Gullit, i figli: «Papà inesistente. E quei soldi ci servono, ci ha usati solo per fare bella figura con i media»

Denunciato l’ex calciatore del Milan: «Quando avevamo bisogno, lui spariva»

Sabato 4 Novembre 2023 di Valeria Di Corrado
Gullit, i figli: «Papà inesistente. E quei soldi ci servono, ci ha usati solo per fare bella figura con i media»

«Io non voglio fare il mantenuto per fare la bella vita. La mia è una rivendicazione morale per i danni che mio padre mi ha procurato negli anni. Poi certo c’è l’aspetto economico, ma si tratta del minimo indispensabile per vivere». Quincy Georges Dil spiega così la motivazione che ha portato lui e sua sorella Cheyenne a querelare Ruud Gullit. L’ex calciatore olandese, che condusse il Milan a una lunga serie di vittorie a cavallo degli anni ‘80 e ‘90, non paga loro il mantenimento da sei anni.

Per questo i due figli, che il celebre centrocampista ha avuto con l’ex moglie Cristina Pensa, hanno chiesto alla Procura di Vibo Valentia di indagarlo per il reato previsto per chi si sottrae «agli obblighi di assistenza inerenti alla responsabilità genitoriale». «L’ultimo messaggio che ho provato a scrivere a mio padre risale a 3 o 4 anni fa: gli ho fatto gli auguri su WhatsApp per il suo compleanno, lui ha visualizzato, ma non mi ha risposto. È stato sempre un padre assente.

Non veniva nemmeno a vedere le mie partite quando giocavo a calcio. Quando tempo fa aveva saputo che ero stato arrestato per spaccio, qualcosa lo ha scosso: mi ha chiamato per dirmi di non preoccuparmi, ma poi è sparito di nuovo. Non c’è continuità nel rapporto. Non credo che con l’età possa migliorare, ormai ha 61 anni. Però prego sempre il Signore che possa cambiare. Di certo il mio obiettivo non è fargli la guerra».

 


FINZIONI E SPARIZIONI
«Nel 2014 ebbe l’idea di riunire tutti e sei i suoi figli a Ibiza con l’intento di trascorrere del tempo insieme - ricorda Quincy -. Io ho pensato: è la volta buona che conosco questo uomo. Ed è stata l’unica volta che ho visto i miei fratellastri. Ma si è trattato di una trovata pianificata a scopo mediatico, per avere visibilità e riabilitarsi come genitore: difatti il giorno dopo tutti i giornali di gossip olandesi parlavano di come stesse cominciando a fare il padre. Mi sono sentito usato».

Ma perché tanta freddezza nei confronti dei suoi figli?

«Lui ce l’ha con noi perché voleva chiudere per sempre la questione economica, ma noi non viviamo nell’oro. Se avessi un buon rapporto con mio padre, non ci penserei nemmeno alle cause o alle denunce - precisa il figlio maggiore -. Quando gli chiedevo aiuto, ricevevo un due di picche e spariva. Io non sentivo che avevo un padre davanti, mi sentivo usato solo a livello mediatico. Dopo Ibiza, infatti, mi ha chiesto di andarlo a trovare ad Amsterdam (dove vive attualmente). Io ci sono andato, ma c’era uno stuolo di paparazzi ad accoglierci, che poi si sono seduti al tavolo con noi. Anche quello era un modo per riabilitarsi con l’opinione pubblica. Io e mia sorella non lo sentiamo da sei anni: dal 2017, quando è stato fatto un accordo per pagarci circa 200mila euro di arretrati. In quell’accordo transattivo lui ci chiedeva di non aver più nulla a che pretendere per il mantenimento. Ma noi stiamo facendo leva sul fatto che bisogna discutere di questo punto davanti a un tribunale italiano, non olandese. Lo abbiamo querelato perché dal 2017 ha accumulando un ulteriore debito di 500mila euro. La mia è soprattutto una rivendicazione morale».

Poi il 32enne parla dei suoi trascorsi giudiziari: «La fede mi ha salvato: nell’avvicinarmi a Dio ho avuto una rinascita. Grazie alla preghiera sono uscito dalle dipendenze e ho iniziato a fare del volontariato in un’associazione religiosa nel vibonese dove opera Giuseppina Pascali, una mistica vicina a Natuzza. Cerco di aiutare i miei coetanei a capire che buttarsi nella droga e nell’alcol non è la soluzione. Ovviamente questa attività non mi dà reddito: ho cercato più volte un lavoro, ma quando vedono la mia fedina penale fanno un passo indietro».


LA FINE DEL MATRIMONIO
«Mia figlia ha lavorato come commessa e cassiera, mio figlio giocava a calcio nelle giovanili del Milan e del Montecarlo, poi in Svizzera - spiega Cristina Pensa, l’ex moglie del “Tulipano nero” -. Non dico che tuo padre si chiama Gullit e ti deve aprire una società per azioni, però almeno stargli vicino. Lui invece non ne è capace. Ha fatto una grande carriera calcistica, ma come uomo è stato un disastro».

L’ex modella racconta la fine della loro storia: «Il mio rapporto con lui si è incrinato quanto Ayrton Senna è morto, perché io ho sofferto molto, essendo stato il mio vero amore. Per gelosia o competizione con il suo fantasma, Ruud è diventato più prepotente e poco presente. Dopo che ci siamo separati, ha chiuso anche con i figli. E pensare che ho rinunciato alla mia carriera televisiva perché lui voleva la moglie sempre in casa e con i figli. Nonostante questo non ho mai chiesto il mantenimento per me. Non lo sento più. So che gioca a golf dalla mattina alla sera e ha smesso di fare l’allenatore. D’altronde non riesce a occuparsi di 6 figli, come farebbe con 20 giocatori?».

Nonostante i tentativi per contattarlo e conoscere la sua versione, Gullit non ha risposto.
 

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