Jamie Lee Curtis, Leone d'oro a Venezia: «Mio figlio è diventato donna, bisogna amarli per ciò che sono»

Giovedì 9 Settembre 2021 di Gloria Satta
Jamie Lee Curtis, Leone d'oro a Venezia: «Mio figlio è diventato donna, bisogna amarli per ciò che sono»

«Dedico questo Leone alle vittime della violenza sessuale, religiosa, politica, domestica. Ce n'è tanta nel mondo, dove i regimi conservatori alimentano l'odio e l'intolleranza... ma il premio è un regalo mentre il successo di cui vado più fiera è la mia sobrietà: da 20 anni non tocco alcol e mi sento libera». Jamie Lee Curtis, 62 anni, il Leone d'oro alla carriera ricevuto ieri tra le ovazioni, è un'esplosione di energia, comunicativa, sincerità: capelli grigi cortissimi, fisico scattante, la protagonista di cult come Halloween e Una poltrona per due ha portato al Lido il nuovo film Halloween Kills diretto da David Gordon Green (in sala il 21 ottobre) che la vede per la sesta volta nei panni di Laurie Strode, la protagonista della saga horror inaugurata nel 1978 da John Carpenter.

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È importante il premio per l'insieme del suo lavoro?
«Molto, ma preferisco non parlare di carriera: ho ancora mille cose da fare, dopo i 60 la mia vita ha avuto un nuovo inizio. Mi sono detta: se non ora quando, e se non io chi. E ho cominciato a scrivere sceneggiature, a progettare regie, a produrre film e show tv. Oggi mi sento più creativa di quando avevo 20 anni. Mi sembra di volare».


È finalmente venuto il tempo delle donne?
«È sempre stato il nostro tempo, ma fino a ieri non ci era permesso esprimerci. Ora sono felice di assistere ai successi di film come Black Widow e delle mie amiche registe Maggie Gyllenhaal e Patty Jenkins».

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Al di là dell'horror, che significato ha Halloween Kills?
«Il film ci dice che siamo tutti nella stessa barca, cioè esseri umani impegnati a combattere contro i nostri demoni. C'è un'attinenza con l'attualità di questo mondo che appare diviso dovunque, anche negli Stati Uniti. Ed è percorso dalla rabbia contro il sistema».


Qual è il segreto che, dopo 43 anni, la rende ancora credibile nei panni di Laurie, l'eroina di Halloween di cui interpreterà anche il prossimo capitolo?
«Non ho mai studiato recitazione e sono una persona paurosa. Sullo schermo porto le mie paure personali, i traumi che ho vissuto».


E oggi cosa la spaventa?
«L'instabilità del mondo, l'oppressione, la situazione delle donne in Afghanistan, i conflitti, la sofferenza di tante persone. E il Covid: io mi sono vaccinata, ma sto in ansia per chi non è ancora immunizzato».

 


Ha appoggiato suo figlio Thomas che ha cambiato sesso diventando donna: la sua scelta trasmette un messaggio?
«Certo. Bisogna amare i propri figli, chiunque essi siano».


Che ricordi ha dei suoi genitori Jennifer Leigh e Toni Curtis, due miti del cinema?
«Divorziarono quando ero piccola e sono stata molto più con mia madre (si commuove, ndr). Il ricordo più bello che ho di papà risale invece a una vacanza che feci da bambina in Sardegna con lui e la sua nuova famiglia. Mi prese per mano e mi portò a nuotare: è una delle pochissime volte in cui siamo stati da soli».


Ha coniugato la comicità con il sex appeal: quanto conta la bellezza per lei?
«Mai stata un valore, ho sempre saputo che sarebbe svanita».


Cosa chiede al futuro?
«Non ho aspettative, vivo l'attimo. E ora sono qui, per la prima volta a Venezia, felice. Spero di continuare ad essere me stessa, anche a costo di rimetterci».

Ultimo aggiornamento: 07:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA