Gigi D'Alessio: «Donne? Non devo chiedere scusa a nessuna. Ma con i figli ho sbagliato. Un concerto per lo scudetto a Napoli»

Il cantante: «Alla Meloni direi "Non mollare mai". Luca è fortunato: è partito da “Amici” io invece per anni ho suonato nelle cantine»

Domenica 12 Marzo 2023 di Andrea Scarpa
Gigi D'Alessio: «Donne? Non devo chiedere scusa a nessuna. Ma con i figli ho sbagliato. Un concerto per lo scudetto a Napoli»

Concerti, feste speciali, tv (ieri sera c’è stata la finale su Rai1 di The Voice Kids, la settimana scorsa quella di The Voice Senior: due successi) e nuovo disco («l’ultimo, Buongiorno, è del 2020, ho brani inediti da registrare»).

E poi l’inno nazionale - per Italia-Inghilterra del 23 marzo nella sua Napoli - progetti biografici, sogni sanremesi. Dirgli vulcano, a uno come Gigi D’Alessio, 56 anni, sarà scontato ma è anche il modo più chiaro ed efficace per definire uno che sforna idee a getto continuo.

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Cominciamo con il cinema: il film sulla sua vita, in giro si dice «tipo Freddie Mercury o Elton John», quando si fa?
«Ma chi gliel’ha detto, scusi?».


La sua è stata ed è una vita movimentata, una biografia - “Questo sono io” - l’ha già scritta nel 2008, a qualcuno - prima o poi - doveva venire in mente. O no?
«Siamo a buon punto. Ho firmato il contratto con la produttrice Maria Grazia Saccà, che ha già trovato un coproduttore americano. Ho già incontrato lo sceneggiatore Peppe Fiore (Mare fuori, The Young Pope etc., ndr) che ha scritto praticamente tutto. Insomma, ci siamo. Il progetto prevede il racconto della mia vita fino al 1992, l’anno dell’uscita del mio primo album Lasciatemi cantare. Quindi spazio alla famiglia, gli studi al conservatorio, l’incontro con il grande Mario Merola, i miei concerti alle feste di matrimonio...».


Quelle dove capitava di suonare anche per camorristi che a volte neanche la pagavano e la minacciavano di qualsiasi cosa?
«Esatto. È la mia storia, vera e pulita com’è. Per gli altri trent’anni, fino a oggi, poi vedremo. Magari facciamo una serie».


Lei reciterà o comparirà in qualche modo?
«No. Storia e musiche sono le mie, va bene così».


Sa chi la interpreterà?
«No. E non ho preferenze. Di sicuro devono trovare uno che almeno un po’ sappia suonare e cantare».


Per anni è stato bersagliato da critiche feroci: testi banali, canzoni sempre uguali etc. Come ha retto a quelle bordate?
«Quel trattamento alla fine è stata la mia fortuna: mi hanno dato la spinta giusta per dimostrare che le cose non stavano come qualcuno diceva. Più dicevano che facevo schifo, più io mi caricavo. Senza mai perdere di vista il cuore, i sentimenti».


Parla spesso di amore e nelle sue canzoni è praticamente un tema fisso, solo che ha cinque figli da tre donne: cosa non funziona a un certo punto? Dov’è che sbaglia?
«Io ho sempre pensato a costruire una famiglia, e a fare tutto per farla andare avanti. Non sono mai stato un puttaniere. Con i figli, come quasi tutti quelli della mia generazione, ho sbagliato. Se penso ai valori che mi hanno insegnato i miei genitori, ho fallito. Non sono riuscito a trasmetterli, li ho, li abbiamo, viziati».


Va bene, ma per caso alle donne della sua vita deve chiedere scusa?
«Io non devo chiedere scusa a nessuno. Le storie d’amore iniziano e possono finire. Quando ci sono i figli, però, bisogna stare tranquilli e sereni, senza agitarsi».


Lei adesso com’è messo con le sue due ex, madri di quattro dei suoi cinque figli?
«Ora bene, grazie a Dio».


Lei, che fra il ‘92 e il ‘96 ha cantato a più di duemila feste di matrimonio, adesso è pronto a sposarsi un’altra volta?
«Oggi ho un bimbo piccolo e sono sereno e felice. Se succederà, molto volentieri. Di sicuro non mi tirerò indietro, anzi, non lo escludo».


Eros Ramazzotti in una recente intervista ha raccontato che tutti gli artisi che conosce prima o poi sono stati fregati dalle persone che avrebbero dovuto proteggerlo: anche a lei è successo?
«In una canzone ho scritto che mi hanno tradito quelli a cui ho dato il sangue (si tratta di Notti di lune storte del 2013, ndr). Diciamo che non sono stato ingannato e truffato da chi avevo e ho vicino a me da una vita, che sono cresciute con me, ma da chi ho conosciuto nel corso degli anni, ha frequentato casa mia, e se n’è approfittato».


Di quante persone si fida veramente?
«Stanno su tutte le dita di una mano, e credo di essere fortunato anche in questo caso».


I circa 8 milioni di debiti che l’hanno travolta nel 2012, quando accettò di mettersi in società con l’ex marito di Valeria Marini per riportare in Italia la produzione industriale degli scooter Lambretta, li ha finiti di pagare?
«Per fortuna quei problemi sono alle spalle. Storia vecchia».


Sorpresina di uno dei tanti “amici” di cui sopra?
«Esatto. Però è anche vero che ognuno deve fare il suo mestiere. Tanti cantanti spesso si lanciano in imprese commerciali, aprono ristoranti, senza sapere quello che fanno. Certo, a volte con il successo tanta gente si attacca a te come se tu fossi carta moschicida e dire di no in certi casi è difficile. Comunque, sono sincero: dell’avventura Lambretta mi piaceva l’idea di dare lavoro a tremila persone. Non ci sono riuscito. È andata male».


A parte suo figlio Luca, LDA, in gara con “Se poi domani”, cosa le è piaciuto di Sanremo?
«Amadeus, un artista serissimo che si ascolta novecento canzoni per portare su quel palco le migliori. Mengoni, Tananai e Lazza. Molto meno le polemiche sul bacio rosa Chemical e Fedez, il casino sulla presunta lite tra i Ferragnez... Ma che c’entra questa roba con le canzoni?».

 


Un suo punto di riferimento artistico, Claudio Baglioni, ha guidato bene il Festival: lei lo farebbe?
«Assolutamente sì. Perché in questi anni, avendo fatto tanta tv, ho imparato il linguaggio e credo che potrei fare bene. Certo, dopo un fuoriclasse come Amadeus, e i suoi ascolti, non sarebbe una passeggiata di salute».


Dopo il Festival, a freddo, quale consiglio ha dato a suo figlio?
«A lui posso dire qualcosa solo dal punto di vista umano: alzare il telefono per forzare le cose in un senso o nell’altro, non gli farebbe bene. I figli devono sbagliare da soli, solo così possono crescere. Lui è fortunato: ha fatto un provino ed è andato ad Amici: dopo una settimana lo conoscevano tre milioni di persone. Io ho suonato nelle cantine per anni e il primo passaggio in tv, a Uno mattina, l’ho fatto alle 7 del mattino».


Il primo grazie a chi lo deve?
«Al grandissimo Mario Merola. Con lui ho iniziato come pianista e con lui ho fatto il mio primo disco da cantante, Lasciatemi cantare, duettando con lui in Cient’anne».


Nel 1999 a una festa di italoamericani a Washington cantò “Malafemmena” in onore del presidente Clinton, ospite d’onore. Per Giorgia Meloni oggi cosa intonerebbe?
«Mai Malafemmena, ovviamente. Direi Non mollare mai». 


Il Napoli quest’anno vincerà lo scudetto: che cosa farà?
«Per carità, adesso mi gratto e basta».


Il sindaco Manfredi ha fatto capire chiaramente che il 4 giugno, alla fine del campionato, ci saranno festeggiamenti speciali.
«Mettiamola così. In piazza Plebiscito il 26 maggio ci sarà il mio concerto in diretta su Rai1, che replicherò il 27, 28 e 2 giugno. E forse anche il 1° giugno, visto che sono già sold out. Ovviamente, se tutto va come deve andare, il 4 giugno un concerto gratis per la mia città lo farei molto volentieri. Poi il 10 ci sarebbe anche la finale di Champions...». 
 

Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 12:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA