«Babbo Natale esiste veramente?»: ecco come rispondere alle domande dei bambini

La psicologa Chieffo: "Così si mantiene viva una tradizione che oltre a rendere felici i più piccoli, serve a dare serenità anche quando ormai si diventa grandi"

Mercoledì 21 Dicembre 2022 di Graziella Melina
«Babbo Natale esiste veramente?»: ecco come rispondere alle domande dei bambini
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I bambini meritano momenti di gioia e quindi anche di credere che esista Babbo Natale. L’importante, però, è che non considerino il regalo ricevuto come un premio o una ricompensa che arriva solo in dono ai bimbi che si sono comportati bene. Daniela Chieffo, responsabile di psicologia clinica del policlinico Gemelli di Roma, ci spiega come continuare a mantenere viva una tradizione che oltre a rendere felici i più piccoli, serve a dare serenità anche quando ormai si diventa grandi. 

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È corretto far credere ai bambini che Babbo Natale esiste per davvero? 

Certo.

Per i più piccoli Babbo Natale è uno dei simboli del Natale, ma è anche una figura iconica, rappresenta in concreto il concetto del dono che viene da lontano; non dimentichiamo che i bambini hanno bisogno di riferirsi a figure che sono fantastiche o immaginarie. È anche importante poi il tempo dell’attesa legato all’arrivo di Babbo Natale, e quindi l’impegno e la creatività dei piccoli nel momento in cui scrivono la letterina con la richiesta dei doni che desiderano ricevere. Si tratta di una costruzione di un progetto che nell’immaginario di un bambino è fondamentale, perché sviluppa l’ideazione.  

Ma è giusto dire che Babbo Natale porta doni solo ai bambini che si comportano bene?  

Nel processo educativo del bambino funziona molto la ricompensa, ma molto meno invece la punizione. Quindi, utilizzare il concetto di premio per ottenere un obiettivo educativo è sicuramente un buon compromesso. Nel caso di Babbo Natale, però, il regalo che viene portato in dono non deve essere un premio, ma un momento di festa. In sostanza il bambino non deve vivere questa attesa con angoscia soprattutto se sa di aver violato delle regole, ma deve essere rassicurato sul fatto che il dono arriva indipendentemente a tutti: bisogna fare molta attenzione a non creare ansia, paura e timore. I bambini meritano momenti di gioia.  

Fino a che età è bene far rivivere l’attesa dell’arrivo di Babbo Natale?  

Negli ultimi anni purtroppo è diminuita l’età dei bambini che credono in Babbo Natale. Già a sei anni la maggior parte di loro comincia a prendere consapevolezza della realtà, i bambini sono ormai più concreti. Solitamente, però, la fase della prima infanzia è quella più legata a queste figure della tradizione natalizia, come la Befana. Si tratta di simboli che accompagnano in sostanza i primi 5-6 anni, dopodiché i bambini si rendono conto che si tratta di una leggenda. Alcuni di loro però continuano a crederci, rimangono ancorati al sogno e alla fantasia, sentono il bisogno cioè di immaginare che arrivi Babbo Natale e continuano a scrivere la famosa letterina. In questo caso, si tratta anche di un bisogno affettivo del bambino. Non dimentichiamo che spesso Babbo Natale diventa una figura immaginaria di supporto e di riferimento, che serve anche per rassicurare. In un certo senso, per i bambini, è un po’ come l’orsacchiotto preferito: nel momento in cui si abbandona, vuol dire che si è passati ad un’età superiore. 

Cosa fare se il piccolo scopre dagli amichetti, magari a scuola, che Babbo Natale non esiste?  

A quel punto bisogna dire la verità, svelare cioè che Babbo Natale è una figura che rappresenta il Natale. Se rimane la delusione, e solitamente accade nella scuola primaria, è importante che i genitori spieghino bene il senso di questa figura tradizionale. In ogni caso, se si percepisce che il bambino ha ancora bisogno di scrivere la letterina con la richiesta dei doni che vorrebbe ricevere, è bene che venga rassicurato sul fatto che può continuare a farlo, anche se gli altri bambini dicono che Babbo Natale non esiste. Ma è importante anche non mettere in secondo piano le figure religiose associate al Natale. 

Come comportarsi quando ci si confronta con bambini di diverse culture?  

Le tradizioni vanno rispettate sempre. A scuola, per esempio, non bisogna sottrarre la tradizione del Natale solo perché le classi sono ormai multireligiose. È importante arricchire piuttosto che sottrarre, quindi occorre sempre rendere omaggio a tutti i riti e a tutte le feste di tipo religioso. Non condividere e non festeggiare il Natale, non è un bene per nessuno. Dal punto di vista educativo è fondamentale rispettare i riti e le festività che ne conseguono, estendendole a tutte le religioni.

Ultimo aggiornamento: 16:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA