Con Antonio Cripezzi scompare un altro grande musicista dell'Italia del boom, dei 45 giri che dalle hit parade planavano fino a consumarsi nei juke-box a colpi di monete da 50 lire, degli album (long-playing) dalle copertine psichedeliche, della musica beat, dai successi planetari anglosassoni rivisti in italiano che riuscivano come e meglio degli originali, delle canzoni che comunque, generazione dopo generazione, restano incollate nel cuore.
I Camaleonti si erano esibiti ieri sera in concerto al Parco di Villa de Riseis a Pescara e come sempre avevano richiamato almeno tre generezioni di appassionati.
Cripezzi, nato a Milano nel 1946 da una famiglia originaria di Potenza, era stato il pianista dei Camaleonti fin dalla sua fondazione nel 1963 dicentando poi anche il cantante insieme a Livio Macchia. Eclettico al punto da suonare il violino, abile con il sintetizzatore fin dai primo modelli che hanno fatto svoltare la musica leggera di quegli anni, Cripezzi ha firmato anche i testi Amico di ieri, amico perduto, Pensa, Dove curva il fiume, Gimcana. Nel 1993 partecipò anche all'lp di Elio e le Storie Tese "Esco dal mio corpo e ho molta paura" (Gli inediti 1979-1986) con la canzone (Gomito a gomito con l')Aborto.
Da Memo Remigi a Celentano, da Caterina Caselli a Mal e Patti Pravo, da Gigliola Cinquetti a Mogol e Battisti: nella parabola di Cripezzi e dei Camaleonti iniziata al santa tcela di Milano lampeggiano con ruoli diversi proprio tutti i big della canzone italiana e ora fa effetto pensare ai successi di Beggin riproposta dai Maneskin in paragone a Homburg dei Procul Harum che il tastierista e i sui compagni trasformarono nell'eterna "L'ora dell'amore".
Vinile, radio e (poca, pochissima ) tv in bianco (i capelloni non trovavano mai spazio nell'unico canale italiano) contro il mondo attuale della musica pompata dai social e dalla rete. La clava contro gli ipermissili. Eppure L'ora dell'amore nel 1967 restò 10 settimane in vetta all'Hit Parade urlata da Giorgio Luttazzi vendendo un milione e 600mila copie. Un vagone di dischi d'oro, insomma. L'anno dopo, il 1968, non un anno qualsiasi, il bis con Applausi, di nuovo in vetta alla classifica con quasi un milione di copie.
Il nuovo millennio porta nuovo interesse per i lavoro di Cripezzi e compagni: la band piange però nel 2004 la morte del batterista Paolo De Ceglie, proprio nell'anno in cui esce "40 anni di musica e applausi". Nel 2010 i Camaleonti partono addirittura per un tour mondiale, mentre nel 2015 il lavoro definitivo per raccontare la storia della band: %0 anni di Applausi.