«No, la Festa della Repubblica non l'ho mai vissuta in polemica, non è mai per me un giorno di lutto». Dal letto di ospedale, dopo un intervento al polmone, Amedeo di Savoia-Aosta - scomparso questa mattina all'età di 77 anni - rispondeva così all'AdnKronos sabato scorso nel primo pomeriggio, rilasciando un'intervista esclusiva e inedita, l'ultima della sua vita, realizzata proprio in vista della ricorrenza del 2 giugno.
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Alla domanda su come viveva questa giornata della Festa della Repubblica, se come una giornata normale, come una festa anche sua o come una festa estranea che lo riportava a un ricordo comunque negativo, Amedeo D'Aosta rispondeva così: «Non fu una cosa molto chiara, in famiglia se ne parlò con una certa critica, anche perché non era molto chiaro che fosse andato tutto esattamente come le regole prevedevano.
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Non chiaro, nel senso del risultato finale del referendum fra Repubblica e Monarchia? «Sì, i risultati del referendum. A un certo momento, non furono molto chiari e si parlò addirittura di truffa, c'è chi parlò di truffa». Però, ci furono due milioni di differenza a favore della Repubblica... «Esatto, esatto», ammetteva Amedeo. E alla constatazione che qualche broglio ci sarà pure stato, probabilmente da ambo le parti, ma alla fine due milioni di differenza su oltre 25 milioni di votanti e 23 milioni di voti validi, sono abbastanza, replicava: «Sì, su questo io non discuto. Solo che credo che comunque non è stato molto chiaro tutto. Il referendum è avvenuto in un modo molto anticipato, rispetto anche a quello che desiderava fare il Re».
Quanto ai successivi 2 giugno, «ricordo molto bene che anche l'incoronazione della regina d'Inghilterra era lo stesso giorno (il 2 giugno del 1953; ndr) - raccontava ancora Amedeo d'Aosta - Ricordo che io andai, mia madre mi mandò, ero un ragazzino molto piccolo (stava per compiere 10 anni; ndr) e lei non stava molto bene. Questa è sempre una data che ci ha fatto piacere ricordare, non in polemica o in alternativa».
Alla domanda se il concetto di monarchia fosse oramai fuori tempo, all'Adnkronos Amedeo replicava convinto: «Credo di no, in fondo è aperta a tutti, come principio di gestione di un Paese, sia la Repubblica che l'eventuale Monarchia. Credo invece che, in un certo senso, la Repubblica è un collante soprattutto per gruppi di persone che vogliono in tutte le maniere una separazione dal Paese: per esempio, quelli che vorrebbero essere nuovi Stati, come in Spagna con il caso della Catalogna».
«Le monarchie sono la maggioranza - osservava Amedeo di Savoia-Aosta - E la monarchia è una cosa democratica se la si prende per come vuole e deve essere». Del resto, la monarchia assoluta, per diritto divino, non esiste più... «No, non esiste più, assolutamente; né esisterà più nel futuro». E d'altronde, anche una Repubblica può degenerare in dittatura come in Unione Sovietica o nella Spagna franchista, dove con la monarchia dei Borbone è tornata la democrazia... «Esatto, esatto».
Nella sua ultima intervista, Amedeo d'Aosta asseriva con convinzione di non vivere il 2 giugno come una giornata di lutto: «No, no», assicurava, ammettendo di riconoscersi totalmente nella Repubblica «anche se - sottolineava - c'è sempre una grande propaganda nei giorni immediatamente precedenti ai festeggiamenti della Repubblica, in cui si dice che è una cosa che è avvenuta in modo estremamente democratico e lì ci sono delle esagerazioni». Quanto ai Savoia, «noi della nostra dinastia, ai tempi della monarchia, eravamo tutti molto bravi e invece adesso ci sono veramente tante critiche, si dice la cosa opposta. Non so se mi sono spiegato...».
Ovviamente, molto incise il via libera all'avvento del Fascismo e lì il giudizio storico è molto cambiato, rispetto ai Savoia risorgimentali che hanno dato il massimo contributo per l'Unità d'Italia... «Esatto». Poi, interpellato su come avrebbe trascorso il 2 giugno, Amedeo rispondeva così all'Adnkronos: «Credo che starò ancora in ospedale, perché ho avuto qualche guaio a un polmone e a un rene. Ora mi scuso, non sono in condizioni eccellenti... Spero, quando tornerò in forma, di risentirci presto».