Chiara Ferragni: «Nonna di Fedez vaccinata solo perché sono famosa». Dai social al sociale: vaccini e parità di genere

Venerdì 2 Aprile 2021 di L. Jatt.
Chiara Ferragni con Fedez

Chiara Ferragni e Fedez, la coppia “Ferragnez” ormai battezzata così, quasi in contemporanea scatena sui social due accese polemiche che non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra ma si può dire che abbiano entrambe la stessa radice: quella dei “diritti” umani, del rispetto della dignità e della parità e uguaglianza di genere.

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Vaccinazioni

Chiara Ferragni si è scagliata contro la Regione Lombardia.

Da ieri infatti sul suo profilo Instagram con 23,2 milioni di follower, ci sono una serie di “stories” per criticare la gestione delle vaccinazioni in Regione. Di poche ore fa invece, un lungo post con una constatazione amara: la nonna 90enne di Fedez non ancora vaccinata e di cui aveva parlato ieri, è stata contattata questa mattina per avere la sua dose alle 12. «Se ieri ero arrabbiato oggi lo sono ancora di più» ha sottolineato la Ferragni. «Nonna Luciana, che aveva diritto al vaccino da mesi, riesce a far rispettare un suo diritto solo perché qualcuno ha paura che io possa smuovere l’opinione pubblica. E invece le altre nonne? Chiedo il vaccino per tutte loro, per tutte le persone fragili», è l’appello dell’imprenditrice social. Che si definisce «stanca e amareggiata» per quello che sta accadendo in Italia e in Lombardia. «Sono incazzata - aggiunge - perché da più di un anno siamo chiusi in casa, i bambini non vanno a scuola e si chiede di avere pazienza e tenere duro. Da un anno gli errori di chi dovrebbe prendersi cura di tutti noi si susseguono. Prima non riescono a comprare mascherine reagenti e tamponi, poi saltano i tracciamenti dei contagi e adesso questo casino con i vaccini». E ancora: «Vedere la Lombardia che fa un casino dietro l’altro è scoraggiante» e «vogliamo che vi diate una mossa», «che se sbagliate chiedete scusa e poi lasciate le vostre poltrone a chi ha le capacità». 

Il suo sfogo si conclude con un appello al presidente del Consiglio, Mario Draghi. «Da persona privilegiata quale sono, nelle scorse settimane ho pensato a cosa avrei potuto fare per aiutare a migliorare la situazione. E allora ho capito che intanto potevo fare questo appello, per tutti i messaggi che ho ricevuto. Questo appello lo faccio a Mario Draghi, persona che stimo e per la quale va il mio supporto e comprensione perché non posso nemmeno immaginare quanto sia incasinata la situazione che ha ereditato». Questo appello, continua, «lo faccio a ogni singolo politico: basta chiacchiere. Adesso bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare perché la gente è stanca: vogliamo tornare a essere orgogliosi di essere lombardi, italiani ed europei perché non siamo più certi di poterlo essere. Svegliati Italia». 

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Discriminazione di genere

Da parte sua invece, Fedez ha aperto un dibattito, al quale hanno aderito molti suoi colleghi, sul Ddl Zan in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere e sulla presa di posizione del senatore Pillon, che ha valutato come una “non priorità” la legge, e della Lega che osteggiano il disegno di legge. Dopo la cantante Elodie, già intervenuta con un secco «siete indegni, non dovreste essere in Parlamento. Questa gente è omotransfobica», si è inserito Fedez, con un lungo intervento nelle storie di Instagram. «Questa mattina mi sveglio con le dichiarazioni del senatore Pillon che ci spiega il concetto di priorità. Io vorrei entrare nel merito delle priorità del senatore e del ddl Zan - ha detto Fedez nei suoi video -. Il disegno di legge che attua nuove misure di prevenzione e contrasto della discriminazione per motivi di sesso, identità di genere e disabilità, che in pratica dà più diritti a chi non ne ha.

Nelle scorse settimane Pillon ha osteggiato l’approvazione di questa legge perché, secondo lui, darebbe il via libera agli uteri in affitto. Bel titolo, ma nel Ddl non si parla di uteri in affitto» e continua: «Il senatore Pillon ci stupisce con una nuova esilarante dichiarazione dicendo che il Ddl Zan non è una priorità. E io dico: scusi Pillon, lei ha basato la sua intera carriera politica trattando solo ed esclusivamente questi temi, lei è famoso per essere quello del Family Day, e oggi si toglie dal dibattito così? Non è da lei. Entriamo nel dibattito, discutiamo. Se vogliamo parlare di priorità, parliamo delle priorità. Vogliamo parlare di come sta gestendo la Lega il piano vaccinale in Lombardia dove ci sono i 90enni e gli 80enni che non sono ancora vaccinati? Vogliamo parlare di come la Lega non è riuscita a costruire una terapia intensiva spendendo decine di milioni di euro durante l’emergenza? Oppure per lei era una priorità quando io e mia moglie abbiamo esortato nel nostri piccolo a indossare le mascherine mentre il vostro leader andava in giro a fare assembramenti e a togliersi la mascherina per fare i selfie.

L’ultima considerazione il rapper la dedica alla libertà di espressione. «Da padre le dico: ho un figlio di tre anni che gioca con le bambole e non desta alcun turbamento in me. Non succederebbe nemmeno se sentisse l’esigenza di mettersi il rossetto o lo smalto: ha diritto di esprimersi come crede. La cosa che mi destabilizzerebbe un po' è sapere che vive in uno Stato che non tutela il suo sacrosanto diritto di esprimersi in piena libertà, cercando di arginare dinamiche discriminatorie e violente che molto spesso si verificano in questo Paese. Questa è una priorità».

Oggi, la svolta. Fedez rivela: «Sono stato contattato nei giorni scorsi da Alessandro Zan, che è lo stesso Zan che dà il nome al disegno di legge Zan, e abbiamo pensato insieme una cosa molto carina: io sono veramente felice di mettere a disposizione il mio canale Instagram per fare una diretta insieme a lui, domani alle 15». E specifica»: «Per cercare di affrontare il tema, per parlare, per entrare nel merito, per cercare di creare un sano dibattito civile che è la cosa migliore che possiamo fare su queste piattaforme», ha aggiunto il rapper. 

Ultimo aggiornamento: 16:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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