Una biografia scarna per una giornalista "corsara" ma insieme una donna discreta che ha vissuto nel segno della difesa della privacy e della professione in cui crede fino al punto da arrivare alla direzione del Tg3, alla conduzione di #cartabianca e ora infine a dire addio alla Rai dopo 34 anni per una nuova avventura, probabilmente a Mediaset. Bianca Berlinguer, figlia di un padre tanto ingombrante quanto gelosamente difeso, come lo storico leader del Pci Enrico, e di Letizia Laurenti, giornalista tv, è nata a Roma il 9 dicembre del 1959 ed è iscritta all'Albo dei giornalisti professionisti dal 1990.
Bianca Berlinguer, la carriera
Non ha molti dubbi la giovane Bianca sulla carriera che vuole intraprendere e inizia scrivendo per il Messaggero, per passare poi nel 1985 alla redazione di Mixer dove Gianni Minoli le insegna il mestiere del giornalismo di approfondimento e d'inchiesta che le sarà utile nella futura conduzione di Primo Piano dove si dimostra esperta come poche nell'arte della diretta.
IL TG3
Una biografia tutta a sinistra, non solo per nascita, ma vissuta con il tono discreto che la contraddistingue. Rimane fino all'aprile del 2016, quando lasciando dice: «Sette anni fa quando ho assunto la direzione del Tg3 dissi in un editoriale che avrei voluto un Tg3 corsaro e evidentemente questo non poteva piacere a tutti. Negli ultimi tempi non sono mancate pressioni sgraziate e attacchi sguaiati da settori importanti delle classi politiche, ma il Tg3 non ha perso la sua identità e gli auguro di rimanere saggio e irriverente come è sempre stato. Quanto a me resterò a lavorare in Rai. Ci rivedremo presto, prestissimo».
Nel febbraio del 2017 inizia la sfida di #Cartabianca e sottolinea: «non è nostra intenzione fare un talk show, cioè cinque o sei ospiti che si scontrano e che urlano. Quel genere è ormai tramontato dappertutto, in tanti lo hanno compreso, del resto». Ma all'ex direttrice del Tg3 la sfida del martedì sera costerà molte polemiche, proprio per quanto riguarda gli ospiti, a partire da quelli fissi come Mauro Corona (che ora è disposto a seguirla nella sua migrazione altrove) ad Alessandro Orsini: insomma anche qui una conduzione «corsara» che porterà ora per la prima volta altrove.