Peppe Vessicchio non può più lavorare in Rai.
E ora per il contenzioso in corso «l’ufficio scritture blocca le mie eventuali richieste di assunzione da parte di programmi prodotti dalla Rai. Fortunatamente non vivo solo del lavoro con la Rai. La musica mi interessa a 360 gradi e ho tante possibilità. Se vivessi solo di quello sarebbe drammatico».
Per fortuna il Festival di Sanremo è salvo. Può andarci ancora. «In quel caso - racconta il mestro a Libero - l’agibilità ai direttori la fanno le case discografiche. Sono andato anche quest’anno, gratuitamente, a dirigere il duetto Grignani-Arisa. Quello era un tributo a un amico e al suo progetto, oltre al fatto che fruttava pure 25 punti al Fantasanremo!».
E a proposito di Sanremo. Cosa ne pensa dei Festival di Amadeus? «Apprezzo molto il suo lavoro. Il Festival di Sanremo è un programma tv. Se il programma va bene, lui ha fatto quello che è preposto a fare. In questo momento per avere un uditorio largo bisogna invitare quei personaggi e la tipologia di musica cui quel mondo si sente più vicino».
I suoi ricordi più belli però sono legati a Pippo Baudo: «A tutti quelli che si sono avvicendati ho sempre detto che Baudo resta l’esempio, non solo per le scelte ma per la passione che dedicava al Festival. Ho visto Pippo spostare da solo le fioriere all’Ariston per far capire quanto ci tenesse. Era presente fin dalle prime letture delle musiche. Pensi che a Bocelli fece cambiare il finale di Con te partirò. Sul disco è rimasto il finale di Pippo!».
Se potesse il maestro Vessicchio tornerebbe a dirigere e se potesse scegliere tra qualche giovane non avrebbe nessun dubbio: «Madame ha un mondo assolutamente suo. Mr.Rain mi diverte guardarlo. Perché sembra un gigante buono contornato dai bambini. Mi piacerebbe lavorare con lui».
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