ROMA Aveva solo 18 anni, Titu, come la chiamavano le compagne.
LA SPINA NEL FIANCO
«Chi ti conosce davvero sa che anima fragile tu fossi, quanto bisogno d'amore si celasse dietro ai tuoi gesti, alle tue parole forti, alle tue forme di arroganza» - scrive la giocatrice - Non potrò mai ringraziarti abbastanza per esserti fidate di me e per essere stata una delle persone più genuine che io abbia mai incontrato. Eri la mia spina nel fianco e sempre lo sarai. Ti rivedrò in ogni salto, quelli che ti lasciano a bocca aperta, ti rivedrò in ogni boato dopo una schiacciata, ti vedrò accanto a me in ricezione, mamma mia che disastro la tua ricezione (...) Non ti dirò di volare alto nel cielo, quello lo facevi già quaggiù. Spero solo che tu possa trovare quella pace e quella serenità che qua non hai trovato». «Anima pura, anima fragile. Ti sei sempre mostrata dura ma quando capivi di poterti fidare mostravi tutto il tuo dolce cuore. Ti voglio bene Titu", scrive invece Gaia Guiducci. «Ciao piccola gigante», fa eco Beatrice Gardini. Il ct di quella Nazionale d'oro, Massimo Bellano, la ricorda così.
«Abbiamo fatto tre anni insieme al Club Italia, era un'atleta di grande qualità e prospettiva, ma soprattutto di grande spessore umano. Una ragazza molto seria, intelligente. In tre anni insieme non credo di averla mai rimproverata per una mancanza di impegno durante l'allenamento. E aveva grandi qualità fisiche: non ho mai visto una ragazza saltare quanto lei. Il paragone con Paola Egonu? Avrebbero potuto giocare insieme. Sarebbe stato bello vederle". Anche l'icona del volley Francesca Piccinini ha condiviso giornate insieme a Julia. «L'ho conosciuta un paio di anni fa. Ero stata al Club Italia e fra le ragazzine che stavano crescendo c'era anche lei. Era attenta ai consigli che le davo, con questi occhi che avevano voglia di imparare e crescere. Perdiamo una ragazza con un futuro davanti pazzesco».
IL DT MENCARELLI
Marco Mencarelli, dt del Club Italia dove Ituma è cresciuta. «Julia aveva un grande futuro davanti. La notizia della sua morte mi ha lasciato un profondo senso di impotenza - dice Marco Mencarelli, dt del Club Italia in cui Julia ha fatto i primi passi tra i big - La conoscevo bene, e vedevo per lei un futuro brillante. La sua determinazione era quasi ostinazione. Aveva una potenza straordinaria che stava imparando a gestire. Vedevo in lei più o meno le stesse qualità che avevo visto in Paola Egonu quando aveva 15-16 anni, anche se le caratteristiche tecniche erano diverse. Julia era una ragazza di grande prospettiva, ma era ancora troppo giovane per esser proiettata verso l'eccellenza assoluta. Questa è una giornata surreale, come il clima che si respira nel nostro centro sportivo».
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