Elisa Forte, il “miracolo” della cantante sorda: «Non è vero che chi non sente non può parlare»

Ha 38 anni, è laureata, sposata e con 2 figli. La diagnosi a pochi mesi dalla nascita. «È stata la musica a cambiare la mia vita»

Lunedì 20 Febbraio 2023 di Laura Bogliolo
Elisa Forte, il “miracolo” della cantante sorda: «Non è vero che chi non sente non può parlare»

Costretta a vivere dentro un recinto grande come i sei rettangoli dell’esame audiometrico, ognuno a indicare un passo verso l’isolamento fino a precipitare nel silenzio più profondo. «Sua figlia non parlerà, non sentirà mai» dissero a papà Maurizio e a mamma Lucia. La vita di Elisa costretta in un diagramma: da una parte i decibel, dall’altra le frequenze, quasi una formula matematica per escludere la possibilità di una vita “normale”. «Vedi? Voi normodotati siete qui – dice indicando la parte alta del grafico dell’audiometria tonale - io invece non vado oltre questi rettangoli».

A dieci mesi le diagnosticarono la sordità neurosensoriale bilaterale profonda «la più grave» spiega dopo aver riposto in borsa l’ultimo esame effettuato al Policlinico Gemelli. Tira su la manica del golfino e mostra sul braccio sinistro un pentagramma con alcune note e un cuore tatuati. «La musica ha cambiato la mia vita».

IL RITMO
Elisa Forte
, 38 anni, è moglie, mamma di due bimbi, laureata in Economia e Commercio, impiegata all’Enpam, ma soprattutto canta. Nonostante la sua sordità, intona varie canzoni, tra cui quelle di Giorgia. «L’adoro, la sua voce è così limpida e mi arriva benissimo, ci siamo anche incontrate». E racconta: «Sin da piccola ho fatto un grande lavoro di riabilitazione usando un metodo innovativo basato su ritmi musicali e linguistici, ho sempre ascoltato musica». Prima di indossare il grembiulino e andare a scuola sapeva già leggere e scrivere: e parlava. Combatte contro i pregiudizi e soprattutto contro quel verdetto che i medici diedero alla sua famiglia quando a 10 mesi gli fu diagnosticata la sordità. «Non è vero che i sordi non possono parlare – dice con forza - non bisogna arrendersi, non bisogna spaventarsi, una sordità come la mia nonostante sia molto grave può avere un recupero anche senza la Lis».

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LA MISSIONE
Conosce la Lis, la lingua dei segni, «ma l’ho imparata da grande solo perché ho conosciuto persone che la usavano, in realtà non ne ho bisogno per comunicare: nel 2023 si deve abbattere lo stereotipo “sordo uguale Lis” ci sono diversi tipi di riabilitazione che ognuno è libero di scegliere». Elisa ha una missione, per questo ha creato il profilo Facebook ed Instagram “Elisa e le note della mia sordità” dove pubblica anche video mentre canta. «Da quando ho deciso di prendere lezioni di musica ho scoperto che studiando le note la mia percezione uditiva e la mia voce sono migliorate: voglio spingere i sordi ad avvicinarsi al mondo della musica perché migliora la percezione dell’ascolto e della voce. E vorrei – aggiunge - che ci fossero scuole di musica dove i sordi possano andare, purtroppo spesso vengono rifiutati perché gli insegnanti si spaventano».

Video

Elisa ce l’ha fatta e vorrebbe mandare un messaggio di speranza. «È ovviamente importante che ci sia una diagnosi precoce, un buon sistema rieducativo e grande sostegno della famiglia che deve aiutare il bimbo sordo a sviluppare il suo linguaggio con giochi ritmici e attraverso la lettura che è fondamentale: io ho divorato un mondo di libri, facevo parole crociate, così ho acquisito un buon linguaggio, intellettività e comprensione del parlato». Si batte anche per diffondere la cultura dei sottotitoli e un miglioramento generale dell’accessibilità: «Non posso andare al cinema ad esempio. Una volta ho perso un treno perché gli annunci sono solo vocali, amo il teatro ma per me è inaccessibile, comunicare con i servizi pubblici è impossibile...». E spiega che «il termine sordomuto è stato abolito nel 2006 e la parola viene sostituita con “sordo”».

L’ULTIMA SFIDA
Elisa indossa protesi acustiche: «Hanno la funzione di amplificare le frequenze, permettendo di comprendere meglio i suoni, ma il resto del lavoro lo fa il cervello». Legge il labiale. E ad aprile l’aspetta un’altra sfida. «Farò un intervento per installare un impianto cocleare, un elettrodo che consente un recupero di quasi tutte le frequenze, gli specialisti dicono che potrò sentire meglio». Dovrà, però, ricominciare tutto da capo, o quasi. «È un metodo completamente diverso rispetto a quello usato da me sin da sempre per sentire e parlare, quindi mi hanno detto che in un primo momento avrò una regressione, sarà come se tornassi bambina. All’inizio ero combattuta, ora so che ce la farò: sono pronta a scalare montagne altissime perché so che da lassù la vista sarà bellissima...».
 

Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 12:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA