BPD, da 110 anni l'epopea che porta l'Italia nello spazio: dal villaggio-modello ai primati dei razzi Vega di Avio

Nel 1912 nasce la società Bombrini Parodi-Delfino il cui stabilimento darà origine al comune di Colleferro e all’epopea che porterà il nostro Paese all’avanguardia nel settore spaziale. Oggi (come Avio) rafforza il primato con i razzi Vega

Lunedì 19 Dicembre 2022 di Paolo Ricci Bitti
BPD, inizia 110 anni fa l'epopea che porterà l'Italia nello spazio: dal villaggio a Colleferro ai prima dei razzi Vega di Avio

«Andare nello spazio è difficile», ha detto una mattina del 1962 John F. Kennedy, il presidente degli Stati Uniti d'America che non sapeva dov'è Colleferro. Anche Samantha Cristoforetti, che a Colleferro c'è stata, ha scritto la stessa cosa nella prefazione del libro “Oltre il limite del cielo” di Giovanni Caprara che racconta i 110 anni dell'azienda BPD - Bombrini Parodi-Delfino (oggi  Avio) nella cittadina a sud di Roma che con i razzi Vega lanciatori di satelliti ha aperto le porte dello spazio all'Italia, entrata così a pieno titolo nel ristrettissimo club di potenze (Russia, Usa, Cina, India, Giappone e Francia) che hanno accesso autonomo al cosmo.

Una possibilità di enorme valore strategico ed economico e di altrettante responsabilità. Scrive l'astronauta trentina: «Raggiungere lo spazio dalla Terra è un compito arduo. Occorrono competenze, tecnologie e impianti all'avanguardia, un'organizzazione aziendale all'altezza e la capacità di gestire rischi tecnici e operativi per garantire sicurezza e affidabilità. Avio incarna tutto ciò».

Qui l'intervista a Giulio Ranzo


IL VILLAGGIO
In realtà Colleferro, come Comune, esiste solo dal 1935, esempio non così frequente di città ospitata e cresciuta nei pressi di una fabbrica. Di solito accade il contrario, ma nel 1913 l'ingegnere chimico e senatore milanese Leopoldo Parodi-Delfino vede solo campi e pascoli mentre sorvola con il proprio biplano tossicchiante i poderi del principe Filippo Andrea VI Doria Pamphili attorno allo scalo ferroviario di Segni, dove sta crescendo lo stabilimento della società BPD che ha creato l'anno prima con l'aiuto finanziario del senatore genovese Giovanni Bombrini, anch'egli ingegnere.


Per la neonata azienda servono vasti terreni, abbondante acqua, case per gli operai: così in località Santa Barbara, vicino ai ruderi di uno zuccherificio, sorge presto il villaggio BPD, un illuminato proto-esperimento sociale. E poi, Santa Barbara: vogliamo dire un segno? All'Italia del quarto governo Giolitti servono esplosivi: la politica bellica colonialista richiede polvere da sparo e dinamite e la produzione nazionale è poca cosa prima che dalle santabarbara della BPD comincino ad arrivare alle forze armate del Regno le ingenti produzioni della fabbrica nata il 26 ottobre 1912 su proposta del presidente del Consiglio all'ingegner Parodi-Delfino.


L'epopea di BPD, poi Snia-BPD, quindi Fiat Avio fino all'attuale Avio partecipata da Leonardo, offre anche uno scenario di riconversione con pochi precedenti: dai missili per l'esercito, sperimentati nel 1927, si è passati ai razzi che lanciano in orbita gli indispensabili satelliti grazie ai quali è possibile combattere il cambiamento climatico, aiutare l'agricoltura a sfamare il mondo, garantire comunicazioni anche in caso di catastrofi naturali. Ed esplorare l'universo, l'insopprimibile istinto dell'uomo che tende ad allontanare l'orizzonte sempre più in là.

Una storia di intuizioni: già negli anni più crudi della ricostruzione dopo la II Guerra mondiale (e Colleferro pagò un prezzo altissimo), alla BPD capirono che si doveva puntare sulla missilistica allacciando con gli Stati Uniti e l'Europa rapporti proficui, aiutati anche dalle relazioni internazionali delle famiglie Parodi-Delfino e Alvaro De Orleans-Borbon. Relazioni rafforzate negli anni da manager che comprendono, prima dell'attuale ceo Giulio Ranzo, anche Francesco Serra di Cassano, Cesare Romiti, Mario Schimberni, Enrico Bondi, Pier Giorgio Romiti, Francesco Caio, Antonio Fabrizi oltre a Pier Giuliano Lasagni.


Già nel 1962 il gruppo BPD conquista la qualifica di fornitore di propulsione spaziale; poi le prime commesse (per motori a propellente solido per gli stadi dei razzi) in Europa e in Italia alla fine degli anni Settanta, quando lo stabilimento di Valle Secola diventa determinante per il programma Ariane, il grande lanciatore europeo che a sua volta aiuta la nascita del progetto Vega.


I TRASFERTISTI
A Colleferro si susseguono generazioni di tecnici altamente specializzati nel produrre e caricare ("colare") negli stadi dei razzi il propellente solido: è l'arte dei trasfertisti che dal 1979 sbarcano allo spazioporto europeo di Kourou in mezzo alla giungla nella Guyana Francese, a pochi passi dalle ex colonie penali, l'inferno dei vivi: approdare a Caienna era un'avventura quarant'anni fa, con solo rare e gracchianti telefonate intercontinentali per avere notizie delle famiglie.

Per i primi lanci di Ariane veniva installato uno schermo in piazza a Colleferro: tutti lì davanti, fino al tre, due, uno. E lo spazio si poteva quasi toccare.


Il 13 febbraio 2012, con l'ingegnere romano Ranzo entrato l'anno prima in azienda, il primo decollo di Vega, per conto dell'Agenzia spaziale europea e con il coordinamento dell'Agenzia spaziale italiana: un successo stellare, una svolta non solo per BPD-Avio. L'innovazione degli stadi in fibra di carbonio (quindi leggerissimi) stupisce il mondo, compresi gli amici-alleati francesi che all'approssimarsi del lancio avevano ritirato il software costringendo gli ingegnere italiani a riscriverlo da zero.

Forse anche per questo quel giorno nella giungla si è sentito un forte e alto Fratelli d'Italia cantato davanti agli amici-alleati transalpini mentre Vega portava in orbita il primo carico di satelliti e iniziando un record di lanci di successo senza precedenti nella storia della missilistica mondiale.

Andare nello spazio è difficile per molti motivi: paradossalmente il trionfo di Vega mette in pericolo Avio, dimostratasi in grado di fare concorrenza ad altri progetti internazionali, e pure europei, e da qualche anno entrata nell'ambito di fondi di investimento stranieri.

Sono anni sul filo del rasoio. Ranzo nel 2015 diventa amministratore delegato: ci mette la faccia e anche il portafogli. Con un gruppo di manager interni acquista una quota della società e avvia il processo che nel 2017 porterà l'erede di BPD a quotarsi alla Borsa, madrina Samantha Cristoforetti che questa sera, lunedì 19 dicembre, parteciperà a Roma alla celebrazione dei 110 anni di storia di Bpd e Avio e alla presentazione del libro di Giovanni Caprara edito da Giunti.

Avio è la prima azienda spaziale italiana a quotarsi in Borsa e ora è al sicuro entro i confini nazionali: resta esposta "solo" ai rischi di costruire macchine complesse come i lanciatori e alla concorrenza di un mercato al galoppo che ora anima la New Space Economy. Ma questo il manager romano e gli oltre 1.100 tecnici l'hanno sempre messo in conto mentre hanno portato al successo anche Vega C (13 luglio 2022, dopodomani il secondo lancio), fratello maggiore di Vega. E mentre progettano nuove evoluzioni dei lanciatori con ecomotori, in grado di trasportare anche piccole astronavi, a Colleferro continuano a fare il pieno di commesse sia per lanci in proprio sia per i booster (i razzi ausiliari) dei razzi Ariane.

 

Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 11:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA