raggio di sole. Di volta in volta attraverso la chemio, la remissione e la ricaduta mi hanno salvato la vita, sia fisicamente che mentalmente - prosegue il discorso di Lulu - Spero che la mia storia ti possa spingere a fare cose che hai detto di voler riamandare a un domani, far sorridere le persone intorno a te e smettere di preoccuparti delle cose di cui non devi preoccuparti. La vita è troppo breve». 

Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 15:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA