Fedez "batte" il Codacons: non c'è stata diffamazione. Lui esulta sui social: «Col c... che vi pago»

Rigettata dal Tribunale la richiesta di risarcimento da un milione di euro. Lui: «Per me come la premiazione di un Oscar». L'associazione: «Faremo appello»

Giovedì 19 Gennaio 2023
Fedez "batte" il Codacons: non c'è stata diffamazione. Lui esulta sui social: «Col c... che vi pago»

Fedez batte il Codacons e si libera sui social. Il Tribunale di Roma ha rigettato la richiesta di risarcimento avanzata in sede civile dal Codacons nei confronti dell'artista, accusato dall'associazione di averla diffamata attraverso una serie di affermazioni sui social, condannando l'associazione al pagamento di 20mila euro di spese legali.

Nelle sue stories, il cantante ha commentato immediatamente la decisione: «Vi ricordate il Codacons che mi aveva denunciato e chiesto il risarcimento danni per oltre un milione di euro? Ecco, il tribunale ha detto "col caz*", e ha condannato il Codacons al pagamento delle spese legali, 20mila euro. Grazie Codacons, voglio ringraziare i miei genitori che mi hanno supportato, mia moglie, i miei legali. È come se fosse la premiazione di un Oscar per me», ha detto Fedez.

La replica del Codacons

Anche il Codacons ha commentato prontamente la sentenza: «Il Codacons rispetta come sempre le decisioni della magistratura, non solo quando sono favorevoli alle sue azioni giudiziarie», ha detto l'associazione. Che ha aggiunto: «Questa sentenza rende ancora più evidente la necessità di intervenire con urgenza, così come richiesto anche da una recente interpellanza parlamentare, per assicurare l'uniformità di giudizio in tema di diffamazione, allo scopo di evitare che a personaggi famosi come Fedez sia consentito insultare liberamente e impunemente il prossimo in quanto considerato dal tribunale "aduso alle provocazioni" mentre il Codacons (forse perché considerato più serio di Fedez?) viene rinviato a giudizio per aver definito il rapper "ciuccio». Proprio per questo, ha concluso il Codacons, «proporremo appello contro la sentenza del Tribunale di Roma e, se sarà confermata la condanna del Codacons al risarcimento delle spese legali, chiederemo a Fedez di devolvere il corrispettivo in beneficenza».

La sentenza

«L'apprezzamento della effettiva offensività di determinate espressioni non può essere effettuato in via astratta, ma deve tener conto del contesto entro il quale avviene la comunicazione. Una espressione volgare, resa da un soggetto quale Fedez, aduso alle provocazioni, implica indubbiamente un "effetto d'urto" più limitato di quelle che comporterebbe se proveniente da personaggio solitamente composto ed autorevole». È uno dei passaggi chiave della sentenza del Tribunale di Roma, di cui l'Adnkronos ha preso visione, che ha rigettato la richiesta di risarcimento in sede civile avanzata dal Codacons nei confronti di Fedez, accusato dall'associazione di averla diffamata attraverso una serie di affermazioni sui social. «All'interno di un canale social gestito da un personaggio pubblico di tale natura - si legge nella sentenza del giudice della XVIII sezione civile, Cecilia Pratesi - ove abitualmente è in uso un linguaggio informale, si adoperano immagini ad effetto, le espressioni utilizzate - proprio perché volutamente eccessive - perdono in certo senso di potenza, e conseguentemente la loro portata offensiva affievolisce, perché un insulto, pronunciato in un contesto di tale natura, non è effettivamente idoneo a provocare un serio turbamento e men che meno a minare la reputazione di chicchessia».

Per il giudice, dunque, «una espressione indubbiamente volgare come "potete andare a fare in culo" può assumere connotati oltraggiosi se pronunciata all'interno di un contesto istituzionale, o nel corso di dibattiti (anche on line) di contenuto culturale, filosofico o politico, o ancora rivolta ad autorità costituite o a religiosi, ma può essere percepita come meramente scherzosa se pronunciata tra amici, così come è divenuta nel tempo socialmente tollerata (ad esempio) nel corso di una partita di calcio, o durante una discussione dai toni accesi, e dunque anche all'interno di una piattaforma social dai toni strettamente popolari, che non si propone certo come luogo di garbati confronti tra opinioni o dibattiti di alto profilo».

Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 08:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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